I Ministri europei dell’agricoltura riuniti ieri a Bruxelles hanno approvato il “pacchetto semplificazione” presentato dalla Commissione concordando però sulla necessità di stabilire ulteriori misure a medio e lungo termine per dare sollievo al comparto.
Sullo sfondo delle continue proteste degli agricoltori, si è tenuto ieri (26 febbraio) a Bruxelles l’atteso Consiglio Agricoltura e Pesca durante il quale è stato discusso il pacchetto di misure proposto il 22 febbraio dalla Commissione UE per ridurre gli oneri amministrativi e burocratici che gravano sulle spalle degli agricoltori.
I 27 Ministri dell’agricoltura europei hanno confermato la loro volontà di rispondere in modo efficace alle preoccupazioni degli agricoltori e, come primo passo, hanno concordato su una serie di misure concrete a breve termine ed espresso la loro opinione sugli orientamenti da seguire per un piano strutturale a medio e lungo termine.
“L’esito del nostro incontro dimostra che stiamo ascoltando gli agricoltori e li ascoltiamo forte e chiaro – ha dichiarato David Clarinval, vice primo ministro belga e ministro per i lavoratori autonomi, le PMI e l’agricoltura, la riforma istituzionale e il rinnovamento democratico. – Ci impegniamo ad alleviare le pressioni che stanno affrontando e a offrire loro soluzioni concrete. Le priorità per le misure di semplificazione concordate ridurranno gli oneri amministrativi per gli agricoltori e daranno loro la flessibilità di cui hanno bisogno. Guardiamo anche al futuro, per migliorare la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare, garantendo nel contempo il rispetto dei nostri impegni di sostenibilità ambientale.”
Le misure approvate
La maggior parte delle misure a breve termine proposte dalla Commissione e approvate dal Consiglio riguarda l’architettura della PAC, concordata da Parlamento e Consiglio nel 2021 ed entrata in vigore nel 2023 dopo due anni di periodo transitorio, e in particolare le “condizionalità” verdi (BCAA 6, 7 e 8) che permettono agli agricoltori di ricevere gli aiuti diretti della PAC.
I Ministri dell’UE hanno espresso parere favorevole sull’esenzione parziale dalle norme che obbligano gli agricoltori a mantenere delle aree non produttive (BCAA 8), già adottata dalla Commissione europea per tutto il 2024, sul ritiro della proposta per un regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi (SUR) e sulle garanzie aggiuntive nella proposta di rinnovo delle misure commerciali per le importazioni dall’Ucraina.
Via libera anche alle modifiche (entro metà marzo) alle norme delle BCAA 1, che impone l’obbligo di mantenere stabili rispetto al 2018 le superfici con prati permanenti nell’UE, per garantire che i cambiamenti strutturali causati da una riduzione del bestiame siano presi in considerazione e che gli agricoltori senza bestiame non siano obbligati a riconvertire i seminativi in pascoli o praterie.
Per quanto riguarda le BCAA 6, il Consiglio ha invitato la Commissione a rivedere le pratiche possibili per la copertura dei suoli per tenere conto delle caratteristiche regionali, in modo che gli agricoltori possano beneficiare di una maggiore flessibilità. La Commissione esaminerà questa possibilità e presenterà delle linee guida in aprile.
Un’altra misura accolta favorevolmente dai ministri è la revisione da parte della Commissione, prevista per marzo 2024, della metodologia per valutare la qualità dell’Area Monitoring System (AMS) che ha l’obiettivo di ridurre il numero di visite in azienda da parte delle amministrazioni nazionali, in alcuni casi del 50% o più.
Inoltre, il Consiglio ha accolto con favore il fatto che la Commissione pubblicherà una nota esplicativa per spiegare e chiarire l’uso del cosiddetto concetto di forza maggiore o di circostanze eccezionali che garantisce che gli agricoltori che non possono soddisfare tutti i requisiti della PAC a causa di eventi eccezionali e imprevedibili al di fuori del loro controllo (come in caso di grave siccità o inondazioni) non siano soggetti a sanzioni.
Parere positivo anche sul sondaggio che la Commissione lancerà a marzo per individuare le principali fonti di preoccupazione per gli agricoltori e comprendere quali elementi derivanti dalle norme della PAC comportano maggiori oneri amministrativi. I risultati dell’indagine, insieme a un’analisi dettagliata, saranno pubblicati dalla Commissione nell’autunno del 2024.
Inoltre, il Consiglio ha convenuto che il processo di modifica dei piani strategici della PAC dovrebbe essere semplificato. A tal fine, la Commissione si è impegnata a collaborare con gli Stati membri per aiutarli a semplificare i loro interventi e facilitare le modifiche ai piani strategici.
I Ministri dell’agricoltura chiedono un piano a lungo termine
Oltre a queste azioni a breve termine volte a semplificare la vita quotidiana degli agricoltori e a ridurre gli oneri amministrativi sia per gli agricoltori che per le amministrazioni nazionali, è necessario anche un approccio a lungo termine. Il Consiglio ha quindi chiesto un esame delle modalità per migliorare la situazione degli agricoltori nel medio e lungo termine, compresa la loro posizione nella filiera alimentare.
Ha inoltre insistito sulla necessità di avviare il prima possibile una revisione degli atti fondamentali della politica agricola comune garantendo nel contempo il rispetto degli impegni di sostenibilità ambientale.
