Vignette

Vignette

Dopo la concessione della proroga, diffusa il 2 dicembre sui canali istituzionali Agea, per la presentazione delle domande per le superfici e per la zootecnia relative al Fondo per la Sovranità Alimentare – Campagna 2024   (leggi QUI), sono state pubblicate oggi due nuove Istruzioni Operative che prevedono lo slittamento del suddetto termine al 13 dicembre 2024.

Si tratta delle:

  • Istruzioni Operative n. 135 del 09 dicembre 2024 – Superfici (QUI)
  • Istruzioni Operative n. 136 del 09 dicembre 2024 – Zootecnia (QUI)

Il 6 dicembre u.s., la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha annunciato la conclusione dei negoziati per un accordo di partenariato innovativo tra l’Unione Europea e il Mercosur, comprendente Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay. Questo accordo, descritto come il più ambizioso mai raggiunto dall’UE, mira a rafforzare i legami economici e politici tra le due regioni, promuovendo la sostenibilità, la cooperazione geopolitica e la sicurezza economica.

Tuttavia, l’intesa ha suscitato reazioni contrastanti, in particolare tra le associazioni agricole europee, preoccupate per i possibili impatti sul settore agroalimentare dell’UE.

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha affermato: “Questo è un accordo win-win, che porterà vantaggi significativi ai consumatori e alle aziende, da entrambe le parti. Ci concentriamo sull’equità e sul reciproco vantaggio. Abbiamo ascoltato le preoccupazioni dei nostri agricoltori e abbiamo agito di conseguenza. Questo accordo include solide garanzie per proteggere i vostri mezzi di sostentamento. UE-Mercosur è il più grande accordo di sempre, quando si tratta di protezione dei prodotti alimentari e delle bevande dell’UE. Oltre 350 prodotti dell’UE sono ora protetti da un’indicazione geografica. Inoltre, i nostri standard sanitari e alimentari europei rimangono intoccabili. Gli esportatori del Mercosur dovranno rispettare rigorosamente questi standard per accedere al mercato dell’UE. Questa è la realtà di un accordo che farà risparmiare alle aziende dell’UE 4 miliardi di euro di dazi all’esportazione all’anno”.

I punti principali dell’accordo

Questo accordo giunge in un momento critico per entrambe le parti e offre opportunità per importanti guadagni reciproci attraverso il rafforzamento della cooperazione geopolitica, economica, di sostenibilità e di sicurezza.

  • Ciò rafforzerà i legami strategici commerciali e politici tra partner affidabili e con idee simili.
  • Sosterrà la crescita economica, stimolerà la competitività e rafforzerà la resilienza da entrambe le parti, aprendo opportunità commerciali e di investimento e garantendo un accesso e una lavorazione sostenibili delle materie prime.
  • Rappresenta una pietra miliare nella lotta al cambiamento climatico, con impegni forti, specifici e misurabili per fermare la deforestazione.
  • Considera gli interessi di tutti gli europei, incluso il settore agricolo dell’UE di importanza critica. Aiuterà ad aumentare le esportazioni agroalimentari dell’UE proteggendo al contempo i settori sensibili.
  • Rispetta gli standard dell’UE in materia di salute degli animali e sicurezza alimentare, impedendo l’ingresso sul nostro mercato di prodotti non sicuri.

Un impulso alla competitività e alla sicurezza economica dell’UE e del Mercosur

Con questo accordo:

  • Proteggiamo e diversifichiamo le nostre catene di fornitura.
  • Creiamo nuove opportunità per ogni tipo di impresa, eliminando i dazi spesso proibitivi sulle esportazioni dell’UE verso il Mercosur.
  • Risparmiamo alle imprese dell’UE 4 miliardi di euro di dazi all’anno.
  • Garantiamo preferenze commerciali nei settori strategici dell’industria a zero emissioni nette, come le tecnologie delle energie rinnovabili e i combustibili a basse emissioni di carbonio.
  • Aiutiamo le piccole e medie imprese a esportare di più riducendo la burocrazia.
  • Garantiamo un flusso efficiente, affidabile e sostenibile di materie prime, fondamentale per la transizione verde globale.

