Interrogazione a risposta orale n. 3/02914 presentata da Bergesio Giorgio Maria 

Mercoledì 3 novembre 2021, seduta n. 374

BERGESIO, ROMEO, VALLARDI, RUFA, ZULIANI – Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. – Premesso che:

nel 2019 “Eat Lancet commission” ha pubblicato un report nel quale viene delineata una strategia per un’alimentazione universale, secondo gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e degli accordi sul clima di Parigi, andando nei fatti ad omologare le scelte dei consumatori; è ormai in atto un’evidente strategia per screditare le eccellenze agroalimentari made in Italy, sulle quali si basa un sistema alimentare fondato sui principi della dieta mediterranea per un corretto consumo giornaliero di alimenti naturali e stagionali, a favore di modelli alimentari assolutamente lontani dalla nostra cultura e dalle nostre tradizioni, basati sulla promozione di cibi ultra processati e sintetici, non adatti da un lato a soddisfare il gusto dei consumatori, e dall’altro a garantire il giusto apporto nutrizionale nella dieta alimentare.

Queste posizioni indeboliscono la competitività delle filiere agroalimentari italiane, a cominciare dal settore zootecnico che conta 115.000 aziende e oltre 250.000 occupati, per un valore degli allevamenti pari a 17 miliardi di euro, che con l’indotto arriva ad 80 miliardi; ad avvantaggiarsene sono in primo luogo le multinazionali del cibo, che da tempo stanno investendo in tecnologie innovative per produrre carni sintetiche, sponsorizzate come alternativa sostenibile alla produzione di alimenti ottenuti da tecniche di agricoltura tradizionale.

Il tentativo è quello di insinuare nell’opinione pubblica che la carne rossa danneggi la salute dei consumatori e che gli animali negli allevanti siano maltrattati e che la zootecnia produca spreco di acqua e generi un’elevata emissione di anidride carbonica; questa non è la visione reale: in Italia tutti gli allevamenti hanno adottato tecniche di produzione a basso impatto ambientale con un’attenzione particolare al benessere animale.

Tali posizioni “integraliste” stanno influenzando gli orientamenti della stessa Commissione europea sulla transizione ecologica, la quale sembrerebbe stia finanziando con i soldi della ripresa economica del post COVID-19 la ricerca sui cibi sintetici.

L’Italia è caratterizzata da un patrimonio di biodiversità tra i più significativi in ambito europeo che è necessario preservare, anche attraverso il rafforzamento e la valorizzazione del forte legame esistente tra l’agricoltura, il territorio e l’ambiente, il quale determina l’unicità delle produzioni agroalimentari italiane.

Si chiede di sapere quali concrete misure, anche di natura economica, il Ministro in indirizzo intenda adottare per sostenere la filiera zootecnica italiana, al fine di renderla competitiva, anche attraverso l’utilizzo delle risorse del PNRR, da investire in politiche mirate alla crescita sostenibile del settore, anche a difesa della salute e della libertà di scelta dei consumatori.

Testo della risposta: Stefano Patuanelli, Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali

Signor Presidente, ringrazio gli onorevoli interroganti. Dividerò in due parti il mio intervento, perché mentre venivo qui e pensavo alla risposta a questa interrogazione, ho ripensato al film «Matrix» – penso che tutti voi lo ricordiate bene – quando il gruppo di Morpheus si accorge che la realtà in cui viviamo è virtuale e si cala nel mondo reale, dove gli uomini sono delle batterie attaccate con un cavo. Per sopravvivere in quel mondo devono mangiare una pappa piena di proteine, vitamine, eccetera; un nutriente senza gusto, prodotto in modo sintetico. Se c’è qualcuno che pensa che quello sia il modello di riferimento a cui dobbiamo portare il mondo intero, con sistemi alimentari prodotti in laboratorio e nelle fabbriche, sappia che questo è sbagliato e che non avrà mai possibilità di strada.

La strategia One Health non deve essere confusa con la strategia one diet, perché non esiste una dieta unica che vada bene per ciascun essere umano. E non esiste un cibo buono che fa bene e un cibo insano che fa male. Esistono diete equilibrate. Gli eccessi fanno male, ma il consumo equilibrato di proteine animali, di proteine vegetali e di tutti i tipi di nutrienti è l’unico modo che abbiamo per fare una vita sana, magari accompagnata da un po’ di attività sportiva.

Ciò detto, è chiaro che il settore della zootecnia, oltre a questi attacchi, presenta anche delle criticità legate alla revisione della nuova PAC; sappiamo benissimo che i percorsi di convergenza interna porteranno a una riduzione degli interventi a favore della zootecnia. È proprio per questo che stiamo costruendo, nella nuova PAC e nel Piano strategico nazionale, degli ecoschemi dedicati alla zootecnia, in particolare due.

Avremo uno schema al quale si potrà aderire, ovviamente su base volontaria, attraverso due livelli di impegno: il primo prevede un pagamento finalizzato al raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei consumi di antimicrobici negli allevamenti, che sarà verificato attraverso il sistema ClassyFarm; mentre un secondo livello di impegno, più alto, prevede un pagamento per l’attività di pascolo unitamente all’adesione al Sistema di qualità nazionale per il benessere animale. Visto il percorso che ha fatto la zootecnia, si tratta anche di far vedere quanto di buono quella filiera ha fatto, affidando all’organismo di certificazione la verifica del rispetto dell’impegno di pascolamento.

Ma non c’è soltanto questo. Nella legge di bilancio abbiamo riproposto la norma sulla compensazione IVA, che vale 74,5 miliardi nel settore della zootecnia. Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza cerchiamo di accompagnare la resistenza di reddito della zootecnia attraverso misure complementari, come il passaggio al biogas e al biometano, che è molto importante per il settore zootecnico, o come la misura agrisolare, che consentirà un’indipendenza energetica a quelle aziende.

Quindi, ci sono risorse sia nel Piano nazionale di ripresa e resilienza che nella legge di bilancio, ma soprattutto il Governo, il Parlamento e tutta la filiera sono fortemente impegnati a difesa dei  sistemi produttivi italiani e dell’agricoltura italiana.

Replica del Sen. Vallardi I (L-SP-PSd’Az)

Signor Presidente, ringrazio il ministro Patuanelli.

Noi della Lega siamo convinti che lei stia facendo tutto il possibile per la difesa del made in Italy e soprattutto della dieta mediterranea dagli attacchi che ci vengono sferrati in maniera concentrica sulla qualità dei nostri cibi.

Noi non vogliamo assolutamente la carne sintetica. Sappiamo che lei e la Lega state lavorando nella stessa direzione, ma siamo fortemente preoccupati perché è notizia di circa due mesi fa che l’Unione europea ha approvato la farina di larve e, quindi, gli insetti come cibo. Assolutamente non vogliamo che ciò vada in porto.

Sappiamo che la dieta mediterranea è famosa in tutto il mondo; è patrimonio immateriale dell’umanità e la controprova ne è il fatto che l’Italia è sicuramente in Europa il Paese più longevo. Se viviamo più degli altri, significa che mangiamo bene.

Vorrei poi ricordarle la difesa del made in Italy e delle nostre eccellenze. Mi permetto di rammentarle anche il problema del latte. Le nostre stalle stanno soffrendo; il prezzo del latte è sicuramente un punto su cui dobbiamo porre più attenzione e poi ricordiamoci tutti la questione delle quote latte. In questo momento le stalle stanno chiudendo. L’Unione europea ha detto che la procedura di infrazione in Italia è sbagliata e, quindi, dobbiamo dare una mano ai nostri allevatori.

 

Fonte: Senato