L’Italia vuole un intervento più radicale
La delegazione italiana ha presentato al Consiglio Agrifish un documento in cui si chiede una revisione completa e radicale della PAC e delle decisioni prese negli ultimi anni entro il termine della legislatura a giugno.
“La PAC va profondamente rivista e drasticamente modificata con gli agricoltori, non contro – ha dichiarato il Ministro Lollobrigida. – Le politiche europee hanno messo in contrapposizione agricoltura e tutela dell’ambiente, mettendo in ginocchio il nostro sistema produttivo, per invertire una volta per tutte la rotta. È tempo di una svolta netta: occorre garantire il giusto reddito agli agricoltori, riconoscendo il loro ruolo di manutentori, bioregolatori e custodi del territorio.”
Anche per le organizzazioni sindacali agricole non è abbastanza
Cia: risultato insufficiente
“Pochi passi avanti e un risultato nel complesso insufficiente. Mancano le risposte che il mondo agricolo si aspettava sulla drastica semplificazione degli adempimenti burocratici della Pac. Nella difficile situazione contingente, le aziende agricole – dichiara Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori Italiani – hanno più che mai bisogno di sostegno con interventi efficaci e immediati. Ci sembra, invece, che le tempistiche decise a Bruxelles non siano adeguate all’urgenza della crisi”.
In merito all’equa distribuzione del valore lungo la filiera alimentare, Cia ritiene che non sia stata ancora colta la gravità del problema. I prezzi al consumo dei prodotti agricoli aumentano ma il reddito degli agricoltori si assottiglia, come già sottolineato nella manifestazione fatta a Roma del 26 ottobre. La giusta remunerazione agli agricoltori era stata, infatti, posta con grande enfasi da Cia all’attenzione delle istituzioni, con la richiesta di istituire un osservatorio europeo sui prezzi e le marginalità che condividesse dati di mercato e analisi a breve e lungo termine.
Confagricoltura presenta un documento programmatico all’UE
“Oggi siamo qui per presentare un documento programmatico alle istituzioni europee, a tutela della produttività e della competitività delle nostre imprese. Gli agricoltori europei soffrono il costo del denaro, i gravosi adempimenti legati agli ecoschemi, una situazione geopolitica instabile. Serve una modifica profonda della PAC, serve multilateralismo, serve la salvaguardia dei prezzi per i produttori e i consumatori”.
Così si è espresso il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, all’apertura dell’assemblea straordinaria dell’organizzazione tenutasi a Bruxelles, in concomitanza con la riunione del Consiglio Agricoltura della UE nella sede del Copa Cogeca.
“È scaduto il tempo per gli approfondimenti e per le consultazioni on line. Abbiamo presentato le nostre proposte per una profonda semplificazione burocratica e per la salvaguardia del potenziale produttivo delle imprese. Ora spetta alle istituzioni dare una risposta efficace e non oltre marzo alle aspettative del mondo agricolo italiano ed europeo. Diversamente, le proteste e le manifestazioni di piazza sono destinate ad aumentare”.
Copagri: proposte insufficienti
“Quello di ridurre la burocrazia, gli adempimenti e i controlli a carico degli agricoltori – rimarca il presidente della Copagri Tommaso Battista – con il fine ultimo di andare a semplificare l’erogazione dei fondi comunitari, è un imperativo categorico che va perseguito a ogni costo per assicurare la tenuta di un settore di fondamentale importanza della nostra economia, già messo a dura prova dai noti incrementi dei costi di produzione e dalla scarsa redditività del comparto”.
“Pur ritenendo, infatti, sostanzialmente corretto l’orientamento della Commissione Europea, che ha di fatto accolto le motivazioni alla base delle proteste degli agricoltori che hanno interessato praticamente tutto il continente comunitario, riteniamo insufficienti le proposte messe sul tavolo, in quanto non di rapida e immediata attuazione”, spiega il presidente, secondo cui “ai produttori agricoli italiani serve di più ed è necessario incidere maggiormente, andando in particolare a ripensare completamente alcuni adempimenti a loro carico e intervenendo sui gravosi obblighi della cosiddetta ‘condizionalità rafforzata’”.
Coldiretti presenta un documento strategico sulla PAC
Stop alla burocrazia e all’aumento dei costi che danneggiano gli agricoltori italiani, incrementare gli aiuti alle aziende per contrastare la crisi e l’aumento dei tassi di interesse, garantire una moratoria sui debiti, rafforzare la direttiva europea contro le pratiche sleali e cancellare definitivamente l’obbligo dei terreni incolti.
Sono solo alcune delle proposte del Piano presentato dalla Coldiretti in occasione della manifestazione organizzata a Bruxelles in occasione del Consiglio dei Ministri agricoli.
“Siamo qui – spiega Prandini – per chiedere risposte esaustive in tempi certi alle necessità delle nostre aziende e scardinare quei regolamenti che non hanno senso. Per questo abbiamo messo in campo un lavoro costante di mobilitazione, ma anche di rapporto diretto con le istituzioni europee. Una grande organizzazione come la Coldiretti ha il dovere di trasformare la protesta in proposte concrete, nella consapevolezza che la maggior parte delle battaglie cruciali per il futuro delle nostre campagne si combattono proprio a Bruxelles. Proprio per questo abbiamo predisposto un documento strategico anche sulla Pac dei prossimi anni, che deve essere semplice e in linea con le necessità delle imprese. Dobbiamo dire basta alla contrapposizione tra agricoltura e ambiente voluta da Timmermans, gli agricoltori sono il primo presidio ambientale”.