Un impegno rafforzato per la sostenibilità

Questo accordo porta gli impegni UE-Mercosur in materia di sostenibilità a un livello superiore attraverso:

  • Rendere l’accordo di Parigi un elemento essenziale delle relazioni UE-Mercosur.
  • Impegni concreti per fermare la deforestazione.
  • Impegni chiari e applicabili in materia di sviluppo sostenibile, compresi i diritti dei lavoratori e la gestione sostenibile e la conservazione delle foreste.
  • Un ruolo attivo delle organizzazioni della società civile nel supervisionare l’attuazione dell’accordo, comprese le preoccupazioni relative ai diritti umani o all’ambiente.

Inoltre, 1,8 miliardi di euro di sostegno dell’UE faciliteranno un’equa transizione verde e digitale nei paesi del Mercosur, nell’ambito del Global Gateway.

Le reazioni delle associazioni di categoria

Copa Cogeca: “Un accordo sbilanciato”

In una dichiarazione rilasciata a Bruxelles, Copa Cogeca, che rappresenta agricoltori e cooperative agricole europee, ha espresso forte opposizione all’accordo: “Pur comprendendo la necessità di rafforzare le relazioni commerciali, questo non deve avvenire a spese del settore agricolo europeo. Gli agricoltori dell’UE sono già sotto pressione a causa di condizioni climatiche difficili e costi elevati. L’afflusso di prodotti a basso costo dal Mercosur rischia di saturare il mercato, compromettendo redditi e competitività. Chiediamo un accordo equo e sostenibile che non usi il settore agricolo come merce di scambio.

Coldiretti: “No senza reciprocità”

Anche Coldiretti, insieme a Filiera Italia, ha sollevato critiche severe: “Accogliamo con favore il dialogo internazionale, ma solo a condizione che vengano rispettate regole reciproche sugli standard produttivi. L’attuale accordo rischia di compromettere la salute dei consumatori europei, data la presenza nei Paesi del Mercosur di pratiche non ammesse nell’UE, come l’uso di pesticidi vietati e promotori della crescita negli allevamenti. Inoltre, non tutela adeguatamente le eccellenze agroalimentari italiane.

Confagricoltura: “Mancanza di protezione per l’agricoltura europea”

Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, ha espresso profondo rammarico per l’accordo: “Non garantisce equità né protezione per il nostro modello agricolo. Siamo preoccupati per l’impatto delle importazioni di carne bovina, pollame e zucchero sul mercato europeo. Confidiamo che il Parlamento europeo valuti attentamente il testo per assicurare standard uniformi in termini di sicurezza alimentare e sostenibilità.

Le prossime tappe

Il testo dell’accordo sarà sottoposto a revisione legale, tradotto nelle lingue ufficiali dell’UE e presentato al Consiglio e al Parlamento Europeo per l’approvazione finale. L’accordo UE-Mercosur rappresenta un passo verso una maggiore integrazione economica globale, ma solleva questioni spinose su sostenibilità, concorrenza e sicurezza alimentare. La strada verso la ratifica appare dunque complessa, con forti pressioni da parte del settore agricolo per rinegoziare termini più equi e bilanciati.

Il Ministero della Salute ha pubblicato il decreto che autorizza ai sensi dell’art. 110, paragrafo 2 del Reg. (EU) 2019/6 l’immissione in commercio dei seguenti medicinali veterinari immunologici contro il virus della febbre catarrale (anche noto come Blue Tongue) sierotipo 3 per bovini e ovini. Di seguito le indicazioni per l’uso per ciascuna specie di destinazione.

BLUEVAC-3 sospensione iniettabile per bovini e ovini

Ovino: Immunizzazione attiva per la riduzione della viremia e dei segni clinici, e per la prevenzione della mortalità contro il virus della febbre catarrale (Bluetongue) sierotipo 3.

Inizio dell’immunità: 21 giorni dopo il completamento dello schema di vaccinazione primario.

Durata dell’immunità: non è stata stabilita.

Bovino: Immunizzazione attiva per la riduzione della viremia contro il virus della febbre catarrale (Bluetongue) sierotipo 3.

Inizio dell’immunità: 21 giorni dopo il completamento dello schema di vaccinazione primario.

Durata dell’immunità: non è stata stabilita.

