Come in qualsiasi altro settore economico, anche in agricoltura gli investimenti attuali mostrano quale sarà il futuro orientamento assunto dall’azienda perché sono un indice macroscopico delle scelte gestionali operate dall’imprenditore. Il clima di incertezza che influenza negativamente il mercato globale fa sentire, seppure in misura più contenuta rispetto alla UE, i suoi effetti anche in Svizzera.

Nel 2024 gli agricoltori elvetici ridurranno drasticamente gli investimenti: è quanto emerge da un interessante sondaggio on-line proposto dalla rivista indipendente Der Schweizer Bauer che, sul proprio sito, ha posto la domanda:

“Dove investirai di più nel 2024?”

Il panorama delle risposte ottenute è proposto nel grafico 1 e raffigura i dati raccolti da un campione di 320 imprenditori agricoli.

Analizzando le percentuali corrispondenti a ciascuna tipologia di risposta appare subito evidente come il 31,88% degli agricoltori non effettuerà alcun tipo di investimento, mentre solo il 16,25% investirà nella costruzione di una nuova stalla, o per ristrutturare o ammodernare quella già esistente, e l’11,25% intraprenderà i lavori di ristrutturazione riguardanti l’edilizia residenziale in azienda. Nel complesso, gli investimenti per l’edilizia aziendale interesseranno il 27,50% delle realtà agricole svizzere.

Decisamente inferiore saranno gli imprenditori agricoli che investiranno i loro capitali per acquistare i macchinari, per l’acquisizione di nuovi terreni e per l’installazione di impianti energetici. Sensibilmente basso sarà, invece, il numero di coloro che investiranno nell’impianto di mungitura, nell’organizzare la vendita diretta dei prodotti agricoli, nelle attrezzature specifiche da impiegare in stalla nonché nell’assunzione di nuovo personale e nella propria formazione. È interessante notare come l’assunzione di nuovo personale sia un’azione che intraprenderà soltanto l’1,88% degli appartenenti al campione. L’acquisto di nuovi capi di bestiame è la voce alla quale corrisponde la minore percentuale di risposte, non superando lo 0,63% del totale

Grafico 1. Ripartizione della percentuale di risposte in relazione alle differenti tipologie delle stesse (Fonte: Der Scheweizer Bauer, 2024. Modificato)