Promuovere la longevità degli animali e il rapporto funzionale animali-terreno sono i due pilastri fondanti la zootecnia secondo metodo biologico dai quali deriva l’efficienza tecnico-economica e la sostenibilità nel tempo di questo sistema produttivo. Ne consegue che la valutazione di questi aspetti presuppone la presa in considerazione di paradigmi coerenti sia negli indici considerati sia nel periodo temporale di riferimento.
Proviamo di seguito a fornire qualche esempio avvalendoci dell’esperienza concreta di un’azienda agricola zootecnica che è passata da metodo convenzionale a metodo biologico. Questo articolo è realizzato nell’ambito delle attività previste dal progetto “INFO-FILBIO – Gestione e valorizzazione del comprensorio agro-zootecnico secondo metodo biologico” a valere sulla OP. 1.2.01 – “Progetti dimostrativi e azioni di informazione” del PSR di Regione Lombardia.
L’azienda
La Società Agricola “Motella Bassa di Cauzzi Bruno Silvano Fabio e p.a. Matteo s.s.”, sita in ambiente pedecollinare a Cavriana (MN), nasce nel 1970 per la produzione di latte destinato alla caseificazione a Grana Padano DOP. Nel 2016 inizia la conversione a metodo biologico che si completa per la campagna e la zootecnia ad aprile 2017. Attualmente l’indirizzo produttivo principale dell’azienda è la produzione di latte fieno STG biologico al quale negli ultimi anni si è aggiunto anche l’allevamento delle femmine nate da incroci Frisona x British blue e INRA95, destinate alla produzione di carne.
Per procedere alla valutazione premessa prendiamo di seguito a riferimento due anni: il 2015, ultimo anno di gestione convenzionale, e il 2023, cioè ottavo anno di gestione secondo metodo biologico.
La campagna
Il Reg. UE 2018/848, che disciplina la produzione biologica, promuove il rapporto funzionale terra-animali con particolare riferimento a questi aspetti:
- La produzione animale è una componente essenziale dell’organizzazione della produzione agricola in quanto fornisce la materia organica e gli elementi nutritivi necessari alle colture, e quindi contribuisce al miglioramento del suolo e allo sviluppo di un’agricoltura sostenibile. La densità totale degli animali consentita è tale da non superare il limite dei 170 kg di azoto per anno/ettaro di superficie agricola.
- A sua volta, il terreno restituisce gli alimenti utili alla produzione animale: la quantità di superficie agricola (aziendale o in accordo di cooperazione) e l’organizzazione dei piani colturali deve essere tale da consentire l’approvigionamento di almeno il 70% della sostanza secca annualmente utilizzata. Per questo l’obiettivo non sono le ton di sostanza secca prodotte per ettaro o per coltura, ma massimizzare l’autoapprovvigionamento di UFL per piano colturale.
- Il raggiungimento di un adeguato rapporto tra animali e terreno deve avvenire all’interno del comprensorio agrozootecnico, inteso come uno spazio di condivisione sostenibile e fattiva delle strategie agronomiche che promuove la partecipazione sinergica tra agricoltori e allevatori.
Tutti questi aspetti risultano peraltro pienamente allineati con le buone pratiche di miglioramento della sostenibilità ambientale delle produzioni zootecniche. Dati questi presupposti, in campagna è dove il passaggio a biologico ha segnato i maggiori cambiamenti nella gestione aziendale, conseguente anche al cambio radicale di razionamento della mandria come meglio vedremo di seguito.
Nello specifico si propongono i rispettivi piani colturali:
2015 | 2023 |
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10 ha prato polifita | 25 ha medica |
15 ha medica | 18 ha prato polifita |
10 ha erbaio poi mais insilato di secondo raccolto | 7 ha mais primo raccolto da granella (dopo medicaio di quarto anno) |
10 ha cereali da trincia poi sorgo insilato di secondo raccolto | 15 ha erbaio da fieno (miscuglio) poi soia e mais da granella (50/50) di secondo raccolto |
10 ha mais primo raccolto per silomais | 13 ha pisello proteico poi sorgo da trincia e/o panico da fieno di secondo raccolto |
10 ha mais primo raccolto per pastone integrale | 12 ha orzo granella poi girasole seme di secondo raccolto |
Nel 2015 la produzione era esclusivamente di foraggi, principalmente insilati, cantiere quindi dalla gestione veloce e soprattutto delegata ad un contoterzista. I concentrati che completavano la razione erano tutti in acquisto. Con il passaggio a biologico invece la situazione è cambiata perché si è iniziato a coltivare anche seminativi da granella (che in acquisto registrano un delta maggiore con il convenzionale rispetto ai foraggi) oltre che i foraggi quasi esclusivamente affienati. Questo cambiamento ha reso necessario implementare la dotazione aziendale di macchinari come di seguito meglio dettagliato.
