Disponibili le nuove quotazioni per le principali materie prime ad uso zootecnico sulla piazza di Milano.
Questa settimana aumentano le quotazioni di: farinaccio, tritello e cruschello di grano duro (+12,00 euro/ton), mais nazionale, comunitario e non (tra +5,00 e +9,00 euro/ton), orzo nazionale e comunitario (+5,00 euro/ton), sorgo nazionale (+3,00 euro/ton) e pula vergine 1,7% (+5,00 euro/ton).
Segno meno, invece, per le sole quotazioni di: glutine (-10,00 euro/ton) e farina di estrazione di girasole decorticato (-6,00 euro/ton).
Restano stazionarie tutte le restanti principali materie prime di interesse zootecnico, tra cui: farina glutinata, semi di soia integrali tostati, farina di estrazione di germe di mais, farine di estrazione di soia integrale e decorticata, estera e nazionale, farina di estrazione di girasole integrale, farina di estrazione di colza, bucce di soia, melasso, polpe essiccate di barbabietole, ed erba medica disidratata in balloni.
Nella tabella di seguito si riportano le variazioni rispetto alla settimana precedente.
ASSOCIAZIONE GRANARIA DI MILANO BORSA MERCI (EURO/TON) | ||||
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DENOMINAZIONE | ALIMENTO | 10 DICEMBRE 2024 | 17 DICEMBRE 2024 | VARIAZIONI |
Sottoprodotti grano duro | FARINACCIO | 200,00 | 212,00 | +12,00 |
TRITELLO/CRUSCHELLO | 182,00 | 194,00 | +12,00 |
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Granturco | NAZIONALE | 224,00 | 229,00 | +5,00 |
COMUNITARIO | 251,00 | 260,00 | +9,00 |
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NON COMUNITARIO | 251,00 | 260,00 | +9,00 |
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Deriv. lav. mais | GLUTINE | nq | -10,00 | -10,00 |
FARINA GLUTINATA | 209,00 | 209,00 | 0 | |
Cereali minori | ORZO NAZ. PESANTE | 245,00 | 250,00 | +5,00 |
ORZO COMUNITARIO | 265,00 | 270,00 | +5,00 |
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SORGO NAZIONALE | 235,00 | 238,00 | +3,00 |
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Sottoprod. lav. riso | PULA VERGINE 1.7% | 159,00 | 164,00 | +5,00 |
Semi oleosi | SEMI SOIA INT. TOSTATI | 446,00 | 446,00 | 0 |
Farine d'estrazione | GERME MAIS NAZ F.E. | 305,00 | 305,00 | 0 |
SOIA F.E. DEC. NAZ | 385,00 | 385,00 | 0 | |
SOIA F.E. DEC. EST | 382,00 | 382,00 | 0 | |
SOIA F.E. NAZ | 377,00 | 377,00 | 0 | |
SOIA F.E. EST | 374,00 | 374,00 | 0 | |
GIRASOLE F.E. DEC. | 289,00 | 283,00 | -6,00 |
|
GIRASOLE F.E. INT | 189,00 | 189,00 | 0 | |
COLZA F.E. | 317,00 | 317,00 | 0 | |
Foraggi | BUCCE DI SOIA | 195,00 | 195,00 | 0 |
MELASSO | 295,00 | 295,00 | 0 | |
POLPE ESS. BARBABIETOLE | 238,00 | 238,00 | 0 | |
ERBA MEDICA DIS. BALLONI | 295,00 | 295,00 | 0 | |
Pisello proteico | PISELLO PROTEICO | nq | nq | nq |
Prezzi in €/t, esclusi imballaggio e IVA - merce sana, leale e mercantile, resa franco Milano - pronti consegna e pagamento - per vagone o autotreno o cisterna completi. |
La zootecnia è oggi al centro di una crescente attenzione da parte dei consumatori, delle istituzioni e degli operatori del settore. I consumatori chiedono prodotti di alta qualità, ottenuti nel rispetto degli animali e dell’ambiente. Le istituzioni impongono normative sempre più stringenti in termini di tracciabilità, sicurezza alimentare e sostenibilità. Infine, gli allevatori si trovano a dover rispondere a una domanda di mercato variabile, con la necessità di ottimizzare i costi e garantire margini di profitto adeguati.
