Lo stress da caldo estivo è attualmente una delle maggiori cause di perdite economiche per gli allevatori di vacche da latte, soprattutto nelle regioni calde del mondo.
L’International Dairy Federation (IDF) ha deciso di affrontare il problema e ha recentemente istituito un comitato di esperti per esaminare la questione e raccomandare modi per affrontarla a livello globale. Dopo essere stato raccomandato dall’Israeli Dairy Board per partecipare a questo comitato, mi sono trovato a ricoprire un ruolo centrale nella gestione di questo team scientifico, che comprende rappresentanti di Nuova Zelanda, India, Israele, Italia, Germania, Danimarca, Svezia, Brasile e Stati Uniti. Abbiamo anche due studenti provenienti dall’Iran e dal Pakistan che stanno conducendo ricerche attraverso borse di studio fornite dall’azienda produttrice di ventilatori VES.
Il team scientifico di esperti si riunisce praticamente una volta al mese e finora ha tenuto 17 riunioni. È stata fatta una “divisione delle responsabilità” tra i membri del team, in cui ognuno contribuisce nel proprio campo di competenza. Alcuni dei membri si occupano di caratterizzare le condizioni climatiche e il previsto peggioramento delle stesse nei prossimi anni. Altri si occupano dell’effetto del carico termico sulle prestazioni delle bovine mentre un terzo gruppo raccoglie tutte le conoscenze esistenti sui vari metodi che esistono oggi nel mondo per mitigare il carico termico delle vacche, adattando ogni metodo alle condizioni climatiche e al metodo di produzione nelle diverse regioni del mondo. Il quarto gruppo è composto da due team di economisti, uno dell’organizzazione IFCN in Germania e l’altro dell’Università della Florida negli Stati Uniti. Questi ricercatori cercano di quantificare l’entità delle perdite causate dal carico termico all’economia degli allevamenti da latte e all’ambiente. Calcoleranno anche l’entità del beneficio economico derivante dall’implementazione ottimale delle misure di mitigazione del calore nei vari paesi, oggi e in un arco temporale di 30 e 50 anni a venire.
Riteniamo che presentare i benefici economici ai produttori di latte, ovunque si trovino, possa contribuire ad incentivarli ad investire nell’installazione delle attrezzature necessarie a mitigare lo stress da caldo negli allevamenti di vacche da latte, per contribuire a sovvenzionare i suddetti investimenti. Anche gli enti governativi sono interessati all’aspetto economico, oltre che ambientale, nell’ambito del quale si possono ridurre le emissioni di gas serra nell’atmosfera.
Ad oggi è stato completato il lavoro di caratterizzazione delle condizioni climatiche in diverse regioni del mondo in termini di giorni all’anno con condizioni di carico termico superiori alla soglia per le vacche da latte, questo per la situazione odierna e le previsioni per gli anni 2050 e 2100. È stata completata anche la caratterizzazione dell’entità delle perdite finanziarie e dei danni all’ambiente dovuti al carico termico, e questi due argomenti sono stati presentati nell’ambito di un convegno di cui riferirò più avanti.
Gli obiettivi del team, come definito dall’organizzazione IDF, sono i seguenti:
- Condividere la situazione globale per quanto riguarda l’effetto dello stress da caldo sulle prestazioni e sul benessere di vacche e bufale, e l’effetto sull’ambiente.
- Caratterizzare le condizioni climatiche effettive (in termini di tempo all’anno al di sopra della soglia di THI), e stimare i cambiamenti attesi in futuro, in diversi scenari IPCC.
- Quantificare le perdite economiche effettive e l’impatto negativo sull’ambiente, in aziende agricole situate in diverse regioni (in base al periodo dell’anno con THI superiore alla soglia).
- Quantificare le perdite economiche future attese e l’impatto negativo sull’ambiente in diverse regioni e scenari IPCC.
- Raccogliere tutta la letteratura pertinente sulle misure di mitigazione del calore utilizzate in diversi climi e sul loro effetto sul miglioramento delle prestazioni delle bovine.
- Valutare l’efficacia in termini di costi dell’attuazione di misure di riduzione del calore, adattate alla superficie aziendale e al sistema di produzione.
- Portare queste conoscenze agli allevatori di diverse parti del mondo.
- Fornire agli agricoltori le istruzioni su come installare e utilizzare correttamente le loro misure di mitigazione del calore.
- Fornire agli agricoltori le istruzioni su come valutare l’efficacia delle loro misure di mitigazione del calore.
Come parte dello sforzo per portare la questione più vicino all’attenzione del pubblico, la direzione dell’IDF ha deciso di dedicargli un simposio speciale, come parte del vertice annuale dell’organizzazione tenutosi quest’anno a Chicago negli Stati Uniti. Il simposio si è tenuto il 18 ottobre e per circa due ore sono stati tenuti quattro brevi interventi (tre dei quali tenute da membri del team scientifico) e una discussione conclusiva sull’argomento.