- Cantiere seminativi: acquisto di un essiccatoio a fiamma indiretta con scambiatore di calore per tutelare la sicurezza del prodotto da eventuali residui di diossina e silos di stoccaggio delle granaglie identificati per garantire la tracciabilità. Le granelle essiccate sono: orzo, pisello, mais, soia e girasole.
- Cantiere foraggi: acquisto di un essiccatoio dei foraggi per avere la sicurezza rispetto alla variabile meteo e per migliorare la qualità del prodotto in quanto l’essiccatoio consente di raccogliere prima, quindi con una fibra più digeribile e una quota proteica maggiore. Questo aspetto è fondamentale poiché, come vedremo, i fieni rappresentano la maggior parte della razione della mandria. I foraggi prodotti sono medica, prati stabili, miscugli, e panico di secondo raccolto.
Dalla ripartizione della superficie condotta si deduce che si è passati da 65 ha del 2015 a 90 ha nel 2023, questo aumento di superficie agricola in conduzione è stato conseguente alla scelta imprenditoriale di aumentare i capi della mandria, inserendo anche la produzione di bovini da carne. I restanti ettari che mancano nel rispetto dei 170 kg/azoto ad ettaro sono gestiti attraverso accordo di comprensorio nei quali non solo l’azienda Motella Bassa si impegna a conferire la sostanza organica, ma concorda anche i piani colturali per ritirare tutti i prodotti raccolti destinandoli all’alimentazione della mandria.
E’ evidente che il passaggio a biologico ha portato quindi notevoli cambiamenti nei cantieri della campagna in termini di gestione, tempi, allocamento di investimenti e costi: data l’importanza di questo argomento specifico ce ne occuperemo in un prossimo articolo dedicato.
Alimentazione
Il Reg. UE 2018/848 promuove la salute degli animali attraverso l’adozione di pratiche di gestione coerenti con le caratteristiche di specie. Nel caso dell’alimentazione dei ruminanti, ad esempio, è previsto che la razione sia prevalentemente foraggera e che comunque la quota di foraggio sia almeno il 60% sulla sostanza secca della razione. L’unica eccezione è ammessa per gli animali ad esordio lattazione (primi 90 giorni) nei quali questa quota può scendere al 50% nella tutela dei fabbisogni energetici di questa delicata fase produttiva.
Come si deduce dai piani colturali, nel 2015 la razione era composta dai seguenti foraggi: silomais e pastone di mais integrale, fieno misto, medica fieno e insilata. A questi si aggiungevano i concentrati quali nucleo proteico, farina di mais, melasso, cotone e lino estruso. Nel 2023 la razione è radicalmente diversa e più restrittiva rispetto al minimo previsto. L’azienda ha infatti scelto, per opportunità di valorizzazione di mercato, di produrre latte fieno STG biologico, che prevede l’utilizzo di soli foraggi affienati in rapporto (sulla sostanza secca) di 75/25 rispetto ai concentrati. In particolare, la quota foraggera della razione si compone di fieno misto e medica fieno, mentre i concentrati aggiunti sono orzo, mais, pisello, soia, girasole integrale, nucleo proteico e melasso.
Sempre nel rispetto del rapporto foraggi/concentrati 75/25, nella parte della mandria non produttiva – rimonta – il regolamento STG consente utilizzo di insilati purché tale gruppo di animali sia fisicamente non promiscuo alle vacche in mungitura, come in questo specifico caso. Per questo è prevista la produzione di sorgo insilato di secondo raccolto che si sposa bene nella pianificazione colturale, avendo a disposizione parecchio terreno libero nel periodo estivo. L’obiettivo principale del razionamento non è quindi quello di massimizzare la produzione di latte, ma consentire longevità dell’animale promuovendone la salute metabolica. Infatti, valutando le razioni destinate agli animali in lattazione attraverso un programma di razionamento dinamico (NDS Professional®) risulta particolarmente interessante il confronto dell’indice acidogeno (espresso come area PH < 5.8 diviso i kg di SS ingerita) delle due razioni che risulta rispettivamente di 3,8 e 0. Per la razione latte fieno infatti la stima del valore minimo del pH ruminale è pari a 5,99.
Produzione latte e qualità
La produzione è passata da una media di 35,2 kg/capo del 2015 a 30,5 kg/capo nel 2023, con un calo quindi del 13% circa. Le produzioni sono coerenti con il potenziale espresso dalle rispettive razioni. Per quanto riguarda la qualità nel 2015 la media grasso era 3,72 e quella di proteine 3,41. Questi valori nella media 2023 sono aumentati rispettivamente a 4,19 e 3,46.
