Questa review dimostra come l’inserimento di diversi foraggi e alcune accortezze nella gestione agronomica dei pascoli siano capaci di migliorare i livelli di acido linoleico coniugato (CLA) nel latte, conferendogli “un valore aggiunto”.

Il latte è un alimento fondamentale nell’alimentazione umana e fornisce nutrienti essenziali ad alta biodisponibilità. Circa il 98% dei grassi del latte è costituito da trigliceridi, e di questi il 70% sono acidi grassi (AG) saturi. Inoltre, il latte contiene acido linoleico coniugato (CLA), un acido grasso polinsaturo che ha dimostrato di avere effetti protettivi nei confronti di alcune malattie, come l’obesità, l’arteriosclerosi, il diabete, le malattie infiammatorie croniche e il cancro. Nei ruminanti, questo acido grasso origina da due processi, la bioidrogenazione, che avviene nel rumine, e la sintesi de novo, che avviene nella ghiandola mammaria, ed ha come precursori gli acidi linoleico e α-linolenico.

Negli ultimi anni, visto gli effetti positivi sulla salute, la ricerca si è concentrata sulle possibili modalità per aumentare il contenuto di CLA nel latte e nei latticini.

La sintesi dei grassi dipende dalla tipologia di dieta somministrata agli animali (erba, foraggi verdi, insilati, semi oleosi, integratori a base di grassi o integratori vitaminico-minerali). Ad esempio, gli oli e i semi con un elevato contenuto di acido linoleico aumentano il contenuto di acido linoleico nel grasso del latte, mentre l’effetto sul contenuto di acido α-linolenico è negativo nel caso degli oli e leggermente positivo con i semi.

Nel caso specifico dei pascoli freschi, è stato dimostrato che questi sono in grado di far aumentare la concentrazione di CLA nel latte dei ruminanti perché le erbe contengono elevate concentrazioni dei suoi pecursori, l’acidi linoleico e α-linolenico. Le concentrazioni di questi acidi grassi possono essere aumentate nei pascoli tramite tecniche di gestione capaci di promuovere una rapida crescita vegetativa. Ad esempio, con il consumo di foraggi giovani ci possiamo aspettare un aumento della concentrazione di CLA nel latte dei ruminanti rispetto al consumo di foraggi maturi. A tal proposito, Leon et al. hanno ipotizzato che l’elevata disponibilità di azoto per le piante è in grado di stimolare la produzione di sostanza secca, di aumentare il numero di foglie e di stimolare la sintesi di componenti metabolici come la clorofilla.

Sulla base di questi presupposti, una review della letteratura pubblicata su Animals ha sistematizzato e sintetizzato le informazioni riguardanti l’effetto che gli acidi grassi dei foraggi hanno sulla concentrazione di CLA nel latte vaccino, allo scopo di tracciare delle linee di ricerca che abbiano come obiettivo quello di aumentare gli acidi grassi nei pascoli in quanto precursori di CLA nel latte.

Dalla review è emerso che il latte di vacche alimentate con foraggio fresco contiene una quantità maggiore di CLA, perché il foraggio ha un quantitativo maggiore di acido linoleico e α-linolenico rispetto ad altri alimenti utilizzati nelle diete per bovini. Le concentrazioni di acido linoleico e α-linolenico nei foraggi sono influenzate da fattori quali la natura del foraggio e come viene somministrato o i trattamenti a cui è sottoposto.

Il quantitativo di precursori del CLA nei pascoli, e quindi di CLA nel latte, può essere aumentato tramite l’adozione di specifiche pratiche agronomiche, come la fertilizzazione azotata ed il monitoraggio della ricrescita del cotico erboso. É stato infatti dimostrato che gli acidi grassi sono particolarmente concentrati nei cloroplasti e che quindi i foraggi giovani, avendo un rapporto più basso tra foglia e fustone sono decisamente più ricchi.

Tratto da: Acosta Balcazar, I.C.; Granados Rivera, L.D.; Salinas Chavira, J.; Estrada Drouaillet, B.; Albarrán, M.R.; Bautista Martínez, Y. Relationship between the Composition of Lipids in Forages and the Concentration of Conjugated Linoleic Acid in Cow’s Milk: A Review. Animals 2022, 12, 1621. https://doi.org/10.3390/ani12131621