La prevenzione ed il controllo delle mastiti si realizzano intervenendo sui fattori che accrescono il rischio di sviluppo della patologia, come le caratteristiche individuali degli animali, le tecniche di mungitura, l’ambiente di allevamento e le pratiche igieniche.
Per minimizzare il rischio di costose mastiti, con il conseguente miglioramento della qualità del latte, diventa fondamentale:
- mantenere uno stato di salute ottimale della bovina,
- ridurre la carica batterica ambientale,
- limitare il potenziale contatto tra patogeni ed animali,
- minimizzare gli effetti negativi dell’ambiente sugli animali e sulle loro difese immunitarie.
I piani di controllo e prevenzione devono essere strutturati tenendo in considerazione i principali aspetti delle infezioni intramammarie su cui si vuole intervenire, distinguendo principalmente tra due forme aventi modalità di insorgenza diversa: mastiti contagiose ed ambientali. Queste ultime sono causate da agenti eziologici (es. Escherichia coli, Streptococcus uberis, Klebsiella spp., ecc…) che ritrovano nell’ambiente il loro serbatoio naturale (lettiera, fango e letame) e risultano dunque essere le principali fonti d’infezione. L’impossibilità di eliminare totalmente tali agenti dalle numerose fonti esterne, espone le mammelle delle bovine ad un rischio costante e rende le mastiti ambientali non eradicabili. Tuttavia, è possibile agire nel tentativo di ridurre il numero di germi ambientali ed impedirne l’accesso al capezzolo, intervenendo sull’igiene di stalla e sulla piena efficienza dei meccanismi difensivi della mammella.
La strategia per raggiungere un miglioramento nel controllo delle mastiti ambientali è quella di prevedere a livello aziendale l’applicazione di tutte le norme igieniche atte a limitare i rischi d’infezione, a partire dall’igiene in cuccetta fino alla disinfezione del capezzolo.
La prevenzione delle mastiti ambientali comincia da una corretta gestione della lettiera
Il livello di igiene della lettiera, nonché le pratiche di gestione, pulizia e rinnovo, sono tra i fattori predominanti in grado di influenzare il tasso di crescita dei microrganismi ed il livello di contaminazione delle aree di riposo. Più precisamente, trascurare la cura della lettiera permette alle popolazioni batteriche di crescere con notevole rapidità, incrementando in maniera esponenziale la quantità di microrganismi che entra in contatto con le porzioni terminali dei capezzoli ed i relativi sfinteri. Vista la diretta correlazione tra la quantità di batteri in lettiera ed il livello di contaminazione del capezzolo, solo riducendo il numero di batteri è possibile ottenere un drastico decremento delle infezioni intramammarie, con un conseguente aumento dei profitti aziendali.
Per scongiurare l’insorgenza di mastiti ambientali, si consiglia di tenere in considerazione i seguenti aspetti:
- gli animali devono riposare su una lettiera pulita ed asciutta. Ciò impone una corretta gestione delle operazioni di pulizia, rabbocco e rinnovo, che devono essere eseguite con una frequenza adeguata, studiata in base alla tipologia della stabulazione, della lettiera e della densità animale.
- contrariamente all’immaginario comune, la pratica di aggiungere lettiera fresca, senza rimuovere la parte sottostante più sudicia ed umida, non è sufficiente per limitare la crescita dei batteri che, anzi, vedono aumentare i nutrienti essenziali per il loro mantenimento.
- l’utilizzo di disinfettanti sul retro delle cuccette, se frequente, in particolare d’estate, può aiutare ad alterare la natura chimica della lettiera per diminuire il numero di batteri e larve di insetti presenti.
Pre-dipping e post-dipping: il loro ruolo nella prevenzione delle mastiti ambientali
Secondo quanto riportato dal National Mastitis Council, ente di riferimento mondiale nello studio della mastite bovina, queste due pratiche sono cruciali per la prevenzione della mastite nelle bovine in lattazione.
