Il Comitato permanente della Convenzione di Berna ha approvato oggi la proposta dell’Unione Europea di modificare lo status di protezione del lupo. A partire dal 7 marzo 2025, la specie passerà da “strettamente protetta” a “protetta” secondo gli standard della Convenzione. Questa decisione segna un cambiamento significativo nella gestione della fauna selvatica e avrà un impatto diretto sulle politiche degli Stati membri dell’UE.

Con l’entrata in vigore della modifica, l’Unione Europea potrà adeguare gli allegati della Direttiva Habitat, attraverso un emendamento legislativo che dovrà essere approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio. La nuova classificazione permetterà agli Stati membri una maggiore flessibilità nella gestione delle popolazioni locali di lupi, mantenendo però l’obbligo di garantire uno stato di conservazione favorevole per la specie.

La Commissione Europea ha sottolineato l’importanza di investire in misure efficaci per prevenire i danni causati dai lupi, come la predazione del bestiame. Saranno quindi messi a disposizione ulteriori finanziamenti e supporto tecnico per aiutare i Paesi membri nella progettazione e implementazione di strategie di prevenzione.

Questa modifica nasce da una revisione approfondita sullo stato del lupo nell’UE, condotta dalla Commissione Europea nel dicembre 2023. L’analisi ha evidenziato un aumento delle popolazioni di lupi e un impatto crescente sulle comunità rurali e sulle attività agricole, portando all’adozione della proposta da parte del Consiglio nel settembre 2024. Tale decisione si allinea alla posizione espressa dal Parlamento europeo nel novembre 2022.

La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha commentato: “Notizie importanti per le nostre comunità rurali e per gli agricoltori. La Convenzione di Berna ha deciso di modificare lo stato di protezione dei lupi. Perché abbiamo bisogno di un approccio equilibrato tra la conservazione della fauna selvatica e la protezione dei nostri mezzi di sostentamento.”

La decisione riflette un equilibrio tra la necessità di tutelare la biodiversità e quella di rispondere alle esigenze delle comunità rurali, ribadendo al contempo l’importanza di una gestione sostenibile della fauna selvatica.