BULTAVO 3 sospensione iniettabile per ovini e bovini

Ovino: Immunizzazione attiva per ridurre la viremia, e per prevenire i segni clinici e la mortalità causati dal virus della bluetongue sierotipo 3.

Inizio dell’immunità: 3 settimane dopo la vaccinazione di base.

Durata dell’immunità: non è stata stabilita.

Bovino: Immunizzazione attiva contro il virus della bluetongue sierotipo 3.

Inizio dell’immunità: non è stato stabilito.

Durata dell’immunità: non è stata stabilita.

Syvazul BTV 3 sospensione iniettabile per ovini e bovini

Ovino: Immunizzazione attiva per ridurre la viremia e i segni clinici e per prevenire la mortalità contro il virus della bluetongue sierotipo 3.

Inizio dell’immunità: 28 giorni dopo il completamento dello schema di vaccinazione primaria.

La durata dell’immunità non è stata stabilita.

Bovino: Immunizzazione attiva contro il virus della bluetongue sierotipo 3.

L’inizio dell’immunità e la durata dell’immunità non sono stati stabiliti.

Introduzione 

La ruminazione, un atto che distingue i ruminanti dagli animali monogastrici, è un processo fisiologico che favorisce l’ulteriore scomposizione e decomposizione dell’alimento erbaceo e che stimola la digestione (Heinrichs e Lesmeister, 2005). Inoltre, il comportamento di ruminazione può stimolare la produzione di saliva per il mantenimento di un ambiente ruminale sano (Khan et al., 2016). È noto che l’insorgenza e lo sviluppo della ruminazione dipende dalle porzioni anteriori dello stomaco del ruminante (rumine e reticolo; Church, 1988).

I ruminanti neonati sono generalmente considerati monogastrici per l’assenza di ruminazione; tuttavia, iniziano a ruminare poche settimane dopo la nascita man mano che gradualmente le funzioni gastriche iniziano a svilupparsi (Swanson e Harris, 1958; Baldwin et al., 2004; Porter et al., 2007). Una volta iniziata la ruminazione, nei vitelli la sua durata continua ad aumentare rapidamente con l’età (Swanson e Harris, 1958; Liu et al., 2019). Swanson e Harris (1958) hanno scoperto che la durata della ruminazione poteva raggiungere i 185 e i 297 min/giorno rispettivamente a 23 e 65 giorni di età e che esisteva un’elevata correlazione (r = ~0.7) tra la durata della ruminazione e l’ingestione di mangime solido. Allo stesso modo, Liu et al. (2019) hanno riportato che la durata della ruminazione nei vitelli aumentava significativamente 1 settimana dopo lo svezzamento. Inoltre, alcuni studi hanno riportato che i vitelli alimentati con diverse tipologie di mangime solido a pari età mostrano durate della ruminazione diverse (Swanson e Harris, 1958; Castells et al., 2012; Montoro et al., 2013).

Questi risultati indicano che la somministrazione di mangime solido ai giovani vitelli può favorire lo sviluppo del comportamento di ruminazione. La prima comparsa del comportamento di ruminazione precede o coincide con l’assunzione di mangime solido (Swanson e Harris, 1958). Pertanto, nei vitelli la comparsa della ruminazione può fungere anche da indicatore chiave dello sviluppo del rumine. Tuttavia, alcuni studi hanno riportato risultati diversi per quanto concerne l’età della prima ruminazione (AFR) nei vitelli.

Swanson e Harris (1958) hanno scoperto che i vitelli da latte nutriti con fieno misto di erba medica tritata grossolanamente mostravano un primo comportamento di ruminazione durante la seconda settimana di vita. Porter et al. (2007) hanno evidenziato che il primo comportamento di ruminazione nei vitelli non alimentati con foraggio si verificava a 4 settimane di vita. Ghassemi Nejad et al. (2012) hanno scoperto che l’inizio della ruminazione nei vitelli alimentati solamente con mangime concentrato pellettato si verificava a circa 3 settimane di vita e non sono emerse differenze significative tra i vitelli alimentati con mangime pellettato di diverso diametro; tuttavia, un altro studio ha mostrato che i vitelli alimentati solamente con mangime concentrato pellettato iniziavano a ruminare a 6 settimane di vita (Khan et al., 2016).

