La EAAP è un’organizzazione internazionale non governativa che mira a migliorare la conoscenza e la diffusione dei risultati della ricerca sull’allevamento degli animali domestici. L’adesione è aperta a scienziati, allevatori e amministratori. L’associazione ha sede a Roma, e quindi in Italia.
Due sono i fatti che ci hanno spinto a chiedere al Dott. Andrea Rosati, segretario generale della European Federation of Animal Science (EAAP), di concederci un’intervista.
La prima motivazione è che la comunità scientifica, o meglio una parte di essa, ha recentemente mostrato di sè l’immagine peggiore, ostentando improbabili certezze e divisioni anche sostanziali sulla pandemia di Sars-Cov-2 che stava abbattendosi sull’umanità. Il modo di porsi di alcuni scienziati sui media ha messo in seria discussione la scienza e il metodo scientifico, e questo non può che avere ripercussioni negative su tutte le attività umane.
La seconda è che Ursula van der Leyen, presidente della Commissione Europea, nel suo discorso del 16 Settembre 2020 ha annunciato che il 37% dei fondi della “Next Generation EU”, ossia 277 miliardi di euro, verranno destinati al “new green deal” e il 20% al digitale. Inoltre, la Comunità europea si è posta come obiettivo la riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030, per arrivare alla neutralità nel 2050.
Questi due aspetti salienti della nostra storia richiedono anche alla comunità scientifica che si occupa di produzioni animali un maggior impegno e rigore, perché possono dare una spinta decisiva alla riconversione della produzione primaria di latte e carne da ruminanti e all’indotto dell’industria agroalimentare europea, e quindi italiana, oltre a generare nuove opportunità di business e lavoro.
La EAAP, vista la sua mission, ha in questo un ruolo importante, per cui un dialogo con il suo segretario generale era quanto mai doveroso, oltre che piacevole.