Nel quotidiano, quindi, gestire un allevamento da reddito si traduce nell’affrontare una serie di aspetti che costituiscono per l’allevatore altrettante sfide, in una realtà dove, giornalmente, accadono centinaia di eventi: nascite, diagnosi di gravidanza, fecondazioni, trattamenti sanitari e variazioni nelle produzioni.
Ogni singolo evento ha un impatto sulle performance complessive dell’azienda, e ogni decisione sbagliata, ogni errore di valutazione causato dalla mancanza di dati aggiornati o dall’assenza di una visione chiara delle performance aziendali, può rappresentare in definitiva un ostacolo importante per raggiungere gli obiettivi dell’impresa zootecnica.
In aggiunta a questo, anche gli adempimenti di legge connessi all’attività di allevamento richiedono un livello di organizzazione che non può più essere garantito da strumenti tradizionali come registri cartacei o fogli di calcolo. Per gli allevatori diventa fondamentale disporre di strumenti che permettono di raccogliere, organizzare e analizzare i dati in modo semplice ed efficace per poter fare scelte ed interventi manageriali corretti e risolutivi.
È qui che entra in gioco il software gestionale sviluppato dall’Associazione Italiana Allevatori (A.I.A.), ideato per allevatori, tecnici e consulenti.
Si@lleva è un software multi-specie progettato per integrare i dati raccolti durante i controlli funzionali, nelle valutazioni genetiche e nelle attività quotidiane in allevamento.
La sua peculiarità sta nell’interazione con la banca dati centrale SiAll: grazie a questa caratteristica, Si@lleva garantisce un aggiornamento costante e una validazione immediata dei dati inseriti.
Il programma è disponibile per gli allevatori che usufruiscono della raccolta dati in azienda per il controllo delle produzioni fornito da A.I.A. attraverso le sue diramazioni territoriali e restituisce informazioni ad oggi per i bovini da latte, bufali e caprini ai quali prossimante verranno aggiunti gli ovini da latte.
L’obiettivo principale è fornire una visione completa della mandria per individuare criticità consentendo una gestione più efficiente, precisa e moderna. Lo strumento integra dati produttivi, sanitari e gestionali in una piattaforma centralizzata, consentendo una gestione più efficiente, precisa e moderna delle aziende zootecniche.
Concepito come uno strumento integrato, Si@lleva offre una gamma completa di reportistica per monitorare le performance aziendali, individuare criticità e pianificare interventi correttivi sui diversi processi in corso nella propria attività e attivare un monitoraggio continuo per mantenere uno stato ottimale, seguendo un ciclo PDCA ovvero Pianifica, Esegui, Verifica, Agisci (Plan-Do-Check-Act).
Inoltre, grazie alla sua interfaccia intuitiva e alla disponibilità di un’app dedicata, Si@lleva si adatta alle esigenze quotidiane degli allevatori, rendendo più semplice il lavoro in stalla.
Vediamo nel dettaglio come funziona e quali benefici offre agli allevatori e ai professionisti del settore.
I dati presentati in Si@lleva provengono dalla banca dati dell’A.I.A. (SiAll) e da dati inseriti dall’allevatore o dal tecnico da lui incaricato riguardanti aspetti gestionali dell’azienda (dati riproduttivi e sanitari). Altre informazioni provengono dall’opendata LEO (Livestock Environment Opendata) come, ad esempio, i dati rilevati all’interno dell’azienda dai data logger installati o le previsioni delle ondate di calore elaborate a partire da dati di previsioni metereologiche provenienti dall’integrazione applicativa con l’Aereonautica Militare.
