Recentemente l’applicazione dell’ozono come sanitizzante degli ambienti di lavoro è tornato alla ribalta per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. A tal riguardo, l’utilizzo dell’ozono come sanificante “green” degli ambienti di produzione del settore alimentare potrebbe riscuotere particolare attenzione. In letteratura non sono numerosi i lavori svolti con ozono gassoso. La gestione della contaminazione da Listeria monocytogenes rappresenta una battaglia continua e richiede un’attenzione in più da parte degli operatori del settore alimentare nonostante la regolare applicazione delle operazioni di sanificazione ambientale. Questo microrganismo psicrotrofo, infatti, è ampiamente distribuito in natura e ha mostrato una forte capacità di adattamento a condizioni ambientali avverse in stato di biofilm, per cui svariate possono essere le fonti e i momenti di contaminazione degli alimenti. Questa indagine ha voluto studiare l’effetto biocida ed anti-biofilm dell’ozono gassoso su ceppi di Listeria monocytogenes provenienti da settore lattiero-caseario e da settore carni.
I test, mediante l’impiego di un apparecchio erogatore di ozono con annessa camera di prova (Figura 1), sono stati condotti sui ceppi sia in forma libera sia in forma sessile. In particolare, per valutare l’inibizione del biofilm gli isolati sono stati preventivamente sottoposti a stress ossidativo e poi saggiati per la formazione di biofilm; per valutare la capacità eradicante, il biofilm pre-formato dei suddetti isolati è stato esposto a trattamento con ozono. Dopo i trattamenti, si è proceduto alla quantificazione degli indici di produzione di biofilm al fine di valutare l’eventuale riduzione di questi valori dopo l’esposizione ad ozono gassoso (50ppm). L’ozono ha mostrato un effetto biocida per quanto concerne le forme libere. Si è osservata, infatti, una riduzione media di circa 3,5 Log UFC/ml dopo breve esposizione dei ceppi ad ozono gassoso (10 e 30 minuti) e un totale abbattimento delle cariche iniziali (circa 8 Log UFC/ml) dopo lunga esposizione (6 ore). Per quanto concerne l’attività anti-biofilm, la notevole variabilità dei risultati ottenuti ha messo in evidenza come l’efficacia dell’ozono gassoso (50 ppm – 6 ore) possa variare in funzione del ceppo trattato. Le conte delle cellule vitali distaccate da biofilm pre-costituito, inoltre, dopo i trattamenti non hanno evidenziato un abbattimento microbico rispetto ai controlli.
Figura 1. Rappresentazione grafica della strumentazione usata per i trattamenti con ozono gassoso.
In conclusione, sulla base dei dati ottenuti, il ricorso all’ozono gassoso per la prevenzione ed il controllo del biofilm di Listeria monocytogens potrebbe essere considerato come una misura supplementare, e chiaramente non sostitutiva, rispetto all’applicazione di un adeguato piano di pulizia e disinfezione e all’implementazione delle buone prassi igieniche.
Sinossi tratta dall’articolo: Effect of Gaseous Ozone on Listeria monocytogenes Planktonic Cells and Biofilm: An In Vitro Study
Foods 2021 – 10(7)
DOI: doi.org/10.3390/foods10071484
Lo studio è stato finanziato dal Progetto Regionale Tech4 Milk.