La condizione del mantello – Scheda n° 22

Perché è importante

Tradizionalmente, ogni allevatore con esperienza e cura verso le proprie capre è abituato a osservare le condizioni del mantello degli animali per avere indicazioni sul loro stato di salute. Una capra dal mantello lucido è sicuramente sana e questa semplice constatazione rassicura molto un allevatore perché grazie ad un rapido sguardo rivolto agli animali può ottenere molte informazioni. Questa pratica che si tramanda in maniera aneddotica è anche supportata da evidenze scientifiche.

Un mantello in cattive condizioni può essere dovuto ad infestazioni parassitarie, ma non solo. Questa sarebbe la spiegazione più scontata, mentre il pelo delle capre può peggiorare anche a causa di patologie croniche. È stato osservato che le capre con un mantello in cattive condizioni hanno spesso una condizione corporea estremamente scadente (sono molto magre) e condizioni di salute generali compromesse. Ad esempio, presentano mucose non rosee molto più frequentemente rispetto alle capre con il mantello lucido. O ancora, all’auscultazione, si possono udire rumori polmonari e ruminali anormali. Le capre con mantelli opachi ed arruffati hanno anche più ascessi di quelle con un mantello in buono stato. La qualità del mantello di una capra può essere anche determinata dallo stato nutrizionale, in particolar modo da squilibri a livello di microelementi e metalli pesanti: possono avere carenze di magnesio, calcio, ferro e di alluminio e titanio oppure un eccesso di potassio e sodio.

Quanto è frequente questo problema?

Alcuni studi hanno messo in luce l’elevata prevalenza di questa problematica negli allevamenti italiani. Sembra, infatti, che il 25% delle capre abbiano il mantello in cattive condizioni. Le patologie respiratorie e gli ascessi sono frequenti in allevamenti caprini, ma quando si pensa a carenze nutrizionali è più difficile individuare il problema. Le razioni sono, infatti, formulate in maniera molto precisa e sembra strano che possano determinare carenze nutrizionali. È, invece, una delle cinque libertà degli animali, “libertà dalla fame, dalla sete e dalla malnutrizione”. Questo è quello che si intende per malnutrizione: le capre non soffrono la fame, ma il loro stato nutrizionale non è ottimale. Questo perché l’assunzione, l’assorbimento e il metabolismo possono essere molto diversi o alterati da un animale all’altro. Ad influenzarli, l’ordine gerarchico, lo stato fisiologico, la temperatura, l’età.

Come raccogliere informazioni affidabili?

Nonostante l’osservazione delle condizioni del mantello da parte degli allevatori sia una pratica giornaliera, affinché l’informazione che il pelo può darci sia affidabile è necessario che la sua valutazione sia condotta seguendo determinati criteri. Quando, quindi, il pelo è in cattive condizioni? Quando è opaco, arruffato, ondulato, non omogeneo e spesso più lungo del normale (Fig. 1). Quest’ultima caratteristica si nota soprattutto sulla linea dorsale e sugli arti posteriori.

Attenzione a non confondere il pelo più lungo sulla schiena dovuto a un mantello in cattive condizioni con la normale orripilazione del pelo durante uno scontro agonistico (Fig. 2). È importante osservare tutto il corpo dell’animale (ad eccezione della testa e degli arti sotto le ginocchia), anche se è sufficiente una parte con pelo in cattive condizioni per includere una capra in questa categoria. Il pelo, infatti, può peggiorare gradualmente e non presentarsi uguale in ogni parte del corpo. Le condizioni del mantello delle capre sono facili da valutare sia quando gli animali sono in stazione sia quando sono in decubito.

Quando il pelo non è in cattive condizioni?

Ovviamente quando è lucido, omogeneo e ben aderente al corpo (Fig. 3). Esistono però altre situazioni che non sono necessariamente legate a cattive condizioni del mantello, ad esempio il pelo sporco (Fig. 4). L’igiene del mantello non ha nessuna relazione con la presenza di patologie croniche o carenze nutrizionali, è piuttosto un problema di pulizia della lettiera o sovraffollamento dei recinti. Quando si valutano le condizioni del mantello non bisogna farsi confondere dalla muta. Il pelo durante la muta presen

ta ciuffi di solito bianchi che non aderiscono al mantello e lo rendono arruffato (Fig. 5). Questo non è un segno patologico, ma è assolutamente normale soprattutto per quegli animali che hanno accesso ad aree esterne o portati al pascolo. In ultimo, alcune razze hanno il mantello naturalmente lungo e ondulato. Questo indicatore è idoneo alla valutazione di razze cosmopolite (Saanen e Camosciata) o comunque a pelo corto e raso, mentre si adatta meno bene nell’individuazione di problematiche nelle razze a pelo lungo (Fig. 6). Anche gli incroci possono comportare alcune difficoltà nella valutazione, per cui è necessario conoscere approfonditamente l’animale o escluderlo dalla valutazione.

 

 

 

 

 

 

La zoppia nella capra da latte – Scheda n° 23

Perché è importante

Al fine di garantire alle proprie capre una buona salute e benessere, l’allevatore deve assicurare loro l’assenza di dolore. L’andatura anomala delle capre rappresenta un indicatore comportamentale di dolore. Questa condizione influenza negativamente la fertilità e la produzione di latte in quanto le capre, essendo limitate nei movimenti, faticano ad alimentarsi in maniera adeguata, soprattutto al pascolo. La produzione annuale di latte risulta essere dunque più bassa nelle capre con problemi di deambulazione rispetto alle capre che non ne soffrono.

Le possibili cause

L’andatura anomala è imputabile ad uno stato patologico o a procedure gestionali scorrette. Fra quest’ultime assume un ruolo particolare la mancata esecuzione o l’esecuzione poco frequente del pareggio degli unghioni, che comporta anche alterati appiombi ed infiammazioni tendo-muscolari. La contemporanea presenza di una condizione non ottimale della lettiera, amplifica il fenomeno. Generalmente la zoppia tende ad interessare un solo arto.

Come si manifesta e quanto è frequente questo problema?

Sebbene gli studi sulle problematiche podali delle capre non siano molti, pare che la prevalenza di questo fenomeno sia simile a quella osservata negli allevamenti di bovine da latte. Dalla letteratura si osserva una diffusione del fenomeno che va dal 9 al 37% di capi che presentano il problema. I problemi di deambulazione, escluse patologie articolari o fratture, sono caratterizzati da una variabilità stagionale, con una maggiore incidenza nei mesi più umidi dell’anno, quando è più difficile garantire condizioni ottimali della lettiera.

Come si valuta?

Il grado di zoppia può essere lieve o grave, a seconda dell’intensità del fenomeno. A causa di vincoli zootecnici e della diversità in termini strutturali e gestionali negli allevamenti, è impossibile seguire un protocollo standard per identificare i casi di zoppia lieve e moderata; l’attenzione si focalizza pertanto solo sui casi di zoppia più gravi. La valutazione delle eventuali zoppie presenti in allevamento dev’essere effettuata camminando all’interno del recinto dove sono stabulati gli animali, in modo che essi siano indotti a muovere alcuni passi. In alcuni studi viene consigliato di osservare le capre facendole uscire dal loro box, poiché gli animali risultano più visibili e la valutazione della locomozione risulta più facile su superfici dure e regolari. L’identificazione dei casi più gravi di zoppia passa dalla valutazione visiva di diversi segni:

Andatura anomala: è rappresentata dall’andamento irregolare delle capre nel tempo e nello spazio, che talvolta porta a situazioni quali l’incapacità di sostenere il peso su uno o più arti (Fig. 1), l’andatura da “oca”, ossia con gli arti distesi (Fig. 2), o il fatto di muoversi sulle ginocchia, comportamento definito come kneeling (Fig. 3). Alcuni studi mostrano infatti una correlazione fra la prevalenza di zoppie gravi ed il kneeling nella specie caprina, ad indicare come capre con problemi ai piedi trovino difficoltà ad assumere una posizione di standing (sui quattro arti).

Marcato movimento oscillatorio della testa: la capra zoppa compie movimenti accentuati della testa verso l’alto e verso il basso quando cammina, e generalmente è protesa in avanti. La testa delle capre non zoppe, invece, resta ferma.

Inarcamento accentuato della colonna vertebrale: l’inarcamento risulta essere assente o lieve nelle capre che non presentano zoppia grave (Fig. 4).

Quali strategie adottare in allevamento?

L’allevatore, per assicurare un buon livello di benessere alle proprie capre, deve controllare che i loro appiombi siano in posizione corretta. Ciò è indispensabile per permettere una buona deambulazione, che consenta alle capre di accedere facilmente alle diverse aree dell’allevamento. A tale scopo, il taglio regolare degli unghioni assume particolare importanza, soprattutto negli allevamenti a regime stallino, dove il consumo naturale dell’unghia è limitato (Fig.5). Il pareggiamento più frequente degli unghioni consente di prevenire l’accumulo di materiale (feci e lettiera) all’interno della suola, contribuendo significativamente alla riduzione dell’incidenza di zoppie. Le capre di razza Saanen hanno unghioni bianchi e dal tessuto soffice che non si consumano con il calpestio quotidiano; pertanto in questa razza si consiglia un pareggiamento degli unghioni più frequente che nelle altre razze. La frequenza di rabbocco della paglia deve essere giornaliera, in modo tale da garantire una lettiera asciutta e dunque evitare la presenza di una lettiera umida, che può favorire la moltiplicazione dei microrganismi. Ulteriori consigli pratici consistono nel disinfettare il materiale di lettiera con calce e, dopo ogni pareggiamento, pulire e disinfettare gli strumenti utilizzati.

 

 

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DEMOCAPRA (2020) Schede tecniche DEMOCAPRA. Università degli Studi di Milano & Associazione Regionale Allevatori della Lombardia, Milano.