Oggi durante la 233° seduta del Senato si è svolta un’interessante discussione a seguito dell’interrogazione presentata dai senatori Alfieri e Franceschelli, in merito alle forti oscillazioni dei costi di produzione del burro. L’interrogazione ha evidenziato le difficoltà incontrate dalle imprese italiane produttrici di burro a causa delle variazioni drammatiche dei prezzi, che hanno visto forti fluttuazioni negli ultimi anni.
La situazione del mercato del burro
Nel periodo gennaio 2021 – agosto 2024, il prezzo medio europeo del burro è passato da 340 euro per 100 chili a punte di 724 euro, per poi calare fino a 440 euro e risalire nuovamente a 680 euro per 100 chili, evidenziano gli interroganti. Questo andamento, secondo i senatori, suggerisce la presenza di fenomeni speculativi che stanno gravando sulle imprese nazionali, già alle prese con altre difficoltà legate al ritardo con cui la grande distribuzione riconosce gli aumenti dei costi.
La risposta del Governo
Il Sottosegretario di Stato per l’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste, La Pietra, ha fornito una dettagliata risposta, spiegando che l’Unione Europea, il secondo maggiore esportatore mondiale di burro, è influenzata da dinamiche globali di offerta e domanda, con un aumento delle importazioni da parte di Paesi asiatici. Tuttavia, dal gennaio al luglio 2024, la produzione di burro nell’UE ha subito un calo, dovuto a fattori quali cambiamenti climatici, aumento dei costi di produzione, politiche di riduzione delle emissioni e l’epidemia da Blue Tongue.
In Italia, la produzione nazionale di burro copre solo il 63% del fabbisogno interno, rendendo il mercato dipendente dalle dinamiche europee. Nonostante un calo dei prezzi al dettaglio tra il 2023 e i primi mesi del 2024, si prevede un nuovo rialzo. Tuttavia, come ha sottolineato La Pietra, interventi speculativi a livello nazionale sono difficilmente controllabili, poiché la regolamentazione dei mercati agricoli spetta all’Unione Europea.
Azioni di controllo e repressione
Il Sottosegretario ha poi evidenziato l’importante lavoro svolto dall’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), che nel 2022 ha condotto oltre 700 controlli nel settore lattiero-caseario, comprese le grandi distribuzioni organizzate. Queste verifiche hanno portato alla contestazione di numerose irregolarità, specialmente riguardo al rispetto delle condizioni contrattuali e delle tempistiche di pagamento. La campagna di controllo verrà intensificata nei prossimi mesi, in linea con le nuove normative introdotte dal decreto-legge n. 63 del 2024.
La reazione dei proponenti
Il senatore Franceschelli, in risposta, ha ringraziato il Sottosegretario per la tempestività nella risposta, sottolineando come il problema delle oscillazioni dei prezzi del burro sia solo un riflesso di un tema più ampio, ovvero la disparità tra i ricavi percepiti dai piccoli produttori e i prezzi finali pagati dai consumatori. Ha poi posto l’accento sulla necessità di monitorare attentamente le pratiche commerciali sleali e di garantire la sopravvivenza delle piccole aziende agricole, spesso messe in difficoltà dalle dinamiche speculative.
In conclusione, Franceschelli ha espresso soddisfazione per la rapidità della risposta, ma ha evidenziato la necessità di continuare a vigilare sul settore, soprattutto per tutelare i piccoli e medi agricoltori che costituiscono il tessuto produttivo nazionale.