Si@lleva è collegato anche a banche dati istituzionali come la Banca Dati Nazionale (BDN) informatizzata dell’Anagrafe Zootecnica. Attraverso l’applicativo l’allevatore può verificare eventuali disallineamenti nel registro di stalla e generare un elenco di capi per i quali immettere informazioni in BDN ed in aggiunta, è possibile prenotare in BDN l’autorizzazione alla movimentazione dei capi e ricevere l’autorizzazione o il rifiuto per l’uscita di tutti i capi interessati.
I servizi di Si@lleva sono generalmente erogati attraverso report e grafici relativi a diversi aspetti e categorie di informazioni. Sono presenti, ad esempio, le informazioni produttive riguardanti il singolo soggetto e interrogabili per data di rilievo, le schede di riepilogo dei controlli funzionali ed i certificati di lattazione dei soggetti.
Per quanto riguarda la gestione della mandria, Si@lleva fornisce liste veterinarie, di allarme e di gestione, ed una serie di reportistiche dedicate alla gestione della mastite. Tra queste ultime, la novità introdotta di recente è il report Asciutta Selettiva che, grazie alla integrazione di informazioni su cellule somatiche totali e cellule somatiche differenziali ed eventuali informazioni fornite dal veterinario, permette di identificare con certezza gli animali-problema che necessitano di un trattamento farmacologico, a differenza degli animali sani.
L’applicazione dell’asciutta selettiva, oltre ridurre i costi veterinari, promuove un uso responsabile degli antimicrobici riducendone il consumo anche del 30%.
Tra le reportistiche più utilizzate in Si@lleva ricordiamo il “Sintetico Collettivo”, una panoramica immediata della situazione aziendale basata sui controlli funzionali storicizzati e che fornisce informazioni aggregate su sette aspetti principali: genetica, produzione latte, contenuti del latte, salute, riproduzione ed altri.
I dati sono aggiornati a quelli dell’ultimo controllo funzionale effettuato e sono confrontati, in un’ottica di benchmarking, con quelli dell’anno precedente e con quelli medi provinciali e nazionali, oltre che con quelli delle migliori aziende. L’uso del benchmark su una serie di dati così vasta e differenziata è un carattere distintivo ed innovativo del report.
Il report sul benessere disponibile in Si@lleva offre un indicatore dinamico di rischio benessere. Questo indicatore si basa su cinque parametri animal-based (longevità, chetosi, acidosi, cellule somatiche e durata della lattazione) derivanti dalla raccolta dati ufficiale A.I.A. Questo approccio è in linea con le indicazioni fornite dall’EFSA, che riconosce le misurazioni dirette sull’animale come strumenti essenziali per una valutazione precisa e affidabile del benessere animale.
La gestione dello stress da caldo in Si@lleva e Si@lleva app è disponibile sia come allarme THI (Temperature Humidity Index) che viene inviato ogni qualvolta è previsto nelle 48 ore il superamento della soglia di rischio, sia come THI interno alla stalla per gli allevamenti dotati di data logger connesso al cloud LEO, sia come report estate: inverno, un grafico di semplice lettura che permette la verifica dell’efficacia dei sistemi di raffrescamento nel mantenere inalterate le performances degli animali nel periodo estivo.
Si@llEvA rappresenta un supporto fondamentale per allevatori e tecnici. Grazie al suo approccio integrato e orientato ai dati, consente di trasformare ogni informazione raccolta in un’opportunità di crescita. In un settore dove ogni dettaglio conta, Si@lleva offre la possibilità di fare la differenza, migliorando non solo la produttività, ma anche la qualità della vita degli animali e la sostenibilità dell’azienda.
Per ulteriori informazioni sulle funzionalità di Si@lleva, si può visitare il sito www.sialleva.it.