Va detto però che questi studi (Swanson e Harris, 1958; Porter et al., 2007; Ghassemi Nejad et al., 2012; Khan et al., 2016) non utilizzavano campioni di grandi dimensioni, non avevano una gestione uniforme dell’alimentazione, non utilizzavano gli stessi criteri di valutazione del comportamento e costanti metodi di osservazione del comportamento per valutare accuratamente l’insorgenza della prima ruminazione nei vitelli. Inoltre, una transizione graduale verso l’assunzione di mangime solido durante il periodo della suzione, accompagnata da una sufficiente ruminazione, nei vitelli promuove una maggiore assunzione di starter e un incremento di peso dopo lo svezzamento (Khan et al., 2011a). Tuttavia, non è stato riscontrato se l’AFR nei vitelli sia correlata all’ingestione di alimento, al peso corporeo e ad altri indicatori comportamentali come la ruminazione, lo stare in piedi sulle zampe e il comportamento orale non a scopo alimentare durante il periodo della suzione.

Partendo da questi studi, gli autori della ricerca che oggi vi proponiamo, pubblicata sul Journal of Dairy Science, hanno deciso di raccogliere nuove informazioni, utili per ottimizzare l’alimentazione del vitello e le pratiche di gestione, osservando i cambiamenti comportamentali (in particolare la ruminazione) in 56 vitelli Holstein dalla nascita ai 30 giorni di età, alimentati con diete specifiche per vitelli lattanti che prevedevano la somministrazione di solo mangime concentrato pellettato e latte. Inoltre, hanno misurato l’ingestione di mangime, il peso corporeo e gli indicatori comportamentali di tutti i vitelli per esplorare ulteriormente gli effetti dell’AFR. L’ipotesi di partenza è stata che l’inizio della ruminazione nei vitelli potrebbe essere correlata ad indicatori visibili, inclusa l’ingestione di mangime, il peso corporeo, il comportamento di ruminazione e il comportamento orale non a scopo alimentare, durante il periodo della suzione.

Materiali e metodi

Lo studio è stato condotto su 56 vitelli sani neonati di razza Frisona. Dopo la nascita, i vitelli sono stati rimossi dalla sala parto, identificati con marca auricolare, il cordone ombelicale è stato disinfettato e i vitelli sono stati nutriti con colostro. I vitelli sono stati allevati individualmente in 3 recinti di 1,5 × 3 × 1,2 m dotati di telecamere a infrarossi a partire dal 2° giorno di età, con lettiera in paglia. Ogni vitello ha consumato un totale di 6 L di colostro, con 4 L somministrati entro 2 ore di vita e i restanti 2 L 8 ore dopo la prima poppata. Ai vitelli sono stati offerti 5 L di latte pastorizzato al giorno dai 2 ai 7 giorni di età e 9 L di latte pastorizzato con i loro 3 pasti ogni giorno (alle 06:00, alle 12:00 e alle 19:00) dagli 8 ai 60 giorni di età. A 61 giorni di età, i vitelli hanno iniziato lo svezzamento e l’esperimento è stato concluso. Durante l’esperimento, i vitelli sono stati alimentati con mangime iniziale concentrato sfuso e in pellet (Lian Ying Co. Ltd.; contenuto di acqua: 11,34%, proteina grezza: 20,31%, ceneri grezze: 7,11%, fibra grezza: 8,45%, calcio: 1,10% e fosforo: 0,62%) ad libitum dai 3 giorni di età e avevano libero accesso ad acqua potabile pulita e fresca.

