All’inizio della lattazione, le capre da latte ad elevato rendimento vengono spesso alimentate con alti livelli di concentrati per soddisfare le loro richieste energetiche e proteiche. In queste condizioni, nelle quali si prevede un elevato apporto di amido, la fermentazione ruminale rischia di essere compromessa per un abbassamento del pH ruminale e una diminuzione del rapporto acetato/propionato, e ciò causa molto spesso una diminuzione sia della produzione di latte che della concentrazione di grasso.

Per prevenire tali problematiche, nelle capre che seguono diete ad elevato tenore di concentrato è stato addizionato, ottenendo risultati promettenti, l’idrogenocarbonato di sodio (NaHCO3) come tampone alimentare.

Esperimenti condotti in precedenza, sulle vacche da latte, hanno dimostrato che l’utilizzo di un altro tampone alimentare, il carbonato di potassio (K2CO3), favorirebbe l’aumento della frazione grassa nel latte. Indagando il meccanismo d’azione, Jenkins et al. hanno osservato che l’aggiunta di K2CO3 riduceva, in vitro, la produzione di 18:1 trans-10 e di 18:2 trans-10, cis-12.

È stato dimostrato che, nelle vacche da latte, quest’ultimo intermedio del pathway trans-10 della bioidrogenazione ruminale dei PUFA inibisce la sintesi del grasso del latte.

Lock et al. hanno riportato anche che la mammella delle capre è sensibile all’effetto inibitorio del 18:2 trans-10, cis-12 sulla sintesi dei lipidi, sebbene in misura minore rispetto a quanto succede nelle vacche.

Tuttavia, i confronti interspecifici hanno rivelato che le capre da latte sembrano essere meno suscettibili ad uno spostamento, indotto dalla dieta, dalla via trans-11 alla via trans-10 della bioidrogenazione ruminale.

Inoltre, un cambiamento nella via principale della bioidrogenazione dei PUFA può ancora verificarsi nelle capre sottoposte a determinate condizioni dietetiche, come in seguito all’assunzione di elevati quantitativi di concentrati.

Uno studio, pubblicato su Journal of Dairy Science, ha analizzato l’impiego del K2CO3 come tampone alimentare per prevenire o recuperare una bassa produzione di grassi del latte quando capre da latte ad inizio lattazione vengono alimentate con una dieta ricca di amido e povera di fibra (HSLF). Una volta partorito, 30 capre Camosciata delle Alpi in stabulazione, hanno ricevuto una razione mista totale con un rapporto foraggio/concentrato di 55:45 sulla sostanza secca (SS) per un periodo di riferimento della durata di 27 ± 4 giorni.

Le capre (resa di latte, 4.14 ± 0.88 kg/giorno; grasso del latte, 4.28 ± 0.52%; media ± DS) sono state quindi divise in 10 gruppi in base al numero dei parti (primo parto vs. secondo o oltre), alla concentrazione di grasso del latte, ed alimentate con una dieta HSLF contenente il 45% di foraggi e il 55% di concentrati per 2 periodi differenti di sperimentazione della durata di 28 giorni.

I trattamenti sono stati così classificati:

  1. trattamenti di controllo, nel quale la dieta HSLF veniva somministrata in entrambi i periodi;
  2. trattamenti di profilassi, nel quale la dieta HSLF integrata con K2CO3 (1.6% di DM) veniva somministrata durante entrambi i periodi;
  3. trattamenti di recupero, nel quale la dieta HSLF veniva somministrata durante il primo periodo (P1) e la dieta HSLF integrata con K2CO3 veniva somministrata durante il secondo periodo (P2).

I dati di P1 e P2 sono stati analizzati separatamente.

In P1, sono stati utilizzati contrasti pre-pianificati per valutare l’effetto profilattico di K2CO3 (controllo e recupero, entrambi i gruppi ricevevano la stessa dieta durante questo periodo, versus profilassi), e in P2 per valutare il potenziale di K2CO3 nell’attenuare uno status già esistente di basso contenuto di grassi nel latte (controllo versus recupero e profilassi versus recupero).

L’alimentazione con la dieta HSLF in P1 ha ridotto moderatamente la concentrazione di grasso (-16%) e la resa del latte (-13%) rispetto al basale. L’aggiunta alla dieta di K2CO3 ha fatto diminuire l’assunzione di sostanza secca del 12% e del 14% in P1 e P2, rispettivamente.

Il pH ruminale non differiva tra i trattamenti. Inoltre non vi era alcuna differenza significativa nella produzione di latte (4.13 e 3.71 kg/giorno in media in P1 e P2, rispettivamente) in tutti i confronti testati.

In P1, la concentrazione di grasso nel latte e la resa produttiva, non differivano tra le capre alimentate con diete di controllo (rispettivamente 3.58% e 151 g/giorno) e con diete di profilassi (rispettivamente 3.67% e 148 g/giorno).

In P2, la concentrazione e la resa del grasso del latte non differivano tra le capre alimentate con la dieta di controllo (3.38% e 137 g/giorno, rispettivamente) e le diete dove K2CO3 veniva utilizzato come profilassi (3.44% e 126 g/giorno, rispettivamente) o in seguito al trattamento di recupero (3.25% e 113 g/giorno, rispettivamente).

Pertanto, l’integrazione di una dieta ad elevato contenuto di concentrato con l’1.6% di K2CO3 non è risultata essere efficace né nel prevenire né nel reprimere le condizioni già esistenti di bassa produzione di grassi del latte nelle capre.

Il presente articolo è una sinossi della ricerca Dion, S., Brassard, M. E., Lévesque, J., Rico, D. E., Tremblay, G. F., Gervais, R., & Chouinard, P. Y. (2021). Potassium carbonate as a supplement to improve milk fat concentration and yield in early-lactating dairy goats fed a high-starch, low-fiber diet. Journal of Dairy Science104(7), 7794-7807.