Introduzione

Taluni pensano che il biologico o altre tecniche classificate tra le “più naturali” siano un mero ritorno al passato, un colpo di spugna al progresso tecnologico derivante dalla ricerca scientifica e da quella delle imprese. Chi è dentro al mondo dell’agricoltura e della zootecnia, e non ha pregiudizi o prese di posizione ideologiche, sa bene che non è così. Produrre ortaggi, frutta, cereali, legumi, latte o carne in regime biologico senza utilizzare i prodotti artificiali della chimica e nell’ambito dei vincoli del disciplinare, è molto complesso e ha bisogno di profonde conoscenze e di poter contare sulla migliore ricerca scientifica. L’allevare e il coltivare si sono dovuti evolvere in modo molto convenzionale perché la produttività degli animali in passato era scarsa, come pure il reddito degli allevatori e degli agricoltori.

Lo stesso si può dire del ricorso al pascolo “vero”, ossia animali che vivono praticamente sempre all’esterno e la cui dieta viene saltuariamente integrata con un po’ di concentrati. Si è abbandonato l’allevamento estensivo nelle aree di pianura, specialmente se irrigue, per migliorare il reddito degli allevatori, aspetto che oggi viene descritto con il termine “sostenibilità economica”.

Lo spopolamento delle campagne e l’ingigantirsi delle città sono un fenomeno mondiale che ha la sola motivazione di migliorare, almeno apparentemente, la qualità della vita delle persone perché le leggi di Madre Natura sono spietate e non hanno alcun rispetto per l’individuo ma solo per la specie. Per produrre latte, carne e uova in regime biologico e praticare l’allevamento estensivo ci vuole tanta tecnologia: essa è necessaria per difendere gli animali dai parassiti, interni ed esterni, dalle mosche e dai tafani, dal caldo e dalla sete, e per evitare la fame quando, per siccità e caldo, l’erba dei pascoli scarseggia o è assente. Fare una razione che non sia per un allevamento “intensivo”, in genere con insilati e concentrati, è oggettivamente molto complicato.

Noi riteniamo che la Stalla Etica, biologica o convenzionale che sia, sia la migliore soluzione per dare alle bovine da latte un’ottimale qualità della vita, rispettare l’ambiente e garantire all’allevatore un reddito anche maggiore rispetto a quello ottenibile con il classico allevamento intensivo.

Per ottenere tutto questo la Stalla Etica ha bisogno di tecnologia perché non è un modello naïf ma molto pratico e concreto, dove la tecnologia e la conoscenza hanno un ruolo di primo piano. Tutti i “fenotipi” sono la risultante di un’interazione tra genetica, sanità, ambiente, gestione e nutrizione. Molte delle scelte che la Stalla Etica adotta sono un equilibrio, spesso delicato, tra soluzioni tecniche finalizzate a garantire un’ottima qualità della vita delle bovine e le loro elevate performance produttive, riproduttive, sanitarie ed economiche, nel rispetto della sensibilità etica dell’opinione pubblica.

In passato la produzione primaria non aveva necessità di avere rapporti con la gente mentre ora chi acquista cibo vuole essere informato per tutelare la propria salute, quella dell’ambiente e la buona vita degli animali. La sensibilità etica e salutistica ha oggi, rispetto al passato, la capacità di orientare il comportamento d’acquisto dei consumatori ed è pertanto diventata un aspetto al quale neppure la produzione primaria si può sottrarre.

Genetica

La Stalla Etica, anche nella sua forma “avanzata”, non specifica la razza delle bovine da latte da allevare ma richiede che l’allevatore con il suo genetista scelga tori che migliorino al massimo livello i caratteri funzionali come la fertilità, la resistenza alle malattie della mammella e non solo. La Stalla Etica richiede bovine naturalmente resistenti alle malattie, fertili e molto longeve. Pertanto, il piano d’accoppiamento deve poter dimostrare che nella scelta dei tori si sia ampiamente tenuto conto dei caratteri funzionali.

La frisona italiana viene costantemente migliorata dall’ente selezionatore ANAFIBJ attraverso gli indici PFT, IES e ICS-PR. La Stalla Etica non entra nel merito dei caratteri produttivi e morfologici mentre pone particolare attenzione ai caratteri funzionali che sono indicatori di benessere: le cellule somatiche, la resistenza alle mastiti, la longevità, la fertilità e la locomozione. Questi caratteri creano le condizioni per un miglioramento della salute, del benessere e della fertilità delle bovine, contribuendo in quota parte ad un utilizzo più razionale dei farmaci veterinari (leggi anche “Eco-schema 1, livello 1: “La Stalla Etica®” per raggiungerne gli obiettivi“).

