Il giorno 11 maggio 2021 si è svolta l’audizione, in videoconferenza, della 9ª Commissione Agricoltura e produzione agroalimentare del Senato (ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi parlamentari), in relazione all’affare assegnato n. 214 (Problematiche di mercato del latte vaccino in Italia) dei rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole e degli organismi della cooperazione.

Gianpaolo Vallardi, Presidente dell’audizione, apre così i lavori:“Questo è un affare assegnato su cui stiamo lavorando da un pò di tempo – continua – Quindi questa Commissione sta cercando di portare avanti questo affare assegnato che verrà portato poi in Aula per sensibilizzare su questo importante settore dell’agricoltura”.

Di seguito sono riportati, in sintesi, gli interventi degli auditi:

  • Agrinsieme, rappresentata da: Paolo Mezzogori, Vincenzo Lenucci, Massimo Fiorio, Federica Agati, Fulvio Pierangelini
  • Coldiretti, rappresentata da: Giorgio ApostoliNicola Bertinelli
  • Gennaro Scognamiglio, Presidente Unci Agroalimentare

Il parere di Agrinsieme

Agrinsieme si è focalizzata sull’aumento dei costi (delle materie prime) che, a parità del calo dei prezzi, sta minando la redditività delle imprese. Tale fenomeno rappresenta il problema fondamentale del comparto zootecnico, in particolar modo la remunerazione della fase primaria produttiva a livello dell’allevamento: per questo Agrinsieme ha adottato delle contromisure e delle proposte, ma chiede che vengano presi dei provvidimenti e delle misure a livello esecutivo, magari anche nel tavolo di confronto tra i Ministeri per tutto quello che riguarda la sanità e il benessere degli animali. Il tema principale discusso in questa sede da Agrinsime è la debolezza della redditività delle aziende agricole e degli allevamenti.

Mezzogori: “Visto lo sviluppo che c’è stato negli ultimi anni, con un aumento sensibile della produzione ed il possibile raggiungimento dell’autosufficenza, in futuro si dovranno affrontare nuove sfide, e si dovrà quindi  prevedere la riforma del settore verso nuovi modelli di produzione e nuove politiche commerciali. Inoltre sarà necessario ricercare nuovi sbocchi di mercato per collocare le produzioni e consentire ai produttori di ottenere un’equa redditività. L’evoluzione della produzione nazionale rende essenziale un equilibrio dei rapporti all’interno della filiera, in particolar modo a beneficio degli allevatori le cui produzioni non rientrano nei circuiti di tutela o cooperative, ma bisognerà anche rivedere i rapporti tra le imprese di trasformazione alla GDO. Le scelte nazionali dovranno continuare ad incentrarsi sul favorire maggiormente l’aggregazione della fase primaria aumentando il potere contrattuale dei produttori di latte, le sinergie di acquisto e l’utilizzo sia di mezzi di produzione che di fonti energetiche per abbattere i costi di produzione. L’altra tematica per noi sensibile è quella relativa alla remunerazione del prodotto a prezzi palesemente al di sotto dei costi di produzione. E’ altresì necessario favorire la ricerca sull’impiego delle componenti del latte nel campo nutrizionale, farmaceutico e della cosmetica per aprire nuovi sbocchi di mercato. E’ anche importante prevedere delle mirate campagne commerciali per aumentare l’export”.

Il parere di Coldiretti

Bertinelli: “Il vero grande tema che sarebbe necessario sollevare in questa sede è che per il latte italiano, non destinato alle certificazioni di origine geografica, è necessario un adeguato programma di valorizzazione. Coldiretti ha portato avanti una battaglia, per anni, per riuscire ad ottenere l’obbligo dell’origine dei formaggi e derivati del latte italiani  e penso che il Covid abbia dimostrato quello che noi da tempo dicevamo. E’ esploso il consumo di prodotti 100% italiani. L’import del latte sfuso dall’estero è calato perchè i cittadini hanno comperato latte italiano e prodotti di origine italiana. Dobbiamo valorizzare maggiormente mediante l’utilizzo di un programma, che possieda una profonda comunicazione, il latte italiano non destinato alle produzioni DOP, ma dobbiamo anche però ostacolare quanto è accaduto durante la pandemia, perchè purtroppo troppi operatori dell’industria alimentare, nel mese di aprile, hanno obbligato, modo unilaterale, i produttori di latte a venire meno a dei contratti fatti ad inizio anno, non rispettando però la legge 51 del maggio 2015 (la quale impone che i contratti sulla cessione di latte crudo devono avere una durata di almeno 1 anno, e che il prezzo non deve essere al di sotto dei costi di produzione). Da aprile, con la scusa dell’epidemia da Covid-19, durante la quale è calato il consumo dei prodotti lattiero caseari, si è utilizzata questa leva per far scendere il prezzo del latte anche del 15%, ma in realtà il calo riguarda i prodotti ottenuti con il latte importato, non con il latte italiano! Quindi la mia sintesi è che bisogna portare avanti il programma di valorizzazione del latte italiano poichè i cittadini hanno dimostrato di apprezzare e voler spendere qualcosa di più per comperare quest prodotto di origine nazionale, ma la legge va rispettata, quindi noi di Coldiretti chiediamo che venga garantito il rispetto della disciplina vigente, perchè questa legge esiste. Bisogna assicurare la legalità, e auspichiamo che si raggiunga ancora un potenziamento in merito al recepimento della direttiva delle pratiche sleali; inoltre chiediamo anche che l’intervento venga portato in essere!”

Il parere di Unci Agroalimentare

Scognamiglio:“Il mondo delle cooperative, da sempre, ha fatto si che il prezzo finale potesse remunerare l’intera filiera, accorpandolo così all’interno del sistema delle cooperative, dalla selezione genetica del bestiame fino alla consegna del prodotto all’azienda di trasformazione. Le produzioni di latte sono aumentate, ma il prezzo è diminuito. Cosa fare? La risposta credo sia nella filiera, in quello che ci stiamo immaginando come nuova scrittura anche della PAC; non c’è più, secondo noi, l’opportunità di dare un aiuto accoppiato per l’animale morto o un’assicurazione sulla carcassa, ma creando un’opportunità di rigenerare all’interno degli aiuti una nuova visione del sistema di valorizzazione. Quindi chiediamo una rilettura degli aiuti agli allevatori all’interno della PAC“.

 

Guarda il video dell’Audizione (11/05/2021)

 

Fonte: Senato