Nello specifico, il pre-dipping ha dimostrato di essere particolarmente efficiente nella riduzione dell’incidenza di nuove infezioni intramammarie (IMI) dovuta a batteri ambientali, come Streptococcus uberis ed Escherichia coli, di almeno il 50%. Questa operazione si propone di ridurre la contaminazione microbica di origine ambientale sulla cute dei capezzoli, riducendo cioè il rischio di penetrazione dei germi attraverso l’orifizio durante la mungitura.
Viceversa, il post-dipping mediante immersione o trattamento spray con prodotti antibatterici ad azione più o meno filmante, si è dimostrato funzionale nella riduzione di almeno il 50% delle nuove IMI causate da batteri contagiosi, come lo Staphylococcus aureus e lo Streptococcus agalactiae, e meno efficiente nei confronti dei patogeni ambientali, come i coliformi ed alcune specie di streptococchi. La sua funzione è quella di potenziare le difese del dotto capillare dei capezzoli, evitando la penetrazione di microrganismi patogeni durante la prima ora e mezza dopo la mungitura, ossia nel momento di massimo rilasciamento delle strutture anatomiche del capezzolo. Tuttavia, la persistenza dell’attività germicida è limitata e neutralizzata dal materiale organico, come il latte ed il letame (minimo 30 minuti), aspetto che limita l’efficacia del trattamento disinfettante soprattutto in ambienti mal gestiti. Ciò nonostante, si segnala la presenza di prodotti filmanti con effetto barriera, costituiti da lattice o polimeri, in grado di creare sulla superficie dei capezzoli una vera e propria barriera protettiva di lunga durata (8-12 ore): questa agisce impedendo il contatto della superficie del capezzolo con i germi mastidogeni che vivono nell’ambiente. I post-dipping ad effetto barriera si considerano, quindi, molto più efficaci nel controllo delle mastiti ambientali rispetto ai prodotti a sola azione filmogena.
Per l’implementazione di un efficiente piano di controllo delle mastiti ambientali e per salvaguardare la salute e l’igiene della mammella, gli esperti di Bellucci Orlando e C. di Modena, consigliano:
- L’applicazione nelle aree di riposo di ZorbiSan Plus, prodotto igienizzante naturale prodotto da Gea Farm Technologies GmbH, in grado di assicurare una riduzione della carica batterica e delle larve degli insetti. La sua componente principale, la diatomite, è in grado di assorbire l’eccesso di umidità presente nella lettiera legando a sé fino al 160% dell’acqua: i microrganismi vengono così privati del loro nutrimento, con conseguente inibizione della moltiplicazione batterica e una diminuzione del numero di germi presenti fino all’80%.
- L’impiego di OxyCidePré in pre-mungitura garantisce una rapida riduzione dei batteri contagiosi ed ambientali: la formula con l’1% di perossido d‘idrogeno attivato, inizia ad agire già dopo 15 secondi, reprimendo in modo efficace gli agenti patogeni della mastite, come Staphylococcus aureus ed Escherichia coli, determinando l’ossidazione delle componenti della cellula batterica e mostrando dunque un’eccezionale azione battericida (Tabella 1). In un test eseguito presso la Cornell University, in conformità alle Direttive della NMC, con una durata di 12 settimane, si è dimostrato che i quarti non trattati con OxyCidePré hanno evidenziato un n° di mastiti 3 volte superiore ai quarti trattati con l’OxyCidePré (Grafico 1). Per di più, la sua speciale formulazione contenente glicerina e vitamina C, favorisce la cura della pelle e la cicatrizzazione delle ferite.
- Per ottimizzare l’efficienza dei meccanismi difensivi della mammella nei confronti dei batteri ambientali si consiglia l’utilizzo di ECODIP PELLICOLA al termine della mungitura. Il nuovo filmante igienizzante con Clorexidina gluconato e glicerina, presenta un film di ultima generazione in grado di creare sull’estremità del capezzolo una barriera spessa e resistente. Si crea, per diverse ore, un vero e proprio sigillo fisico capace di impedire l’ingresso ai principali germi ambientali tra una mungitura e l’altra e di mantenere il capezzolo pulito e protetto in ambienti ostili e nei periodi di maggior stress ambientale.