Dedicare un workshop ai caseifici aziendali alla 74^ Fiera Internazionale del Bovino da Latte era un atto dovuto. Per farlo, Ruminantia ha chiamato all’appello due importanti figure dal mondo dell’allevamento e della trasformazione: Arrigo Milanesi, di Farm Consulting srl, l’uomo del conto economico, e Mirko Galliani, Direttore di Accademia Italiana del Latte, autorevole punto di riferimento per la formazione e la consulenza nel mondo lattiero-caseario. Perché coinvolgere proprio loro, prestigio a parte? Perché la conoscenza di come fare le cose, passo dopo passo, e la capacità di leggere le performance economiche insite nelle marginalità raggiunte sono elementi chiave per essere imprenditori del latte.

Il caseificio aziendale non è una soluzione ai problemi del mercato del latte in Italia, né tantomeno un’alternativa al percorso di qualificazione di questa preziosa materia prima. Intraprendere un’attività imprenditoriale del genere significa avere già in mente un progetto ben preciso, dal percorso complesso e anche piuttosto lungo: ciò richiede determinazione, passione e soprattutto impegno. Lo hanno detto anche i testimoni che dalle poltrone del pubblico si sono spostati tra i relatori per portare un po’ di esperienza e dare suggerimenti. Giovanni Tuminello, ad esempio, ci ha raccontato come il processo di concretizzazione del suo caseificio aziendale, da sogno ad idea fino alla realtà, sia durato dal 1994 al 2006. Sogno peraltro molto coraggioso, dato che, insieme ad altri tre soci, due allevatori ed un casaro, ha realizzato un allevamento di bufale a Ragusa con annesso caseificio aziendale. Giovanni ha sottolineato l’importanza di affrontare la compagine societaria con una certa maturità, comprendendo che ci saranno sempre divergenze di vedute tra soci ma rimane fondamentale il mantenersi oggettivamente focalizzati sugli obiettivi condivisi. Oggi Giovanni può affermare di poter guadagnare con la sua attività.

Il Sig. Enzo, pugliese che dal mondo automobilistico si è buttato, insieme alla moglie (proveniente dal settore della moda), nel mondo del latte, allevando in particolare vacche di razza Bruna Alpina, dà qualche consiglio pratico sull’importanza della scelta della zona: le aree di passaggio e turistiche permettono una vendita facilitata, ma per vendere è altresì importante permettere ai consumatori di assaggiare a tavola i prodotti, agganciandosi quindi alla ristorazione e organizzando eventi di degustazione. Altro consiglio da parte di Enzo è stato quello di specializzarsi e fare formazione prima di assumere personale, in modo da avere occhio critico su quello che fanno gli operai.

L’allevatrice bergamasca Raffaella Angelini, pienamente allineata con le parole di Mirko Galliani sulla necessità di lavorare per obiettivi, con cognizione di causa e con la giusta formazione, affidandosi anche ai consulenti ed agli esperti disponibili tra i professionisti, è intervenuta per dire che, tra i molti piccoli caseifici aperti nella sua zona, è importante oggi osservare le alternative di commercializzazione e che se ci sono delle difficoltà di eccessiva produzione e di marginalità, una soluzione potrebbe essere quella di ridurre le quantità di latte prodotto per diminuire quindi le quantità di formaggio lavorate, concentrandosi quindi sulla qualità del prodotto con elasticità e con un occhio sull’evoluzione dei tempi.

Importantissima anche l’opinione di una consulente della Credit Agricole, Miledi Gelati, che segue la Lombardia e la provincia di Piacenza. Essere imprenditori non è qualcosa che ci si può inventare dall’oggi al domani: nel suo lavoro, Miledi valuta anche il sogno della persona che ha di fronte, l’entusiasmo con cui lavora e se ha ben chiaro l’obiettivo che si è posta. La banca apprezza il progetto, poiché dietro ai finanziamenti c’è la fiducia dei creditori e pertanto gli investimenti devono essere allocati anche per soddisfare e tutelare gli azionisti. Il loro modo di lavorare li porta a confezionare il vestito più adatto alla persona che hanno di fronte.

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