Dopo una valutazione completa di 12 mesi, lo SCoPAFF della Commissione europea sull’alimentazione animale ha ufficialmente approvato il Codice di buone pratiche di etichettatura aggiornato per i mangimi composti. L’approvazione alla riunione del 2-3 dicembre segna un significativo passo avanti nella promozione della produzione sostenibile di mangimi e nella riduzione delle emissioni della produzione zootecnica.
Una risposta alle sfide ambientali
Il Codice aggiornato, sviluppato da Copa-Cogeca e FEFAC, è stato ispirato dalla proposta della Direttiva sulle dichiarazioni verdi e introduce linee guida dettagliate per comunicare le prestazioni ambientali dei mangimi per animali agli allevatori. Questo approccio affronta alcune delle principali sfide ambientali legate alla produzione zootecnica, tra cui il cambiamento climatico, l’eutrofizzazione e le emissioni del bestiame.
Grazie all’integrazione della metodologia PEFCR (Product Environmental Footprint Category Rules) Feed for Food-Producing Animals e al database del Global Feed LCA Institute, il nuovo Codice fornisce un approccio armonizzato all’etichettatura dei mangimi. Tale approccio consente di migliorare la trasparenza nei confronti di allevatori e consumatori, supportando gli sforzi del settore per ridurre il proprio impatto ambientale.
Linee guida e trasparenza
Con il supporto di FEFANA, il Codice offre raccomandazioni chiare per verificare le dichiarazioni ambientali relative ai mangimi composti. In particolare, garantisce che i produttori possano fornire informazioni trasparenti e dettagliate sull’impatto ambientale dei loro prodotti, includendo informazioni su 16 categorie di impatto ambientale, tra cui l’uso dell’acqua e la biodiversità. Questi standard mirano a soddisfare i requisiti legati alle emissioni di gas serra di Scope 3, promuovendo una rendicontazione accurata e completa.
L’adozione del Codice rappresenta una pietra miliare per il settoremangimistico, ponendolo in una posizione strategica per contribuire alla riduzione delle emissioni legate alla produzione zootecnica. Il nuovo quadro armonizzato sostiene l’impegno dell’industria per uno sviluppo sostenibile, rafforzando al contempo la fiducia degli allevatori e dei consumatori.
Il Codice aggiornato è disponibile per la consultazione a questo link.
Due nuove leggi dell’UE offriranno finanziamenti rapidi per le misure di ricostruzione a seguito delle catastrofi naturali che si sono verificate dopo il 1°gennaio 2024.
La legislazione sul sostegno di emergenza regionale alla ricostruzione (“RESTORE”), approvata con 638 voti favorevoli, 10 contrari e 5 astensioni, consente ai Paesi dell’UE di convogliare più facilmente i finanziamenti del Fondo europeo di sviluppo regionale (FEASR) e i fondi di coesione verso la ricostruzione in caso di catastrofi.
Di conseguenza, il FEASR potrà essere utilizzato per finanziare progetti di ricostruzione e ripresa fino al 95% del loro costo totale. Per fornire liquidità rapida a coloro che ne hanno bisogno, saranno messi a disposizione anche prefinanziamenti aggiuntivi fino al 25% dell’intero importo. La legislazione consentirà un uso più flessibile anche dei fondi del Fondo sociale europeo Plus, per finanziare regimi di lavoro a breve termine, sostenere l’accesso all’assistenza sanitaria e fornire beni di prima necessità.
La nuova flessibilità si applica alle catastrofi naturali del 2024 e del 2025. Nel 2025, le modifiche approvate dovrebbero mobilitare 3 miliardi di EUR di finanziamenti anticipando i pagamenti per il periodo 2025-2027.
Sostegno per agricoltura e silvicoltura
La proposta di revisione del regolamento del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), approvata con 644 voti favorevoli, 6 contrari e 3 astensioni, permetterà’ ai Paesi dell’UE che dispongono di fondi non spesi provenienti dai programmi di sviluppo rurale di accelerare il loro riutilizzo per compensare le perdite di agricoltori, silvicoltori e PMI attivi in questi settori che hanno subito la distruzione di almeno il 30% del loro potenziale produttivo.
