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I paesi europei hanno notevolmente ridotto le vendite di antibiotici destinati all’uso negli animali da reddito: sono queste le conclusioni raggiunte dall’EMA nel tredicesimo rapporto ESVAC. Le vendite complessive di antibiotici ad uso veterinario nei 31 paesi che hanno segnalato dati nel 2022 sono diminuite del 12,7% rispetto al 2021. Nei 25 paesi che hanno fornito dati all’EMA ininterrottamente tra il 2011 e il 2022, le vendite di antibiotici ad uso veterinario sono diminuite addirittura del 53,0% in questo periodo, raggiungendo il livello più basso mai registrato. Nello stesso periodo, le vendite antibiotici per uso veterinario considerati di fondamentale importanza nella medicina umana sono crollate: le vendite di cefalosporine di terza e quarta generazione sono diminuite del 49%, quelle di polimixine dell’81%, quelle di fluorochinoloni del 25% e quelle di altri i chinoloni sono diminuite del 90%.

L’Agenzia europea per i medicinali (EMA), ha pubblicato oggi la nuova edizione del “Rapporto sulla sorveglianza del consumo degli antibiotici veterinari (Esvac)” con i dati del 2022.

Calano le vendite di antibiotici ad uso veterinario rispetto al 2021

Un totale di 31 paesi europei (29 paesi UE/SEE, più Svizzera e Regno Unito) ha inviato dati sulle vendite o sulle prescrizioni di antibiotici destinati all’uso veterinario nel 2022 all’Agenzia europea per i medicinali.

L’indicatore principale utilizzato per esprimere le vendite di antibiotici per animali da reddito nel rapporto sono i milligrammi (mg) di principio attivo venduti per “Population Correction Unit” (PCU) – mg/PCU. Il PCU tiene conto della dimensione della popolazione animale destinata alla produzione alimentare (compresi tutti gli equini ed esclusi gli animali da compagnia) e serve a normalizzare i dati di vendita in base al numero di animali da reddito che potrebbero essere potenzialmente trattati con gli antibiotici in ciascun paese.

Le vendite aggregate complessive di antibiotici ad uso veterinario nei 31 paesi che hanno segnalato dati nel 2022 sono state di 73,9 mg/PCU. Ciò rappresenta una diminuzione del 12,7% rispetto al 2021 (84,7 mg/PCU). L’EMA ha però osservato una grande differenza tra i paesi con le vendite più alte e quelle più basse, con un renge che va da 2,1 mg/PCU a 254,7 mg/PCU, mentre la mediana per tutti i 31 paesi era 45,8 mg/PCU.

La classe di antibiotici più venduta è quella delle penicilline, che rappresentano il 32,7% delle vendite complessive e che insieme alle tetracicline (23,5%) e ai sulfamidici (9,4%) hanno rappresentato il 65,5% delle vendite totali nel 2022. In generale, i modelli di vendita delle varie classi di antibiotici variavano sostanzialmente tra i 31 paesi.

Ciò vale anche per le classi di antibiotici della categoria B EMA AMEG, per le quali si raccomanda di limitare l’uso, vale a dire cefalosporine di 3a e 4a generazione, fluorochinoloni, altri chinoloni e polimixine, le cui vendite rappresentano rispettivamente lo 0,17%, 2,8%, 0,16% e 2,8% del totale. L’OMS considera queste classi, oltre ai macrolidi e ai chetolidi, come antimicrobici di importanza critica (CIA) con la massima priorità per la medicina umana. Nel 2022, i macrolidi rappresentavano l’8,5% (6,3 mg/PCU) delle vendite totali aggregate di antibiotici per animali da produzione alimentare mentre l’uso dei chetolidi negli animali non è autorizzato nell’UE.

Analizzando per tipologia di prodotto, l’EMA ha rilevato che l’85,1% delle vendite riguardava forme di prodotto utilizzate prevalentemente per il trattamento di gruppo: soluzioni orali (63,4%), premiscele (14,9%) e polveri orali (6,8%).