Il piano d’accoppiamento della Stalla Etica prevede pertanto che per questi caratteri si stia almeno a + 0.5 deviazioni standard rispetto alla base genetica nazionale. Per la Razza Bruna migliorata dall’ente selezionatore ANARB vale lo stesso ragionamento. In questo caso il piano d’accoppiamento deve dimostrare una scelta di tori che migliori la longevità funzionale, il BCS, le cellule somatiche, l’interparto, l’efficienza alimentare e il metano prodotto per kg di formaggio.

Nutrizione

La selezione genetica di qualsiasi razza di bovini da latte migliora l’attitudine a produrre latte, grasso e proteine. La frisona è ancora, in tutto il mondo, la razza più produttiva. Gli studi sulla nutrizione delle bovine da latte hanno raggiunto livelli inimmaginabili rispetto ad alcuni decenni fa e la selezione genetica ha reso, nelle bovine non ancora gravide, la produzione di latte e dei suoi costituenti metabolicamente prioritaria rispetto ad altre funzioni fisiologiche come il crescere e riprodursi.

È una concezione arcaica, ma in parte ancora attuale per razze bovine minori e poco selezionate, che esista una correlazione positiva tra la concentrazione nutritiva della razione e la quantità di latte prodotto. Le carenze nutritive possono avere gravi ripercussioni sulla salute e la fertilità delle bovine mentre gli eccessi possono aggravare i costi e l’impatto ambientale della zootecnia inteso come produzione di gas climalteranti, ammoniaca e molecole come azoto, fosforo e potassio ad effetto eutrofizzante nelle acque.

L’azienda agricola in cui è inserito l’allevamento e dove vengono coltivati tutti o parte dei foraggi e i concentrati necessari per gli animali allevati nella Stalla Etica, ha dei principi da rispettare per rendere possibile una certificazione. Il piano colturale deve essere redatto da un agronomo, abilitato all’esercizio della professione, in accordo con l’allevatore, al fine di individuare le essenze vegetali più adatte per quel territorio, avere un uso razionale dei concimi e degli agrofarmaci, se l’azienda non è biologica, e delle risorse idriche. Inoltre, è di fondamentale importanza la razionalizzazione dello spandimento dei liquami o del digestato se l’azienda dispone di impianti di biogas. Il piano colturale e la gestione dell’allevamento devono essere in grado di razionalizzare e quantificare l’utilizzo delle risorse idriche anche ai fini della certificazione.

Relativamente alla nutrizione degli animali in tutte le fasi del loro ciclo produttivo è necessario che venga utilizzato il CNCPS attraverso i vari software che lo rendono applicabile nella quotidianità. Questo modello nacque circa 30 anni fa proprio per rendere “precisa” la nutrizione delle bovine da latte. La Stalla Etica accetta in pieno i principi della nutrizione di precisione e attraverso l’uso del CNCPS può dimostrare di non creare carenze nutritive agli animali e sprechi di nutrienti dannosi all’ambiente. La Stalla Etica deve avere un nutrizionista che si occupa di elaborare i piani alimentari. A testimonianza del fatto che il piano alimentare rispetta a pieno i fabbisogni alimentari degli animali (input), con il minimo output di gas ad effetto serra e inquinanti delle acque superficiali, ci sono i report del CNCPS.

L’industria che si occupa di selezionare sementi, produrre concimi e agrofarmaci può mettere a disposizione della Stalla Etica le sue soluzioni coerenti con i principi di questo modo di allevare gli animali. Al contempo, l’industria che produce e commercializza alimenti zootecnici e additivi nutrizionali può offrire mangimi formulati per razioni a basso impatto ambientale e additivi di comprovata efficacia in grado di migliorare l’efficienza delle fermentazioni ruminali e la produzione di gas climalteranti.

Di fondamentale importanza è che i mangimi per la Stalla Etica siano adatti a formulare razioni di precisione e che gli additivi siano di comprovata efficacia avendo ricevuto conferme dalla comunità scientifica tramite evidenze scientifiche pubblicate si riviste peer reviewed. Nella Stalla Etica esiste un piano di controlli che prevede una periodica analisi degli alimenti zootecnici e della razione, sia per quanto riguarda i nutrienti vegetali che quelli minerali, e delle feci per avere un controllo oggettivo degli output. In considerazione del fatto che nella Stalla Etica l’utilizzo della specialità veterinaria è ridotta all’indispensabile un ruolo importante è quello della nutrizione clinica.

Ambiente

Il modello di allevamento della forma avanzata della Stalla Etica è quello delle compost barn dove l’area di riposo per le bovine adulte è di minimo 17 m2 e la corsia di alimentazione di 3 m2. La lettiera è costituita da solo liquame compostato (fermentazione aerobia) derivante dal passaggio, due volte al giorno, di un’attrezzatura che lo movimenta e lo arieggia. Ci sono momenti dell’anno, come l’inverno, in cui l’alta umidità ambientale e le basse temperature rendono problematica l’asciugatura del compost. In questi casi si ricorre all’aggiunta di paglia macinata, segatura o cocco per stabilizzarle.

