Allevare gli animali da reddito al pascolo vuol dire sì benessere animale, prodotti di origine animale dalle caratteristiche sensoriali peculiari e minor impatto ambientale, tuttavia l’allevatore si trova molto spesso di fronte ai danni causati dai predatori (per esempio lupi), che in alcuni casi possono essere anche umani. Attualmente, il tema dei predatori è molto discusso ed interessa sempre più gli allevatori ed anche le istituzioni pubbliche. Prima di intraprendere un percorso di prevenzione, è necessario individuare i punti critici e la vulnerabilità dell’azienda zootecnica; per ottenere buoni risultati, l’allevatore deve essere convinto e consapevole del lavoro da compiere, sia dal punto di vista economico che in termini di ore/lavoro da dedicare. La prevenzione in azienda dovrebbe essere un’attività quotidiana per l’allevatore.
Per approfondire il tema, e scoprire una nuova tecnica di prevenzione e difesa dai predatori per gli animali al pascolo, abbiamo intervistato l’Egregio Professore Bruno Ronchi dell’Università degli Studi della Tuscia, coordinatore del progetto “AllEstEqual”, finanziato dalla Misura 16.2.2. del PSR Umbria 2014/2020 e messo a punto dal Dipartimento di Scienze Agrarie e ambientali (DAFNE). Il progetto vede la creazione di un dispositivo di allarme a vantaggio dell’allevatore. Questo nuovo sistema studiato dai ricercatori potrebbe fornire risultati positivi in termini di riduzione delle perdite; tuttavia, è giusto sottolineare che non è una soluzione al problema, ma un ausilio alla gestione del rischio “predatori”.
1. Professore, in qualità di coordinatore del progetto, le chiedo come è nata l’idea di realizzare questo sistema di difesa dalle predazioni di animali da reddito al pascolo brado? Da chi è composto il gruppo di lavoro? Quali obiettivi sono stati individuati per il progetto AllEstEqual? Che tipo di valutazioni e prove avete svolto?
L’idea è nata in seguito a sollecitazioni da parte di funzionari della sezione umbra della Confederazione Italiana Agricoltori (C.I.A.) e da incontri preliminari con alcuni allevatori umbri di ovini e bovini, che hanno manifestato i gravi e ricorrenti problemi derivanti da predazioni da lupo dei propri animali e la necessità di trovare delle soluzioni, soprattutto durante le ore e nei luoghi in cui gli animali non sono sorvegliati direttamente dal personale aziendale. La soluzione di attrezzare i pascoli, che sono spesso estesi centinaia di ettari, con recinzioni anti-predatori ci è sembrata, anche alla luce delle più recenti ricerche e acquisizioni scientifiche, estremamente onerosa e poco funzionale, nonché fortemente impattante sul paesaggio e sulle altre componenti faunistiche. Il punto di partenza è rappresentato dalla constatazione che quando gli animali si sentono minacciati, tendono a scappare. Ciò induce una modificazione del rumore ambientale rispetto alla normalità, per esempio perché aumenta il rumore dei campani in dotazione agli animali, o perché gli animali fanno versi con maggior frequenza ed intensità, oppure perché i cani da pastore, che molto spesso stanno vicino agli animali, iniziano ad abbaiare. Allora abbiamo pensato che un sistema di rilevamento di questo diverso “rumore” potesse essere associato ad un sistema di allerta, ad esempio un sms sul telefono mobile dell’allevatore, il quale può prontamente intervenire in difesa degli animali. Da questa idea è scaturito un progetto attuativo, a carattere multidisciplinare, sviluppato dal Dott. Riccardo Primi, agronomo e faunista del Dipartimento DAFNE del nostro Ateneo e dall’Ing. Marco Berni, per gli aspetti legati all’assemblaggio ed alla programmazione informatica. Abbiamo realizzato così tre prototipi, di costo estremamente contenuto (poche centinaia di euro), testati dapprima in condizioni sperimentali di laboratorio, poi direttamente in campo, simulando attacchi al bestiame. Abbiamo puntato alla semplicità d’uso (l’allevatore è in grado in completa autonomia di settare il sistema e metterlo in condizioni di operatività) e su un basso costo, che può essere ulteriormente ridotto in fase di eventuale commercializzazione.
2. Nella pratica, come definisce questo dispositivo di allertamento e come funziona? Rispetto a quali sistemi di prevenzione è complementare?
Possiamo definirlo come un sistema di rilevamento indiretto della presenza del lupo o di altre situazioni che mettono in pericolo il bestiame totalmente innocuo per gli animali. Quando il sistema, che è dotato di un microfono ad alta sensibilità, rileva un rumore diverso da quello di fondo che permane per più di 10 secondi, avvisa tramite un sms l’allevatore. Tutto è gestito da Arduino, una piattaforma hardware distribuita liberamente e a basso costo, composta da una scheda elettronica dotata di un microcontrollore. L’sms è inoltrato al cellulare dell’allevatore tramite una scheda sim dati contenuta nel sistema. L’allevatore deve solo impostare il livello del suono superato il quale si attiva l’avviso e la fascia oraria di attivazione; questo deve farlo direttamente dove la strumentazione viene posizionata, per esempio vicino agli stazzi, in modo che la taratura sia congrua con l’ambiente circostante. Teniamo a precisare che questo sistema deve essere a supporto di altre tecniche di prevenzione, come la rimessa notturna del bestiame, la presenza di cani da pastore e, dove possibile, la presenza costante di un addetto alla guardiania.
3. Infine, quali sono le prospettive future?
Le prospettive di sviluppo e miglioramento sono diverse. Molti suggerimenti sono stati forniti dagli allevatori che hanno preso parte al progetto, del quale è stata capofila l’azienda Marceddu & C. di Castel Giorgio, in provincia di Terni. Ad esempio, la possibilità di munire il sistema di una videocamera, che possa trasmettere in diretta, sempre sul telefono mobile, anche quello che sta succedendo agli animali; o la possibilità di attivare suoni, voci registrate, accensioni di luci, in concomitanza con la rilevazione del rumore anomalo, in modo far scattare immediatamente interventi di carattere deterrente. La nostra idea di sviluppo è quello di renderlo uno strumento multifunzionale, implementabile con altri oggetti elettronici e sensori, anche per un suo miglior successo commerciale. Tutto ciò è finalizzato a poter offrire agli allevatori un valido supporto per la difesa contro le predazioni da lupo o da altra fauna problematica, non escludendo la prevenzione di furti ed atti vandalici, con la finalità generale di migliorare la qualità di vita degli allevatori in aree collinari e montane, nonché la sostenibilità complessiva delle loro imprese.