Composizione della mandria
Come già anticipato, il metodo biologico non si pone come obiettivo la massima produzione di latte ma la longevità degli animali. La produzione media o per lattazione non sono quindi parametri coerenti da considerare, mentre diventa significativo valutare i quintali prodotti per vita dell’animale e la percentuale di UBA produttive rispetto alle UBA totali che compongono la mandria. Anche questo aspetto, come già espresso per la campagna, è coerente con le misure utili a ridurre l’impatto ambientale della produzione zootecnica. In particolare la composizione della mandria si è così modificata:
Nel 2015 i capi totali erano 255, così ripartiti in base alle UBA: | Nel 2023 i capi totali hanno raggiunto i 334 ripartiti come di seguito: |
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42,5% rimonta (0,4-0,6 UBA) | 35,5% rimonta (0,4-0,6 UBA) |
52% adulti (1 UBA) | 50% adulti (1 UBA) |
5% carne | 15% carne |
Ne risulta che, rispetto alle UBA totali, quelle produttive (latte+carne) sono aumentate dal 57% al 65%: questo aumento è stato possibile grazie alla riduzione della quota di riforma e al miglioramento dei parametri riproduttivi.
L’introduzione di un reparto dedicato all’ingrasso merita alcune riflessioni rispetto alle ricadute positive sull’economia aziendale. Si premette che Motella Bassa ha iniziato l’utilizzo del seme sessato di Frisona da quando è comparso sul mercato, utilizzandolo da subito a tappeto sulle manze e poi, vedendo risultati molto soddisfacenti, si è razionalizzato l’uso anche sul 20% (le migliori produttrici) della mandria in latte. Questo ha permesso nel restante 80% della mandria l’uso di tori da carne avendo come risultato un numero considerevole di vitelli meticci con un valore notevolmente più alto alla vendita. Avendo in azienda una struttura stabulativa a disposizione, si è quindi deciso di allevare all’ingrasso le sole femmine meticce, arrivando a un numero odierno di circa 50/60 capi totali che a maturità vengono destinati – in filiera – ad un’industria di trasformazione.
Il reparto ingrasso risulta un settore, seppur complementare al latte, che apporta un 10% del fatturato sul totale dell’azienda, con minor impegno di tempo e che può bilanciare in parte l’economia dell’azienda negli sbalzi di mercato.
Riproduzione
La salute metabolica degli animali, e un livello di produzione a tutela del bilancio energetico, si sono tradotti in un deciso miglioramento dei dati riproduttivi: il PR è infatti passato dal 18% del 2015 al 27% nel 2023. Più nello specifico, il numero di fecondazioni per gravidanza è sceso da 3,1 a 2,2 e il CR al primo servizio è aumentato da 25,5% a 43,9%, mantenendo l’intervallo parto-prima fecondazione prossimo a 75 giorni.
Longevità
L’aumento della longevità media degli animali è un dato che, ovviamente, si muove lentamente negli anni, soprattutto se si decide di aumentare il numero di capi aumentando le primipare. E’ però indicativo il dato dell’età media di eliminazione che nel 2015 era 67 mesi mentre nel 2023 76 mesi.
Trattamenti veterinari
Il Reg. UE 2018/848 identifica quali strumenti di profilassi sanitaria, le scelte genetiche e i metodi di allevamento, consentendo a scopo preventivo il solo impiego di vaccini.
L’impiego di farmaci allopatici, quali ad esempio gli antibiotici, è consentito al solo scopo terapeutico e in deroga, qualora il Medico Veterinario ne reputi necessario l’uso in tutela del benessere dell’animale che mantiene sempre la priorità. Nel caso specifico dell’azienda Motella Bassa, la spesa dei farmaci nel 2023 è stata il 20% in meno rispetto al 2015. Data la premessa, quello che più significativamente è cambiato è stata la tipologia di farmaci acquistati: per il 90% vaccini più una piccola quota di trattamenti antiparassitari destinati ai vitelli; in conseguenza il consumo dell’antibiotico è sceso del 90%.
Tutti questi aspetti saranno oggetto di approfondimento in occasione di una giornata dimostrativa presso l’azienda Motella Bassa. L’evento è programmato per il prossimo autunno e sarà realizzato all’interno del progetto “INFO-FILBIO – Gestione e valorizzazione del comprensorio agro-zootecnico secondo metodo biologico” a valere sulla OP. 1.2.01 – “Progetti dimostrativi e azioni di informazione” del PSR di Regione Lombardia.
Autori
Matteo Cauzzi
Allevatore biologico della Pianura Padana, tra i titolari della Società Agricola “Motella Bassa di Cauzzi Bruno Silvano Fabio e p.a. Matteo s.s.”.
Sujen Santini
Medico Veterinario, Dottore di Ricerca in Endocrinologia degli Animali Domestici, Diplomata SIOV in Medicina Veterinaria Omeopatica. Dall’inizio della sua professione si dedica alle specie animali destinate all’allevamento promuovendo il benessere animale, secondo la libera espressione dell’etogramma di specie e la salutogenesi secondo un approccio olistico di “One Healt-One Welfare” fondato sull’intima connessione dell’ecosistema unico e indivisibile “terra-animali-uomo”. Collabora con FederBio in qualità di veterinario esperto in sistemi di allevamento secondo il metodo biologico; è consulente e docente in corsi di formazione rivolti ad allevatori ed operatori di settore. Ha partecipato alla messa a punto dello Standard High Welfare FederBio.