I recinti sono stati posizionati in una stalla aperta. Al centro della stalla, un registratore automatico di temperatura e umidità (Maisi Co. Ltd., TH21R) è stato appeso all’altezza della gabbia per registrare la temperatura e l’umidità una volta ogni ora; la paglia è stata cambiata prima delle 06:00 ogni giorno, per garantire la salute e l’igiene. Un veterinario esperto ha supervisionato tutti i vitelli quotidianamente. In base ai registri di alimentazione del veterinario e ai registri di allevamento dell’azienda, sono stati raccolti dati sul numero di episodi di diarrea dalla nascita a 30 giorni di età ( TD30 ) per tutti i vitelli. Nel frattempo, i vitelli sono stati pesati alla nascita (IBW) e a 61 giorni di età (BW61), sempre prima della distribuzione mattutina dei pasti. Il mangime iniziale è stato cambiato alle 08:00 ogni giorno e la quantità di mangime iniziale aggiunta e lasciata è stata registrata per calcolare l’assunzione giornaliera. I 56 vitelli da latte sono stati monitorati ininterrottamente, attraverso registrazioni video, per 27 giorni a partire dai 3 giorni di età per la raccolta di dati comportamentali da parte di una persona.

Risultati

Per quel che riguarda la distribuzione dell’età del primo comportamento ruminante, il più precoce è stato registrato a 9 giorni di età e l’ultimo a 28 giorni di età e nel 50%, o nella maggioranza, dei vitelli, l’AFR era di 15-20 giorni di età. I dati rilevati mostrano una grande variabilità, ma non è stata trovata alcuna differenza significativa nell’AFR tra vitelli maschi e femmine.

E’ stato scoperto che la durata del comportamento in stazione eretta nei vitelli dalla nascita a 30 giorni di età ha mostrato prima un andamento crescente, poi è diminuita e successivamente è diventata stabile entro la fine del periodo di osservazione. La durata della ruminazione nei vitelli è aumentata con l’età durante il periodo di osservazione. Il periodo di osservazione è stato diviso in due: dai 3-16 giorni e dai 16-30 giorni di età, per esplorare ulteriormente la relazione tra ruminazione e comportamento in stazione utilizzando l’analisi di regressione. La correlazione rilevata è stata scarsa in entrambi i casi.

I risultati delle analisi statistiche descrittive degli altri indicatori dei vitelli hanno evidenziato grandi differenze tra i singoli vitelli, con intervalli e DS come segue: età della prima ingestione della lettiera, 10 giorni e 2,93; durata della prima ingestione della lettiera, 30 minuti e 6,58; assunzione totale di mangime starter prima della prima ruminazione, 1.870 g e 393,9; durata di NNOB25 (comportamento orale non nutritivo) o 30, 48 minuti o 39 minuti e 10 o 10,7; DEB (durata dell’ingestione della lettiera) 25 o 30, 83 minuti o 94 minuti e 18,49 o 24,09; TD30 (numero di episodi di diarrea entro 30 giorni di età) 6 cicli e 1,27; assunzione totale di mangime di partenza entro 30 giorni di età, 4.185 g e 991,2. Tuttavia, i risultati hanno mostrato che, sebbene la durata media della prima assunzione di lettiera fosse breve (13,36 ± 6,58 min), i vitelli hanno iniziato a mangiare lettiera in età precoce (6,4 ± 2,93 giorni) e 4 vitelli (7,1%) non avevano iniziato a mangiare mangime di partenza prima della loro prima ruminazione. Il BW61 medio (84,1 ± 5,09 kg) era il doppio del IBW medio (40,1 ± 3,95 kg).

Conclusioni

In questo studio sono stati osservati i cambiamenti nel comportamento ruminante dei vitelli dalla nascita al 30° giorno di vita, e sono stati esplorati principalmente il momento di comparsa e l’influenza della prima ruminazione. L’età della prima ruminazione era solitamente compresa tra 15 e 20 giorni di età ed era positivamente correlata all’età dei vitelli che mangiavano per la prima volta la loro lettiera. E’ stato anche scoperto che un’età precoce della prima ruminazione era associata a durate più brevi di comportamenti orali non nutritivi, durate più lunghe di ruminazione e consumo di lettiera e maggiore assunzione di mangime entro i 30 giorni di età. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi a lungo termine sugli effetti dell’età della prima ruminazione sui vitelli.

Tratto da: “Development of ruminating behavior in Holstein calves between birth and 30 days of age” di S. Wang, Q.Y. Diao, F.M. Hu, Y.L. Bi, M.Y. Piao, L.S. Jiang, F. Sun, H. Li, Y. Tu. Journal of Dairy Science. Volume 105, Issue 1, January 2022, Pages 572-584. https://doi.org/10.3168/jds.2021-20405

La Neosporosi è una malattia parassitaria sostenuta dal protozoo Neospora caninum che colpisce un percentuale non piccola di bovine causando spesso come unico sintomo l’aborto.

