IN BREVE

L’integrazione della dieta delle vacche da latte con lipidi offre importanti benefici nel soddisfare i fabbisogni energetici della vacca e nell’influire sulla composizione del latte. Tuttavia, gli effetti dei lipidi variano a causa della grande varietà delle fonti lipidiche e dei profili degli acidi grassi. Utilizzando un’analisi completa, abbiamo evidenziato l’importanza del profilo degli acidi grassi delle diete integrate con lipidi per prevedere il loro impatto sulla produzione e sulla composizione dei grassi del latte. Le diete ricche di acidi grassi saturi aumentano la produzione e la percentuale di grasso del latte, diminuendo al contempo gli acidi grassi a corta e media catena presenti in esso. Al contrario, le diete ricche di acidi grassi insaturi aumentano gli acidi grassi a lunga catena nel latte. Analogamente, tenendo in considerazione la produzione dell’animale e le caratteristiche della dieta, è possibile prevedere e modulare la produzione di grasso e il profilo degli acidi grassi del latte. Questi risultati dimostrano la possibilità di ottimizzare la composizione del latte attraverso interventi dietetici mirati.

Abstract

Questa meta-analisi mirava a studiare l’effetto degli acidi grassi (FA) della dieta sulla produzione di grasso del latte e sul profilo degli acidi grassi nelle vacche da latte. Inoltre, lo studio aveva come obiettivo di sviluppare modelli di previsione utilizzando un approccio di meta-regressione. Il database comprendeva 217 articoli sottoposti a peer review su vacche da latte in lattazione (n = 12.892), che rappresentavano 515 possibilità di trattamento. La dimensione dell’effetto è stata valutata utilizzando le differenze medie grezze tra le diete con integrazione di fonti lipidiche e le diete che non prevedevano una supplementazione. Per valutare l’eterogeneità sono state impiegate analisi di sottogruppi. Le diete ricche di acidi grassi saturi (SFA) hanno incrementato la produzione e la percentuale di grassi del latte, riducendo al contempo gli acidi grassi sintetizzati de novo nel latte. Le diete ricche di acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi diminuivano l’eterogeneità degli acidi grassi nel latte. La maggior parte delle diete con integrazione di lipidi aumentavano gli acidi grassi preformati nel latte, ad eccezione di quelle ricche di acidi grassi saturi. I modelli di previsione sono stati sviluppati utilizzando la meta regressione. I principali fattori predittivi della produzione di grasso del latte includevano la fibra neutro detersa (NDF), l’acido miristico della dieta e la produzione di latte. La percentuale di grassi del latte veniva meglio predetta dagli acidi grassi insaturi della dieta, dalla NDF e dal foraggio. Gli acidi grassi sintetizzati de novo nel latte sono stati predetti in base all’ingestione di sostanza secca (DMI) e ai FA della dieta, mentre gli acidi grassi preformati sono stati predetti in base al DMI e agli acidi oleico e linoleico della dieta. In conclusione, questo studio sottolinea l’importanza del profilo dietetico degli acidi grassi nella valutazione degli effetti dei lipidi sulla produzione di grassi del latte e sul profilo stesso degli acidi grassi. È possibile ottenere previsioni accurate e precise sulla produzione, sulla percentuale e sul profilo degli acidi grassi del latte tenendo in considerazione la produttività delle vacche e le caratteristiche della dieta.

