Le Nazioni Unite hanno annunciato ieri alcuni sviluppi positivi sul rinnovo della Black Sea Initiative. La Federazione Russa ha infatti confermato la sua volontà di prorogare l’accordo per altri 60 giorni (fino al 18 luglio), nonostante avesse minacciato di ritirarsi se non fossero stati rimossi gli ostacoli alle spedizioni dei propri raccolti e fertilizzanti.

Si tratta di una buona notizia che lascia però alcune questioni in sospeso, di cui i rappresentanti di Russia, Ucraina, Turchia e Nazioni Unite continueranno a discutere.

Spero che raggiungeremo un accordo globale per migliorare, espandere ed estendere l’Iniziativa, come ho proposto in una recente lettera ai Presidenti dei tre Paesi“, ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite. “Desidero esprimere il mio apprezzamento a tutti coloro che partecipano ai negoziati in uno spirito di impegno costruttivo. Esprimo ancora una volta la mia gratitudine al presidente Erdoğan e al governo della Turchia per i loro sforzi, operando in coordinamento permanente con le Nazioni Unite.

Nell’ambito della Black Sea Initiative, sono state esportate più di 30 milioni di tonnellate di prodotti alimentari. Ciò ha permesso di trasportare scorte alimentari vitali nei luoghi più vulnerabili del mondo, e di stabilizzare i mercati e i prezzi alimentari.

Guardando al futuro, ci auguriamo che le esportazioni di alimenti e fertilizzanti, inclusa l’ammoniaca, dalla Federazione Russa e dall’Ucraina possano raggiungere le catene di approvvigionamento globali in modo sicuro e prevedibile, come previsto sia nell’Iniziativa per il Mar Nero che nel Memorandum d’intesa sui prodotti alimentari e esportazioni di fertilizzanti.

Nonostante questa estensione mantenga in vita l’accordo, la disfunzione tra le parti coinvolte ne ha smorzato l’efficacia. L’Ucraina ha accusato infatti Mosca di aver deliberatamente rallentato il ritmo delle esportazioni, e che il corridoio è ora quasi vuoto, senza navi in ​​entrata dall’inizio di maggio. I mercati hanno reagito con cautela mentre i trader valutavano il futuro del patto. I futures sul grano a Chicago sono scesi del 2%, cancellando un guadagno precedente, e il mais è sceso del 2,6%.