Questi finanziamenti saranno versati in somme forfettarie e saranno interamente coperti dai fondi dell’UE. I pagamenti ai beneficiari saranno effettuati entro la fine del 2025.
Prossime tappe
Entrambe le leggi devono ora essere formalmente approvate dal Consiglio. Entreranno in vigore il giorno successivo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE per RESTORE e il giorno stesso della pubblicazione per il FEASR.
La Mozzarella di Bufala Campana DOP è indubbiamente un formaggio dalle caratteristiche organolettiche superlative al punto di essere, tra i prodotti lattiero caseari, la terza DOP italiana.
Il rapporto ISMEA-Qualivita 2024 riporta per il 2023 una produzione certificata di 55.588 tonnellate, in lieve calo (- 0.4%) rispetto all’anno precedente, ma in crescita come valore del 5.1% .
Questa “eccellenza” ha però nel suo contesto varie criticità che periodicamente emergono e gettano su di essa ombre che, se diventassero di dominio pubblico, potrebbero minare seriamente il suo futuro.
L’eccessiva oscillazione del prezzo del latte alla stalla spesso ingiustificata, le ombre sulla tracciabilità che aiutano la crescita del suo più temibile concorrente che è la mozzarella non DOP, il non essere riusciti, in alcune aree, a mettere gli allevamenti in sicurezza nei confronti della tubercolosi e la brucellosi e il non avere ottenuto significativi risultati nella destagionalizzazione dei parti e dei consumi, sarebbero priorità da risolvere rapidamente.
La redazione di Ruminantia ha ricevuto questa lettera da un allevatore che segnala molte delle suddette criticità che volentieri condividiamo con voi lettori, quale testimonianza di quanto sia arcaico e poco lungimirante non considerare ancora la produzione primaria come parte integrante delle filiere agro-alimentari e che basare attività imprenditoriali su bugie e sospetti non sia una scelta così saggia.
La lettera
Caro Direttore,
sono un allevatore della regione Lazio che, con passione e sacrificio, alleva bufale di razza Mediterranea Italiana. Il territorio laziale contribuisce in maniera significativa al settore bufalino italiano, fornendo circa il 20% della produzione nazionale di latte di bufala.
Questo latte è destinato per oltre l’80% alla produzione della mozzarella di bufala campana DOP, un prodotto che rappresenta il terzo formaggio italiano per valore economico.
Tuttavia, nonostante questa importanza, il settore si trova a fronteggiare gravi anomalie e pratiche sleali di mercato con imposizioni unilaterali di prezzi alla stalla che sfiorano il costo di produzione, mettendo seriamente a rischio la sopravvivenza delle aziende bufaline del nostro territorio.
Gli allevatori, che operano sempre più nel rispetto del benessere animale e affrontano costi di produzione medi compresi tra 1,45 e 1,50 euro per chilogrammo di latte, si trovano oggi a fronteggiare una situazione insostenibile. Tutti i Caseifici della DOP hanno deciso unilateralmente di imporre un prezzo del latte per il 2025 con riduzioni dal 10-15% rispetto al prezzo attuale minacciando il non ritiro del latte per chi si rifiuta di firmare i nuovi contratti di fornitura del latte.
Se questa tendenza persiste, il settore bufalino italiano rischia di crollare, portando con sé la stessa mozzarella di bufala campana DOP.
Tuttavia, dietro questa crisi sembrano celarsi non solo difficoltà di mercato ma anche precise speculazioni, agevolate da falle nel sistema di tracciabilità e da evidenti conflitti di interesse.
Difatti il D.M. 9 settembre 2014 e la piattaforma “tracciabilità della filiera bufalina” sul SIAN sono stati pensati per garantire la trasparenza e il monitoraggio del latte bufalino e dei suoi derivati; però gli allevatori sono tenuti a comunicare scrupolosamente i dati relativi alla loro produzione, mentre i caseifici produttori della mozzarella DOP sono esentati dal registrare le quantità di latte acquistato, trasformato o congelato sul portale SIAN.
