In Italia vengono allevate diverse popolazioni caprine, soprattutto nelle regioni meridionali, spesso in piccoli nuclei e in sistemi di produzione estensivi. Questi animali si sono ben adattatati agli ambienti locali e rappresentano anche una fonte di reddito nelle aree marginali. Questa armonia delle popolazioni locali con il territorio in cui si sono conservate si esprime generalmente in termini di rusticità, frugalità, resistenza alle malattie, capacità di vivere, riprodursi e produrre con risorse alimentari modeste. Pertanto, la loro diversità genetica e conservazione è un aspetto fondamentale, soprattutto alla luce di nuove esigenze legate ai cambiamenti climatici e alle produzioni sostenibili.
Le informazioni riguardanti la struttura e la diversità genetica nelle popolazioni zootecniche locali sono di fondamentale importanza per il miglioramento genetico, per comprendere l’adattamento ambientale, e per i programmi di conservazione e di gestione sostenibile.
In Sicilia sono allevate diverse popolazioni caprine, e tra queste la Mascaruna: una capra allevata principalmente nelle province di Palermo e Agrigento per la produzione di latte in piccole-medie aziende, insieme a nuclei di allevamenti ovini.
La sua consistenza è stimata in circa 300 capi, anche se, a tal riguardo, mancano dati ufficiali per una più precisa quantificazione sull’attuale dimensione demografica. Infatti, non essendo stati sottoposti in passato a nessun piano di caratterizzazione, sono poche ad oggi le informazioni disponibili su questi animali, anche da un punto di vista storico e di filogenesi. Le notizie storiche fornite dagli allevatori indicano che la Mascaruna è allevata in Sicilia sin dalla seconda guerra mondiale.
I soggetti ascrivibili al tipo genetico capra Mascaruna sono relativamente omogenei soprattutto in termini di colore del mantello, che rappresenta una delle caratteristiche fenotipiche più importanti ai fini della discriminazione morfologica, e quindi all’attribuzione dell’individuo ad una razza-popolazione. Di taglia medio-grande, gli animali presentano un mantello a pelo lungo color crema, con una linea marrone scuro che investe la zona dorsale fino alla coda, e che interessa anche la zona ventrale e gli arti. In entrambi i sessi la testa è leggera, con orecchie medie e macchie sempre di colore marrone scuro intorno agli occhi; sono stati identificati sia soggetti acorni che con la presenza di corna rivolte all’indietro. Ad oggi, la capra Mascaruna non è ufficialmente riconosciuta né come popolazione, né tantomeno come razza. Tuttavia, l’interesse per questa risorsa genetica locale sembra essere in aumento, data la sua buona produzione di latte.
Tramite un progetto del PSR Sicilia 2014-2020 (MISURA 10 – Sottomisura 10.2 – sostegno per la conservazione, l’uso e lo sviluppo sostenibili delle risorse genetiche in agricoltura, Operazione 10.2.b – Conservazione delle risorse genetiche animali in agricoltura) è stato condotto, dal Dipartimento SAAF dell’Università degli Studi di Palermo, un primo studio sulla caratterizzazione genomica per stimare e valutare i livelli di variabilità genetica e la struttura di popolazione. L’indagine è stata effettuata usando le tecnologie genomiche di ultima generazione. I soggetti di Mascaruna, campionati in diverse aziende, sono stati messi in relazione con tutte altre razze e popolazioni caprine italiane, al fine di definire le relazioni genetiche, verificare la presenza di eventuali commistioni e componenti ancestrali condivise.
I risultati hanno mostrato sufficienti livelli di variabilità genetica per la capra Mascaruna, in accordo con i valori stimati per le altre capre italiane. Le analisi della struttura di popolazione condotte attraverso l’uso di diversi approcci analitici hanno evidenziato la separazione tra la Mascaruna e le altre razze e popolazioni caprine (Figura 1), indicando una chiara differenziazione e la presenza di un background genetico definito.
Figura 1: Scaling multidimensionale dei dati genomici. Ciascun colore rappresenta una razza diversa.
Pertanto, i risultati ottenuti sulla differenziazione genetica sottolineano l’ipotesi che la capra Mascaruna possa essere una popolazione con una struttura genetica definita, nonostante l’assenza di un libro genealogico e la possibilità di incroci o meticciamenti con altre popolazioni. Tale interpretazione è in linea con le informazioni fornite dagli allevatori, che considerano la Mascaruna come una popolazione indipendente, allevata separatamente e senza incroci con le altre capre siciliane.
Riprendendo il concetto di razza, alcuni studiosi ritengono che “A breed is a breed if enough people say it is”, ovvero “Una razza è una razza se abbastanza persone dicono che lo è”. In effetti, questa capra è ampiamente conosciuta tra gli allevatori locali.
Per la FAO (1999), la razza è “ciascun sottogruppo specifico di animali domestici con caratteristiche esteriori definibili e identificabili che ne consentono la separazione mediante un approccio visivo da altri gruppi definiti in modo simile, all’interno della medesima specie, o un gruppo di animali domestici che l’isolamento geografico e/o culturale da gruppi fenotipicamente diversi ha portato ad una loro identità separata e accettata”. Questo significa che per distinguere una razza da un’altra si devono descrivere in modo molto preciso i caratteri che la distinguono.
Pertanto, la capra Mascaruna, grazie alla sua uniformità fenotipica relativa alla colorazione del mantello e alla sua struttura genetica, sembrerebbe possedere tutti i requisiti per essere riconosciuta ufficialmente come razza. Questo importante passo sarebbe utile ai fini della conservazione; infatti, gli allevatori devono essere sostenuti finanziariamente dalle autorità locali e internazionali per il mantenimento delle popolazioni zootecniche a limitata diffusione e, questo aiuto, nel caso specifico della capra Mascaruna, sarà possibile solo dopo il suo riconoscimento ufficiale come razza.
Tratto da: “Genomic Tools for the Characterization of Local Animal Genetic Resources: Application in Mascaruna Goat” di Marco Tolone, Maria Teresa Sardina, Gabriele Senczuk, Giorgio Chessari, Andrea Criscione, Angelo Moscarelli, Silvia Riggio, Ilaria Rizzuto, Rosalia Di Gerlando, Baldassare Portolano e Salvatore Mastrangelo. Animals 2022, 12(20), 2840; doi.org/10.3390/ani12202840