Il Consorzio di Tutela del Parmigiano Reggiano nel 2021 ha indetto un bando, denominato “Bando 2021 Benessere Animale”, rivolto a caseifici soci ed allevatori della filiera, con l’obiettivo di promuovere pratiche ed investimenti finalizzati al miglioramento delle performance in tema di benessere animale. La partecipazione era volontaria e prevedeva una prima valutazione con lo standard CRENBA (riconosciuto dal Ministero della Salute e dal MIPAAF), ad opera dei veterinari incaricati dal Consorzio stesso, per definire lo “Status” delle aziende partecipanti. Quelle che raggiungevano un punteggio maggiore o uguale a 75, avrebbero ricevuto un premio in denaro. Chi voleva poi, poteva aderire anche ad un secondo step, definito “Miglioramento”, che prevedeva una seconda valutazione nell’arco dell’anno e la premiazione di chi avesse incrementato il punteggio rispetto lo “status” inziale. In aggiunta a tutto ciò è stato indetto, inoltre, un “Premio Benessere Animale Alleva Forum 2023” destinato a coloro che nel bando 2021 avevano raggiunto il punteggio più alto.
Nel seguire le premiazioni, tenutesi il 14 marzo ad “Alleva Forum”, con sommo piacere, ho appreso che il premio benessere animale è stato vinto dall’azienda “DaMa Dairy di Bettoni”, l’azienda di Matilde e Daniele, una conoscenza che arriva per me da tempi lontani, quando partecipavamo insieme alle iniziative del Bruna Junior Club e ci ritrovavamo per fiere ed eventi di settore.
Matilde e Daniele, dalla provincia di Brescia, non hanno alle spalle una tradizione di famiglia, ma hanno sempre avuto il sogno di gestire un’azienda tutta loro. Uno laureato in biotecnologie veterinarie e l’altra diplomata al liceo scientifico, nel 2015 sono riusciti a dare inizio al loro progetto, dapprima prendendo una stalla in affitto nella provincia di Parma, zona da loro tanto amata, e poi acquistandone una, nel 2019, situata a Tizzano Val Parma, comune a circa 750 metri di altezza, in direzione sud-est verso l’Appennino parmense.
L’azienda si presenta oggi con circa 160 vacche in mungitura e 200 manze e vitelle, 130 ettari di terreno sui quali si producono foraggi (principalmente erba medica, frumento e prati stabili) che coprono circa il 70% del fabbisogno alimentare della mandria. Ci sono anche diverse zone di bosco e tutti gli animali, vacche in produzione incluse, hanno accesso al pascolo. Dalla sua nascita è certificata biologica e vi si producono circa 18.000 quintali l’anno di latte destinati alla trasformazione in Parmigiano Reggiano DOP di montagna. Ma c’è di più, viene effettuata la vendita diretta di carne bovina in pacchi famiglia, consegnati a domicilio al cliente dopo una frollatura minima di quattro settimane. Insomma, un grande lavoro che viene condotto quotidianamente insieme a tre collaboratori di importanza strategica.
Una realtà che incarna gli ideali di sostenibilità, benessere ambientale, salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, che merita una conoscenza più da vicino, e per questo ho rivolto ai titolari qualche domanda partendo dalla premiazione ricevuta, per sapere innanzitutto il motivo per cui abbiano scelto di partecipare a questo bando e poi quali fossero gli aspetti del loro management che si sono rivelati vincenti in questo concorso.
«L’aver avviato la nostra attività sotto la certificazione biologica fa capire quanto sia centrale per noi condurre un allevamento rispettoso della naturalità del ciclo produttivo, del benessere degli animali stessi e dell’ambiente circostante, perciò abbiamo colto nel bando del Consorzio un’opportunità per realizzare degli interventi migliorativi che avevamo comunque in programma di effettuare. Riguardo gli aspetti manageriali – continua Daniele – credo che la differenza l’abbiano fatta soprattutto l’accesso al pascolo per tutti gli animali, la tutela del rapporto tra vacca e vitello nei primi giorni di vita, la gestione organizzata della podologia e la percentuale di rimonta molto bassa, all’incirca sotto il 20%».
Al sentir parlare di rapporto tra vacca e vitello chiedo subito di poter approfondire tale aspetto, perché sappiamo bene quanto sia controversa l’opinione pubblica al riguardo e quanti dubbi ci siano per gli aspetti igienico-sanitari.