Le tipologie di prodotto destinate principalmente al trattamento di singoli animali rappresentavano il 14,9% delle vendite totali in tutti i paesi, e includevano prodotti iniettabili (13,6%), prodotti intramammari (0,74%) e altre forme come paste orali, boli e prodotti intrauterini (0,58%).

Dimezzate le vendite dal 2011 al 2022 

Nei 25 paesi che hanno fornito dati all’EMA ininterrottamente tra il 2011 e il 2022, le vendite di antibiotici ad uso veterinario sono diminuite del 53,0% in questo periodo, passando da 161,2 mg/PCU nel 2011 a 75,8 mg/PCU nel 2022.

Durante questo periodo di riferimento, le vendite complessive (in mg/PCU) sono diminuite in 24 paesi. Di questi, 21 hanno mostrato un calo superiore al 15% (e fino al 67,5%). L’Italia in particolare ha registrato un calo del 57,5%. Solo un paese ha avuto un aumento delle vendite (+ 55% rispetto al 2011).

Le vendite totali degli antibiotici AMEG di categoria B in questi 25 paesi sono diminuite dal 2011. Nello specifico, tra il 2011 e il 2022, le vendite di cefalosporine di 3a e 4a generazione sono diminuite del 49,0%, quelle dei fluorochinoloni del 24,7%, quelle di altri chinoloni dell’89,7% e quelle delle polimixine dell’81,0%.

Anche le tipologie più vendute sono cambiate: mentre le vendite di soluzioni orali sono aumentate nel corso degli anni, le vendite di tutte le altre tipologie di prodotto (polveri orali, premiscele, iniettabili, intrauterini, intramammari e boli) sono diminuite.

Raggruppate in base al loro uso predominante, le vendite delle tipologie di prodotto utilizzate principalmente per il trattamento di gruppo hanno subito un calo maggiore (56,3%) rispetto alle tipologie di prodotti utilizzate prevalentemente per il trattamento individuale (14,3%) tra il 2011 e il 2022.

I progressi per raggiungere gli obiettivi della F2F

Il rapporto include anche informazioni sui progressi compiuti per il raggiungimento degli obiettivi fissati nella strategia Farm to Fork che prevede una una riduzione del 50% delle vendite di antimicrobici per animali d’allevamento e acquacoltura entro il 2030 rispetto all’anno di riferimento 2018.

Come si legge nel documento, nel 2022 i 27 Stati membri dell’UE hanno raggiunto poco più della metà dell’obiettivo di riduzione fissato per il 2030 (rispetto al 2018), dimostrando che sono sulla strada giusta per raggiungere gli obiettivi prefissati. Mantenendo un calo annuo delle vendite di circa il 5% nei prossimi 8 anni sarà infatti possibile raggiungere il traguardo previsto.

Il rapporto ESVAC

L’EMA monitora le vendite di antimicrobici veterinari in Europa attraverso il progetto ESVAC dal 2009. Da allora il numero dei paesi partecipanti è più che triplicato, passando da 9 a 31 nel 2022.

Nei suoi 13 anni di attività l’ESVAC ha portato alla raccolta di dati affidabili sulla vendita di antimicrobici veterinari, fornendo preziose informazioni ai paesi partecipanti sull’impatto delle loro misure per promuovere un uso prudente e fissando obiettivi per ridurre il consumo di antimicrobici negli animali.

Il progetto si concluderà nel 2023; questo rappresenta quindi l’ultimo rapporto ESVAC con i dati di sola vendita. Il concetto ESVAC è stato però integrato nella legislazione dell’UE, rendendo la raccolta dei dati obbligatoria per tutti i paesi, non solo relativamente alle vendite di antimicrobici ad uso veterinario ma nei prossimi anni anche per l’uso degli antimicrobici negli animali. Il primo report che riporterà sia i dati di vendita che quelli di utilizzo negli animali da reddito del 2023 sarà pubblicato nel 2025.

Il documento può essere scaricato integralmente qui: