Un’analisi del background fenotipico e genetico del contenuto di lattosio nel latte di pecore di razza Sarda.

Il lattosio è il principale zucchero del latte e contribuisce in misura importante alla definizione del suo contenuto energetico. La sua sintesi avviene nelle cellule epiteliali della ghiandola mammaria a partire da galattosio e glucosio, e viene poi secreto nel latte attraverso vescicole. L’elevata osmolarità del lattosio determina l’assorbimento di acqua all’interno di vescicole, il che lo rende responsabile, insieme ad alcuni minerali (Na, K e Cl), del mantenimento dell’equilibrio osmotico tra sangue e il lume alveolare, nonché il principale responsabile del volume del latte. 

Il contenuto di lattosio nel latte varia nel corso della lattazione o in base allo stato di salute della mammella, a causa della variazione dell’integrità del tessuto epiteliale mammario. Tale variazione porta ad una alterazione della permeabilità e quindi dell’equilibrio osmotico, consentendo un maggior scambio di sostanze presenti tra latte e sangue. Ciò comporta che nel latte vi sia una diminuzione del contenuto di lattosio, un aumento di cellule somatiche e di alcuni minerali, sodio e cloro in particolare. Tale situazione è comune in animali affetti da mastite clinica e sub-clinica.

Il lattosio è stato considerato quale potenziale carattere da inserire nei programmi di selezione delle bovine da latte, data la sua relazione con altri fenotipi già presi in considerazione, come nel caso del contenuto in cellule somatiche. La selezione per un basso valore di contenuto in cellule somatiche viene condotta per ridurre l’insorgenza di mastiti e, tenendo conto della relazione tra cellule somatiche e lattosio, quest’ultimo potrebbe essere considerato come un potenziale biomarcatore della salute degli animali.

In quest’ottica, ricercatori del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari hanno condotto uno studio per indagare i fattori fenotipici e genetici che influenzano il contenuto di lattosio nel latte di pecore di razza Sarda. Sono stati presi in considerazione i dati produttivi (quantità e qualità) di 509 animali genotipizzati, provenienti da 32 allevamenti Sardi. L’analisi fenotipica ha confermato come il lattosio sia influenzato dai principali fattori di variabilità, come lo stadio di lattazione, l’ordine di parto e il mese di parto. Nello specifico, è stata osservata una riduzione del contenuto di lattosio nel corso della lattazione e all’aumentare dell’ordine di parto, in accordo con il processo di deterioramento del tessuto epiteliale della ghiandola mammaria e ad un aumento della sua permeabilità, che avvengono, come detto, a fine lattazione, ma possono verificarsi anche all’aumentare della carriera produttiva degli animali. Più alti valori di lattosio sono stati inoltre riscontrati nel latte di animali che hanno partorito in autunno rispetto a quelli che hanno partorito tra fine inverno e inizio primavera. Tale risultato non è facilmente spiegabile, a causa della sovrapposizione di alcuni fattori relativi al sistema di allevamento degli ovini di razza Sarda, che rispecchia la gestione semi estensiva degli ovini da latte tipica dell’area del Mediterraneo. La variabilità del pascolo nel corso delle stagioni, sia in termini quantitativi che qualitativi, può infatti influenzare lo stato energetico degli animali, con conseguenze sulla gestazione ed anche sulla successiva lattazione. Inoltre, animali che partoriscono nelle diverse stagioni sopra citate presentano lattazioni di lunghezza differente, considerato che, generalmente, tutti gli animali terminano la lattazione in estate. Il lavoro ha messo in evidenza differenze nella concentrazione del lattosio in funzione del tipo di parto (singolo o gemellare). In particolare, minori concentrazioni di lattosio nel latte di pecore che hanno avuto parti gemellari possono essere messe in relazione ad un effetto negativo di questo tipo di parto sull’integrità dell’epitelio della ghiandola mammaria. Tenendo conto della relazione tra cellule somatiche e lattosio, tale osservazione concorda con i risultati di precedenti lavori, che hanno riscontrato un più alto valore di cellule somatiche nel latte di animali che hanno avuto parti gemellari rispetto a quelli singoli.

Il lavoro di Carta et al (2023) ha inoltre indagato circa il background genetico del lattosio del latte ovino. Per quanto riguarda l’ereditabilità, questo carattere ha mostrato bassi valori (0.10 ± 0.05) con una moderata ripetibilità (0.42 ± 0.02), abbastanza in linea con quanto riscontrabile in letteratura sugli ovini. Valori più alti sono invece stati riportati per caprini e bovini da latte. Tali differenze possono essere ascrivibili ad un effetto della maggiore pressione selettiva su queste specie rispetto a quella ovina. Anche le correlazioni genetica tra lattosio e gli altri componenti del latte sono risultate in linea con quanto rinvenibile in letteratura; in breve, il lattosio ha mostrato correlazioni genetiche positive con la produzione giornaliera di latte e negativa con il contenuto in cellule somatiche e NaCl, confermando le relazioni che esistono fra questi caratteri. Tali pattern di correlazioni, unitamente alla relazione di questi caratteri con le condizioni di salute della ghiandola mammaria, suggeriscono che una selezione mirata alla riduzione dell’incidenza delle mastiti porterebbe indirettamente ad un incremento della concentrazione del lattosio e della produzione di latte, e viceversa.

In conclusione, i risultati riportati nel lavoro di Carta et al. (2023) appaiono particolarmente utili per la comprensione dei fattori genetici e fenotipici che influenzano il contenuto di lattosio nel latte di pecora. In particolar modo è stato evidenziato come il lattosio sia legato allo stato di salute della ghiandola mammaria, giustificando il crescente interesse nei confronti di questo carattere. I ricercatori suggeriscono dunque l’opportunità di inserire tale fenotipo negli schemi di miglioramento genetico, per lo meno all’interno in un indice di selezione misto. 

La presente nota è una sintesi del lavoro pubblicato sul Journal of Dairy Science: S. Carta, A. Cesarani, F. Correddu, & N. P. P. Macciotta (2022) “Understanding the phenotypic and genetic background of the lactose content in Sarda dairy sheep”, Journal of Dairy Science, 106:3312–3320. https://doi.org/10.3168/jds.2022-22579

Autrice
Paola E. Milia, sotto la supervisione del Gruppo Editoriale ASPA: Conte G., Atzori A., Gallo A., Natalello A., Correddu F., Scerra M., Pegolo S.