Di grande importanza è la disposizione di ventilatori sul compost barn. L’industria che produce attrezzature dovrebbe mettere a disposizione degli allevatori un sistema di movimentazione della lettiera specificatamente studiato per le compost barn. Sulle corsie di alimentazione vengono montati efficaci impianti di raffrescamento che prevengono in estate lo stress da caldo; la verifica viene effettuata tramite specifiche misurazioni della temperatura vaginale o la termografia.

Nella Stalla Etica, versione avanzata, non ci sono gli autocatturanti sulle corsie di alimentazione ma essi sono collocati a valle della sala o dei robot di mungitura.

Nella Stalla Etica in versione avanzata uno dei claim più importanti è quello di avere un bilancio positivo per l’energia elettrica; è infatti prevista l’istallazione sui tetti dell’allevamento di un impianto fotovoltaico adeguato all’obiettivo. Come è noto, per ottenere la massima resa di questi impianti, si consiglia un orientamento della stalla est-ovest e l’istallazione dell’impianto sulle falde esposte a sud.

La quantità di liquami da smaltire e quindi gestire nella Stalla Etica è molto inferiore rispetto alle stalle con cuccette per cui lo stoccaggio delle deiezioni è sicuramente minore. Ideale è avere anche un piccolo impianto di biogas, alimentato solo a deiezioni, che possa valorizzare i liquami per produrre sia energia elettrica ma anche l’acqua calda delle utenze. La Stalla Etica prevede che tutti gli animali abbiano la possibilità di uscire all’esterno su un paddock possibilmente in terra o parzialmente erbato.

Gestione

Riproduzione

Nella Stalla Etica l’ampia superficie disponibile e i minori traumi e infezioni ai piedi sicuramente agevolano il comportamento estrale e quindi l’inseminazione artificiale su calori naturali al posto della TAI. L’uso delle sincronizzazioni ormonali non sarà quindi sistematico ma terapeutico, e quindi destinato agli animali con problemi riproduttivi. In questa condizione per la rilevazione dei calori è consigliabile adottare sensori come i pedometri, e la misurazione della ruminazione, del comportamento “in piedi e sdraiata” e di quello alimentare. I sensori possono essere, in prospettiva, anche i generatori di dati oggettivi funzionali alla più complessa certificazione della qualità della vita degli animali. Valida alternativa ai sensori è la determinazione on-line e real-time del progesterone del latte che dà un’informazione molto precisa su quando inseminare una bovina a prescindere del comportamento estrale esibito.

Durata della lattazione

In linea di massima la Stalla Etica consiglia di incrementare il periodo volontario d’attesa, soprattutto per le primipare, per avere una lattazione molto più lunga dei 305 giorni consigliati teoricamente. La ragione di questo è che una riduzione del numero di parti nel corso di un ciclo produttivo di una bovina da latte causa una riduzione delle ore di lavoro specializzato, interno ed esterno, necessario durante la fase di transizione. In considerazione del fatto che le malattie metaboliche e quelle ad esse strettamente connesse, come quelle riproduttive e della mammella, rapopresentano oltre il 75% di tutte le patologie che colpiscono la bovina da latte, meno parti fa una bovina minori sono i periodi di transizione e quindi i rischi di queste patologie che sono quasi sempre causa diretta e indiretta di riforma. La necessità di ridurre l’uso degli antibiotici negli allevamenti ha portato, inevitabilmente, a sostituire la prassi della terapia sistematica in asciutta (BDCT) con quella selettiva (SDCT), ossia ai soli animali con problemi infettivo/infiammatori mammari.  È ormai molto frequente che le bovine, specialmente se primipare, arrivino alla messa in asciutta con produzioni molto elevate, e questo le espone al rischio di un non risanamento batteriologico della mammella durante il periodo di asciutta e a quello di ammalarsi. Un allungamento, anche molto elevato, della durata della lattazione può ridurre in modo significativo questo fattore di rischio.

Vitellaia

L’allontanamento dei vitelli dalla madre alla loro nascita solleva grandi perplessità e disagio nell’opinione pubblica. Questa metodologia, utilizzata diffusamente da anni, fu raccomandata per evitare la propagazione di malattie trasmissibili dalla madre al vitello alla nascita. Per trovare una soluzione alternativa la comunità scientifica si è attivata da tempo; è importante che i costruttori studino strutture che permettano la convivenza madre-vitello per le prime 48 ore e box di svezzamento individuali (nursery) dove isolare i vitelli nei primi giorni di vita antecedenti alla stabulazione collettiva. Quando il vitello sta con la madre nelle prime 48 ore di vita assume spontaneamente il colostro e poi il latte di transizione. Un grave rischio per la salute e la vita del vitello è che il trasferimento di anticorpi dalla madre tramite il colostro avvenga in maniera insufficiente. L’allattamento naturale rende difficile valutare la qualità del colostro e se esso sia ingerito precocemente nella giusta quantità. Nella vitellaia della Stalla Etica è molto importante che venga eseguita in maniera routinaria e casuale la quantificazione delle immunoglobuline presenti nel sangue del vitello nei giorni successivi alla nascita. È in fase di studio e valutazione un’alternativa all’attuale paradigma di gestione delle vitelle da rimonta in fase di svezzamento.