Anche se non c’è un sistema nazionale di monitoraggio della sua prevalenza negli allevamenti e negli animali è considerata ubiquitaria, ed è forse la causa di aborti più frequente nella bovina da latte.

Eradicare completamente la presenza di Neospora caninum in questi animali è molto difficile ma tenere sotto controllo la sua diffusione e la sua patogenicità è assolutamente possibile.

Per conoscere meglio questo parassita abbiamo chiesto aiuto al Dott. Massimiliano Paoletti dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise Giuseppe Caporale.

Per vedere l’intervista clicca sul pulsante!

Il 13 e 14 Novembre scorsi si è svolto il Seminario SATA Caprini nella nuova formula di giornate porte aperte presso l’allevamento caprino di Cascina Bagaggera a Valletta Brianza (Lecco).

La due giorni di formazione organizzata da ARAL e UOFAA con il contributo del Progetto PSR di Regione Lombardia, CapraGEN, si è svolta con il favore di un meteo freddo ma soleggiato che ha permesso la realizzazione in campo dei tre atelier tematici nella seconda giornata di giovedì 14 , mentre la prima giornata di mercoledì 13 ha visto l’alternarsi di relatori di elevato livello tecnico per lezioni di formazione frontale sia in presenza che a distanza via webinar.

I temi di formazione sono stati scelti in funzione della realtà dell’allevamento che ha accolto il seminario: azienda multifunzionale in cui l’attività agricola è sinergica con quella sociale e l’allevamento caprino biologico con trasformazione diretta ben si integra nella area protetta del Parco Regionale di Montevecchia e della valle del Curone, attraverso la valorizzazione dei foraggi affienati in due tempi con essiccatoio e un intenso utilizzo del pascolo.

L’evento ha visto una nutrita partecipazione tra allevatori e tecnici del settore provenienti da diverse regioni italiane (Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Emilia-Romagna, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria, Lazio e Calabria) con circa 100 partecipanti nella prima giornata (50 in presenza e 50online) e 50 partecipanti solo in presenza nella seconda giornata, per un totale di 150 presenze totali all’evento.

Il successo dell’evento è sicuramente dovuto ai temi trattati di sicuro interesse, quali la qualità dei foraggi a 360 gradi dal campo alla mangiatoia, gli indicatori di pilotaggio del benessere del gregge caprino, la gestione della parassitosi particolarmente sentita al pascolo, la gestione della riproduzione ed il miglioramento genetico da un punto di vista sostenibile ed infine la genomica, questa sconosciuta.

La qualità dei relatori e dei moderatori nazionali ed esteri ha poi fatto la differenza, ma è stata sicuramente la formula degli atelier pratici del giovedì 14 mattina che ha avuto enorme successo tra i partecipanti. Questi divisi in tre gruppi di circa 15-20 persone ha permesso di affrontare nella pratica in allevamento e sul campo 3 temi strategici affrontati in sala nel giorno precedente: gli indicatori di osservazione del gregge atelier animato da Bertrand Bluet di IDELE Francia, le pratiche agronomiche per ottimizzare la produzione foraggera atelier animato da Gabriele Iussig di FEM Trento e la gestione del pascolo e delle parassitosi atelier animato da Simone Fasana di Lombardia Alleva.

Nel pomeriggio della giornata conclusiva si è tornati in sala per affrontare i temi della riproduzione e della genetica sostenibili e della genomica con i risultati presentarti dal CGC, da AssoNaPa e da UniMi nell’ambito del progetto CapraGEN in partenariato con ARAL.

Ciliegina sulla torta e degna conclusione della due giorni è stato il laboratorio animato e condotto da Manuela Ferrari e Martina Francesca di Lo Spazio, che ha permesso di creare dei gruppi di lavoro tra i partecipanti per individuare tematiche prioritarie di formazione per gli allevatori ed i tecnici del settore caprino. Questo permetterà ad ARAL e a UOFAA di individuare percorsi formativi ad hoc e le relative risorse finanziarie per sostenerli.