«La nostra gestione – spiega ancora Daniele – prevede di stabulare le vacche appena partorite in un box multiplo su lettiera permanente all’interno del quale sono presenti dei piccoli recinti bassi indipendenti dove si trovano i vitelli appena nati. Il sistema consente alla madre di prestare le cure necessarie e garantisce un contatto fisico tra i due che dura circa 8 giorni, trascorsi i quali i neonati vengono trasferiti in box multipli su lettiera permanente. Viene somministrato il colostro della madre tramite biberon per abituare da subito i vitelli a questa modalità di assunzione del cibo. Riguardo gli aspetti igienico-sanitario, non abbiamo mai riscontrato problematiche, ma bisogna dire che lavoriamo molto sulla prevenzione, vaccinando in asciutta per le principali patologie e garantendo quindi un’immunità passiva ai vitelli con l’assunzione del colostro entro le prime ore di vita. Abbiamo inoltre constatato che questa modalità apporta grande beneficio alle vacche appena partorite, mette al riparo dalle ritenzioni di placenta e genera un buon avvio di lattazione».
Oltre alla vaccinazione, quali pratiche di prevenzione adottate per garantire la sanità ed il benessere degli animali e controllare l’utilizzo degli antibiotici, già estremamente limitato dal regime biologico?
«Abbiamo messo in piedi dei protocolli relativi alla podologia, che prevedono due interventi l’anno di pareggio funzionale, e ci rivolgiamo ad un team di veterinari che presenta al suo interno specialisti nei principali aspetti dell’allevamento della vacca da latte. Puntiamo anche molto sulla formazione, effettuando ad esempio delle sezioni bimestrali di valutazione della routine di mungitura. Riteniamo infatti fondamentale investire sulla professionalità degli operatori perché sono loro che fanno la differenza, crediamo moltissimo nel lavoro di squadra, li coinvolgiamo nelle scelte manageriali, e stiamo attenti a rispettare gli spazi di vita quotidiana di ognuno di noi, garantendo un giorno a settimana di riposo e le ferie durante l’anno. Mensilmente analizziamo inoltre l’andamento economico dell’attività per capire in che direzione stiamo andando».
Ecco un altro tema molto interessante, la gestione economica dell’azienda: che peso date a questo aspetto?
«Lo riteniamo un altro aspetto basilare da cui nessuna realtà dovrebbe prescindere, inizialmente lo curavo direttamente io – interviene Matilde – utilizzando un semplice foglio excel in cui raccoglievo i dati delle entrate e delle uscite relative all’intera attività. Nel tempo ci siamo però resi conto di quanto sia importante, anche in questo campo, un supporto da parte di specialisti che riescono ad individuare più rapidamente le criticità. Per questo ci siamo affidati ad una società di consulenza con cui effettuiamo il bilancio annuale ed il business plan, nonché dei monitoraggi mensili dell’andamento. È un’attività di cui non si può davvero più fare a meno».
Guardando al futuro quali sono i prossimi obiettivi che avete?
«Innanzitutto, stiamo completando la nuova stalla per la rimonta – continua Matilde – che misura circa 1.200 mq e sarà dotata di una cisterna per raccogliere l’acqua piovana che potremo riutilizzare attraverso il sistema di raffrescamento degli animali o per il lavaggio dei macchinari, sempre nella direzione della sostenibilità ambientale. Vorremmo inoltre ridurre il numero degli animali, dando loro ancora più spazio, e mantenere al contempo le stesse produzioni, sempre per la nostra ferma convinzione che se gli animali stanno bene e vivono bene i risultati arrivano anche all’allevatore. Ci piacerebbe anche poter aumentare i terreni per arrivare ad essere autosufficienti con l’alimentazione visti i costi, soprattutto dei prodotti certificati bio che hanno una maggiorazione di circa il 60% rispetto ai convenzionali, a fronte di un maggior prezzo riconosciuto per il latte che si aggira solamente sui 10 cent/l. Infine, vorremmo organizzare attività agrituristica con delle camere dove poter soggiornare e soprattutto la fattoria didattica, ma organizzata un po’ diversamente da quello a cui siamo abituati. Vorremmo infatti rivolgerci ad adulti ed adolescenti aprendo le nostre porte con lo scopo puramente educativo di far vedere la realtà dell’allevamento. Perché la zootecnia è anche fecondazione artificiale, riforma degli animali e loro macellazione, e rischio legato agli animali predatori. A tal proposito a breve recinteremo anche tutto il pascolo, circa undici ettari, perché abbiamo ingenti perdite legate ai lupi, parliamo circa di tre quattro animali l’anno, non poco».
Insomma, gli obiettivi per il futuro sono tanti ed ambiziosi, ma come dimostra il riconoscimento ottenuto, Daniele, Matilde e tutta la squadra di DaMa Dairy hanno tutte le carte in regola per lavorarci e raggiungerli!!!