I caseifici DOP devono soltanto comunicare questi dati al DQA, l’ente incaricato dei controlli. Il problema sorge appunto da questa deroga, che spezza la catena della tracciabilità. Senza un obbligo uniforme, diventa impossibile verificare che il latte utilizzato per la mozzarella DOP provenga effettivamente da bufale italiane oppure se, come spesso denunciato, venga utilizzata cagliata estera a basso costo acquistata dagli stessi caseifici DOP.
Per affrontare queste problematiche, è necessario un intervento strutturale.
Da semplice allevatore mi sento di proporre un sistema di tracciabilità uniforme e trasparente per tutta la filiera, dove tutti i soggetti, inclusi i caseifici DOP, registrino il latte acquistato, il latte congelato, la mozzarella prodotta e altri formaggi prodotti, utilizzando esclusivamente il portale di tracciabilità del latte di bufala del SIAN, che attualmente adoperano solo gli allevatori che producono latte e solo i caseifici che non utilizzano il marchio della Mozzarella di Bufala Campana, eliminando quindi le deroghe esistenti.
Solo così sarà possibile verificare le quantità di latte acquistato, trasformato, congelato e rivenduto, garantendo trasparenza. Bisognerebbe, inoltre, permettere agli allevatori l’accesso ai dati caricati da tutti i soggetti della filiera per visionare i report di latte prodotto e trasformato, in modo tale da poter monitorare la destinazione del latte e programmare meglio le loro produzioni.
E’ necessario un organismo di controllo realmente terzo, indipendente da Coldiretti, AIA e associazioni collegate, che garantisca trasparenza e credibilità. Bisognerebbe valorizzare la produzione salvaguardando sempre e comunque l’artigianalità della Mozzarella di bufala Campana DOP, respingendo la crescente industrializzazione e l’utilizzo di macchinari non conformi al disciplinare di produzione.
È necessario che le istituzioni e gli organi di controllo affrontino con decisione queste criticità. La certificazione DOP, oggi messa in discussione dalla mancanza di controlli e trasparenza, deve tornare a essere garanzia di qualità e autenticità.
Come allevatori, siamo pronti a fare la nostra parte, investendo in destagionalizzazione e sostenibilità. Tuttavia, chiediamo che gli sforzi siano equamente distribuiti e che il sistema non penalizzi chi opera nel rispetto delle regole e del benessere animale.
Firmato
Salvatore, un allevatore deluso
Molte volte nel corso degli anni abbiamo parlato di latte crudo, da vari punti di vista, così come dettagliatamente riepilogato nell’articolo “Il latte crudo: tutto quello che c’è da sapere” . Recentemente siamo tornati ad occuparcene a causa di alcuni tristi episodi di cronaca legati al non corretto consumo di questo prodotto, cosa che ha acceso un dibattito pubblico e istituzionale sulla sicurezza alimentare sfociato in una proposta di legge da noi analizzata nell’articolo “Formaggio a latte crudo: in etichetta il rischio per i bambini. Al via la discussione in Senato“.
Tutti concordi nel ritenere che il nocciolo della questione risieda in una corretta comunicazione ed informazione da fornire al consumatore finale, vi proponiamo oggi un breve video informativo realizzato in questi giorni dal Laboratorio comunicazione dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, ed intitolato “Che rischi per la salute comportano latte crudo e formaggi derivati?”
Per un ulteriore approfondimento sul tema suggeriamo anche di guardare “I formaggi a latte crudo si possono salvare? A patto che…“ l’intervista a Guido Tallone, grande esperto di caseificazione, responsabile della formazione di Agenform (Consorzio Istituto lattiero-caseario di Moretta) e autore del best seller “Il caseificio nell’azienda agricola”.