Torniamo sull’argomento del momento: certificazioni DOP e IGP. Il nostro Paese, che da sempre si batte per la tutela dei prodotti a indicazione geografica, si ritrova ancora una volta a fronteggiare concorrenze ed evocazioni da parte di alimenti che non hanno nulla a che vedere con i nostri prodotti di qualità. Sotto i riflettori si è posto il Prosek, un vino croato che inoltra all’UE la richiesta per il riconoscimento della denominazione. Nel caso dello Champanillo, (di cui avevamo parlato in Corte UE: DOP e IGP vengono protette da altri prodotti e da servizi, il caso dello Champagne) e della disputa Francia – Spagna, la Corte Europea aveva dichiarato protetto lo Champagne e in quel caso non solo da evocazioni di altri prodotti, ma anche di servizi, ovvero locali, bar o ristoranti che ne riprenderebbero il nome. Vedremo se in questo caso l’UE concederà o meno la denominazione ad un vino, che palesemente evoca il nostro Prosecco.
“A partire dal recente caso Prosek, è necessaria una politica più attenta ai problemi reali delle filiere, un simbolo del Made in Italy che vale oltre il 25% dell’export agroalimentare italiano. Origin Italia chiede all’Europa una politica che tuteli e che promuova le Indicazioni Geografiche, mentre si assiste ad una diminuzione progressiva delle risorse sulla promozione e alla minaccia Nutriscore, una modalità semplicistica di classificare gli alimenti che va ad avvantaggiare solo le grandi industrie del Nord Europa“. A sottolinearlo è il presidente di Origin Italia Cesare Baldrighi – in seguito al riconoscimento della richiesta della denominazione Prosek per un vino croato – che da tempo chiede un maggior impegno e coordinamento della politica italiana a Bruxelles per difendere i nostri prodotti DOP IGP.
“Il via libera della Commissione UE alla pubblicazione della richiesta croata di riconoscimento della denominazione di un vino Prosek (richiesta considerata “conforme ai requisiti di ammissibilità e validità”) e la notifica da parte della Slovenia di una legge secondo cui qualsiasi aceto di vino con l’aggiunta di mosto concentrato potrà essere venduto come “aceto balsamico” – ha evidenziato Baldrighi – preoccupano il mondo delle Indicazioni Geografiche e sono in profondo contrasto con le ultime prese di posizione assunta dalla Corte di Giustizia a protezione dei prodotti a Indicazione Geografica“.
Ma non si tratta degli unici casi del genere, ricorda Origin Italia. Da anni i Consorzi di Tutela devono combattere in tutto il mondo da soli le usurpazioni e le imitazioni, soprattutto quelle del settore lattiero-caseario italiani, come il Parmigiano Reggiano in versione “Parmesan”, il Gorgonzola, il Grana Padano, la Fontina e la Burrata, solo per citare alcuni esempi.
Fonte: OriGIn Italia