Il primo intervento è stato quello del Dott. Andrea Vitali dall’Italia ed era intitolato: “Il rischio attuale e futuro di stress da caldo per gli allevamenti di bovini da latte in diverse regioni del mondo“. Nello studio, le condizioni climatiche nelle diverse regioni del mondo sono state caratterizzate in termini di giorni all’anno in cui le condizioni di carico termico (THI) superano i valori soglia per i bovini da latte. In seguito, il Dott. Vitali ha presentato una previsione sul peggioramento della situazione in conformità con le ipotesi di cambiamento dell’organizzazione IPCC, che dipendono dalla capacità dell’umanità di far fronte all’emissione di gas serra nell’atmosfera. Nella conclusione della sua relazione, il Dott. Vitali ha sottolineato la connessione tra questa capacità, il riscaldamento globale e l’aggravarsi del problema in termini di allevamenti di bovini da latte. In scenari di grande riscaldamento globale, la maggior parte della popolazione mondiale di bovini può trovarsi in condizioni di stress da caldo per un numero crescente di giorni durante l’anno.
Il secondo intervento è stato tenuto dal Dott. Torsten Hemme dalla Germania, fondatore e presidente dell’organizzazione IFCN, che si è occupato della quantificazione della produzione e delle perdite economiche causate dal carico termico per gli allevamenti di bovini da latte e l’ambiente, e le aspettative e gli impatti negativi nel futuro per un aumento di queste perdite. I risultati della ricerca presentata dal Dott. Hemme hanno indicato, sulla scala della produzione di latte, una perdita di 50 miliardi di litri a livello globale nel 2020, che dovrebbe salire a 90 miliardi di litri nel 2050, ipotizzando un moderato riscaldamento globale. Nell’ambito delle perdite finanziarie, si prevede che aumenteranno da 13 miliardi di dollari all’anno nel 2020 a 30 miliardi di dollari nel 2050. Allo stesso tempo, si prevede anche un aumento del rilascio di CO2 nell’atmosfera fino al 2050 nella quantità di 105 milioni di tonnellate ogni anno, oltre la situazione attuale. La conclusione a cui è giunto il Dott. Hemme alla fine della suapresentazione è che gli allevamenti di bovini da latte devono continuare a investire nello sviluppo di strumenti per far fronte al carico termico, il che può effettivamente essere fatto nell’ambito del lavoro del nostro comitato.
La terza presentazione è stata tenuta dal Dott. Mario Mondaca, dell’azienda produttrice di ventilatori VES. La conferenza ha riguardato i mezzi a disposizione dei produttori di latte per far fronte al carico termico. Tra le misure menzionate ci sono l’ombra, la bagnatura e la ventilazione forzata delle vacche. Secondo lui, il mezzo più efficace è fornire ombra più una combinazione di bagnatura e ventilazione forzata. Secondo il Dott. Mondaca, per ventilare l’area di riposo (senza bagnare), è necessaria una velocità del vento di 0,5 – 1,0 metri al secondo, mentre nel raffrescamento delle vacche combinando bagnatura e ventilazione forzata è necessaria una velocità del vento di 2,0 – 3,0 metri al secondo. I siti di raffrescamento ideali per combinare la bagnatura e la ventilazione forzata sono la “sala d’attesa” all’ingresso della sala di mungitura e la “corsia di alimentazione“. Fornire ombra e una combinazione di bagnatura e ventilazione forzata prima e tra una sessione di mungitura e l’altra è risultato essere il trattamento di mitigazione del calore più efficace e redditizio.
La quarta presentazione è stata tenuta dal Dott. Chanchal Waghela dell’organizzazione Indian National Dairy Board (NDDB), e ha riguardato le caratteristiche degli allevamenti di bovini da latte in India (il più grande produttore di latte al mondo), e le possibilità disponibili per affrontare il carico termico nei piccoli allevamenti, che hanno principalmente incroci di bovini europei con bovini locali, e nelle bufale da latte. Dalla lezione del Dott. Waghela, abbiamo appreso che le condizioni di stress da caldo in tutta l’India causano una perdita di produzione di 22 litri all’anno nelle vacche delle razze locali (Bos Indicus), 104 litri nelle vacche incrociate e circa 450 litri all’anno nelle vacche delle razze europee. Fornire ombra e raffrescamento alle vacche incrociate e alle bufale può aumentare la produzione annuale di quasi il 10%. Fornire ombra e ventilazione forzata può aumentare la redditività annuale per vacca di 17 $, fornire ombra e bagnatura aumenterà la redditività di 48 $ e quando si fornisce ombra più una combinazione di bagnatura e ventilazione forzata, la redditività aumenterà di 67 $. In tutti e tre i casi, il ritorno sull’investimento dovrebbe essere inferiore a 6 mesi.
In conclusione, il carico termico è recentemente diventato più importante a causa del riscaldamento globale e dell’aumento della produzione delle bovine, il che comporta una maggiore produzione di calore metabolico che devono disperdere nell’ambiente. La necessità di affrontare il carico termico è diventata quindi un fattore di grande importanza in quasi tutte le regioni del mondo, comprese le regioni temperate che fino a poco tempo fa non avevano questa necessità.
Noi del comitato scientifico dell’IDF intendiamo completare il lavoro e presentare una prima bozza all’IDF verso la metà del 2024.