Introduzione

L’utilizzo di integratori lipidici nell’alimentazione delle vacche da latte viene fatto risalire tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo [1–3]. Inizialmente l’integrazione di lipidi è stata impiegata per aumentare la densità energetica della dieta, allo scopo di migliorare le performance produttive, la fertilità e lo status energetico delle vacche in lattazione [4]. Tuttavia, ricerche recenti dimostrano che i lipidi esercitano funzioni fisiologiche bioattive essenziali oltre al loro ruolo di fonti energetiche [5]. Queste funzioni includono la modulazione dell’espressione genica, della composizione del microbiota e delle componenti del latte, evidenziando l’importanza dell’integrazione di lipidi nella moderna produzione lattiero-casearia. Rispetto alle proteine e al lattosio, il grasso del latte è un componente molto variabile che può andare dai 2.4 ai 5.5 g per 100 g di latte crudo [6] e può essere influenzato sia da fattori nutrizionali che non nutrizionali [7]. Il grasso del latte origina da due fonti primarie [8]: gli acidi grassi (FA) sintetizzati de novo nella ghiandola mammaria, con acetato e beta idrossibutirrato come precursori, e gli acidi grassi preformati provenienti dal sangue e derivati dalla dieta e dalla mobilizzazione del grasso corpo [8-10]. La nutrizione è un fattore determinante della produzione di grassi del latte e del profilo stesso degli acidi grassi [11], con effetti che possono essere positivi o negativi, a seconda della tipologia e della fonte di lipidi utilizzati (ad esempio, semi, oli, grassi di origine animale, grassi rumino-protetti e sottoprodotti dell’industria ittica) e dei rispettivi profili dei FA [12–14]. Rabiee et al. [14] hanno valutato le fonti lipidiche raggruppate per origine e hanno riferito che i semi oleosi riducono la concentrazione di grassi del latte ma ne aumentano la produzione giornaliera. Hanno anche scoperto che Megalac (sali di calcio e acidi grassi dell’olio di palma, Church and Dwight Co. Inc., Princeton, NJ, USA) migliora sia la composizione che la produzione di grasso del latte, mentre altre tipologie di saponi di calcio riducono la percentuale e la produzione di grasso del latte. Più recentemente, dos Santos Neto et al. [12] hanno riferito che i saponi di calcio e acido palmitico aumentano la produzione giornaliera ma non influenzano la percentuale di grasso del latte. Inoltre, l’integrazione con acido palmitico in diverse forme (ad esempio, semi oleosi, grassi protetti e oli) ha effetti variabili sulla produzione di latte e sul profilo degli acidi grassi del latte [15]. Vi è un crescente interesse nel comprendere meglio gli effetti degli integratori a base di lipidi nella dieta delle vacche da latte sulla produzione di grasso e sul profilo degli acidi grassi nel latte. Tuttavia, la grande varietà di fonti di grassi e i differenti profili degli acidi grassi rendono difficile comprendere chiaramente i loro effetti reali. Una possibile soluzione è raggruppare le diete arricchite con lipidi sulla base del loro profilo degli acidi grassi, cosa che potrebbe consentire una valutazione più precisa degli effetti e, in definitiva, una modulazione della produzione dei grassi e del profilo dei FA del latte. Sulla base di ciò, nel nostro studio, abbiamo fissato due obiettivi specifici: (1) indagare in che modo il profilo degli acidi grassi di una dieta integrata con lipidi, raggruppati in base al loro profilo, può influire sulla produzione e sulla percentuale dei grassi del latte, nonché sul suo profilo degli acidi grassi, e (2) sviluppare modelli empirici per prevedere la produzione di grassi del latte e il profilo degli acidi grassi, tenendo conto della produzione bovina e delle caratteristiche della dieta. Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo utilizzato metodi meta-analitici che hanno consentito di ottenere risultati affidabili e precisi.

Conclusioni

I nostri risultati evidenziano l’importanza di classificare le diete arricchite di lipidi in base al loro profilo di acidi grassi essenziali per misurare il loro impatto sulla produzione e sulla proporzione dei grassi del latte. Inoltre, i nostri risultati dimostrano che il grasso del latte può essere previsto con accuratezza e precisione considerando la dieta, l’assunzione e le caratteristiche della produzione. Per quanto ne sappiamo, questo è il primo studio ad esaminare quantitativamente gli effetti delle diete arricchite di lipidi, caratterizzate dal loro profilo di FA, sulla produzione e sulla proporzione di grassi del latte. Inoltre, il nostro studio utilizza le caratteristiche delle diete e le prestazioni produttive per prevedere i profili degli acidi grassi del latte in base alla loro origine biologica. Suggeriamo che ulteriori studi valutino gli effetti dell’integrazione lipidica durante le diverse fasi della lattazione, in particolare all’inizio, poiché il nostro studio si è concentrato sulle vacche dopo il picco di lattazione (DIM = 115).

Associations between Dietary Fatty Acid Profile and Milk Fat Production and Fatty Acid Composition in Dairy Cows: A Meta-Analysis Walter B. Gallardo 1 and Izabelle A. M. A. Teixeira
https://doi.org/10.3390/ani13132063