Rapporto n. 073 del “MATERIE PRIME CEREALI E DINTORNI ECONOMICI” anno 12 – 08.09.23
I mercati scendono seguendo la crisi dei consumi internazionali, ma attenti! Qualcosa non va. Infatti, i fondamentali non sono cambiati e il calo è dovuto probabilmente ad un momentaneo alleggerimento dei fondi d’investimento che stanno alleggerendo le loro posizioni specie sui cereali, mentre la situazione molto più complessa sul comparto oli e proteici.
Il dollaro si rafforza a fronte di un euro che si indebolisce e paga “dazio” ai bilanci tedeschi (se l’avessimo fatto noi saremmo già stati messi in croce e bruciati), ma ahi noi! Un euro debole vuole dire prezzi più alti sulle commodities importate.
Questo per quanto riguarda i mercati internazionali dove il peso della geopolitica è determinante, e la guerra combattuta e le guerre finanziarie ed economiche pesano.
Venendo a noi, stiamo assistendo ad un forte appesantimento del mercato del mais, talmente forte che già induce a far pensare che l’areale di semina si ridurrà ulteriormente. Fortunatamente a livello sanitario l’annata sembra essere migliore delle passate stagioni. Il grano sta pagando come l’orzo il problema della qualità scadente che fa sì che il mercato sia spezzato in due mercati: uno con qualità alta e uno con una qualità veramente scadente, con differenze di prezzo significative.
Tutti i comparti segnano il passo: con sorpresa si è immesso sul mercato ancora seme di soia vecchio raccolto di qualche “conservatore” che chissà cosa pensava di realizzare quando a breve ci sarà quello nuovo (oltretutto dall’Ucraina entra merce del vecchio raccolto in sacconi a valori più che concorrenziali). I cruscami calano ancora, i sottoprodotti del riso iniziano a ridimensionarsi, così come le polpe ed i foraggi. Situazione diversa invece per le bucce di soia che a breve rincareranno di qualcosa per effetto del dollaro e per effetto delle scorte fisiche. I proteici, pur restando cari, perdono anche loro, ma si difendono sui futuri.
Anche sui mercati futuri, es. ottobre-dicembre o ottobre-marzo, sui cereali si registrano prezzi da svendita! Situazione leggermente diversa sui proteici specie la soia che ben tiene.
Ma questo festival dei ribassi ha dei talloni d’Achille:
- uno, la logistica (ritardi ai passi alpini sia su gomma che su ferrovia),
- due, le scorte portuali che si sono ridotte,
- tre, senza poi tener conto che sta per scattare la ritenzione da parte di produttori nazionali che non hanno margine di guadagno e quindi si astengono dall’immettere sul mercato in vendita puntando sul conto deposito.
Però sta scattando anche la paura della Peste Suina africana, quindi il mix è dinamico, ma del resto, come ho già più volte scritto, noi non siamo padroni del mercato, ma succubi di troppe derivate.
Quindi nessuno si illuda di una fase molto lunga.
Per il mondo delle bioenergie vale quanto scritto l’ultima volta. Inoltre, qui a complicare le cose sono le scadenze degli impianti che hanno finito l’incentivo dei primi 15 anni!
Comunque, con le guerre in corso e la situazione geopolitica in essere è quasi impossibile fare previsioni! Tutto è molto fluido (e non mi riferisco al genere come pensano certi politici!).