Mungitura

Nelle versioni base e intermedia della Stalla Etica non viene consigliata una particolare modalità di mungitura, mentre nella versione avanzata viene raccomandata la mungitura automatica volontaria (VMS) almeno per le stalle di media o piccola dimensione. Questo metodo di mungitura, che ormai si orienta verso la circolazione libera degli animali, richiede sicuramente meno manodopera specializzata nella mungitura. Inoltre, il VMS è un sistema di mungitura rassicurante nei confronti dell’opinione pubblica in quanto non coercitivo ma volontario.

Nutrizione

La nutrizione non è solo formulare una dieta da somministrare agli animali ma anche controllare accuratamente la sua preparazione. Ormai buona parte delle bovine da latte stabulate negli allevamenti viene alimentata con la tecnica dell’Unifeed, anche detta TMR. Nel caso ci sia la mungitura automatica volontaria (VMS), ovvero tramite robot, una parte dei concentrati viene somministrata da queste macchine. Questa tecnica di alimentazione è anche chiamata unifeed parziale (PMR) e la troviamo anche negli allevamenti che utilizzano gli autoalimentatori. Per somministrare l’unifeed vengono utilizzati carri che richiedono personale specializzato spesso introvabile. Preparare una TMR o una PMR richiede precisione, un’attenzione particolare alla granulometria degli alimenti per evitare che le bovine possano scegliere cosa mangiare per primo, in genere i concentrati. Uno degli obiettivi principali e certificabili della Stalla Etica è quello del bilancio energetico neutro e nel migliore dei casi positivo grazie all’adozione delle energie rinnovabili prodotte in azienda. Questo crea le condizioni ideali per l’adozione dell’alimentazione automatica tramite carri unifeed robotizzati a energia elettrica.

Sanità

Tra gli obiettivi più importanti della Stalla Etica c’è l’utilizzo razionale, o meglio solo quando è indispensabile, sia del farmaco veterinario che dei disinfettanti utilizzati per prevenire e curare la dermatite digitale. Per fare ciò la prevenzione diretta e indiretta sono di fondamentale importanza. Il tipo di lettiera e come viene lavorata (compostaggio) scoraggiano la crescita di tutti quei batteri patogeni anaerobi coinvolti nelle mastiti, nelle dermatiti e nelle infezioni uterine. Nella Stalla Etica viene particolarmente curata la biosicurezza attraverso la regolamentazione degli accessi di persone e automezzi nell’allevamento. Aspetto importante della biosicurezza è la recinzione di tutto il perimetro dell’allevamento per evitare il transito di vettori animati, il controllo di insetti come le mosche e il contenimento di topi e dei ratti. Esistono società e professionisti specializzati nella biosicurezza degli allevamenti indispensabili per raggiungere l’obiettivo di contenere l’uso di tutte le specialità veterinarie. Una misura molto importante di profilassi diretta specifica è quella della vaccinazione. L’industria farmaceutica e gli istituti zooprofilattici mettono a disposizione molte tipologie di vaccini estremamente utili nel controllo delle malattie trasmissibili. I piani vaccinali personalizzati per l’allevamento saranno oggetto di certificazione e dovranno essere redatti dal veterinario aziendale.

Un gruppo di malattie ad alta prevalenza nell’allevamento della bovina da latte è quello delle malattie metaboliche, come l’acidosi e la chetosi a decorso clinico e sub-clinico, la sindrome ipocalcemica, l’immunodepressione del periparto e la ritenzione di placenta. L’industria farmaceutica (farmaci metabolici) e le aziende specializzate in nutrizione clinica offrono importanti soluzioni per prevenire e curare le dismetabolie. La gestione e la nutrizione di base della fase di transizione sono la chiave di volta per la prevenzione di queste patologie e la loro diagnosi precoce, soprattutto della forma a decorso sub-clinico, consentendo tassi di guarigione molto elevati.

Conclusioni

Molti sono gli aspetti che possono arrivare a far definire un allevamento “Stalla Etica”. Molti di questi dettagli li discuteremo nel corso di una tavola rotonda organizzata presso l’Area Ruminantia il 1° dicembre 2023 in occasione dell’edizione 2023 delle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona.