Assolatte: cresce in Gdo il mercato dei formaggi duri: +5,7% a valore e +4,4% a volume. I più venduti sono i grattugiati. Ma volano, soprattutto, scaglie e pezzi interi. Il Nord-Ovest n.1 per consumi con oltre il 41% dei volumi contro il 13% del Sud.
That’s amore: continua la passione – e anzi, diventa sempre più accesa – tra gli italiani e i grandi formaggi duri tipici del nostro paese. Nell’ultimo anno le vendite di Grana Padano Dop, Parmigiano Reggiano Dop, Pecorini e formaggi stagionati nazionali sono aumentate sia a valore che a volume, portando a livelli record quello che è il segmento più importante del mercato caseario nazionale. A dirlo è Assolatte, sulla base delle elaborazioni condotte da Iri sul totale della Gdo italiana: nell’anno finito ad agosto 2019, le vendite di formaggi duri sono aumentate del 4,4% a volume rispetto ai 12 mesi precedenti, arrivando a sfiorare le 36mila tonnellate.
Ancora meglio, aggiunge Assolatte, la performance a valore: +5,7% sull’anno mobile precedente. Il che porta il mercato dei formaggi duri ad avvicinarsi al record dei 550 milioni di euro di giro d’affari nella distribuzione moderna.
A crescere sono stati tutti i segmenti di quest’articolato mercato, spiega Assolatte. Ha guadagnato il 3,7% a valore e il 2,3% a volume il mercato dei grattugiati, il più rilevante sia in termini di volumi (69,4% di quota sul totale) sia in termini di giro d’affari (64,8% di quota). A trainare le vendite è stato l’indubbio contenuto di servizio dei formaggi duri grattugiati, già pronti per l’uso, abbinato alla convenienza di prezzo e all’ampia offerta di varianti, mix e formati offerti dalle aziende casearie.
Il fenomeno dell’ultimo anno, però, sottolinea Assolatte, è stato il boom degli altri formati, che conferma la passione degli italiani per i formaggi duri e l’interesse a “esplorarli” in tutte le loro varianti.
Il trend più brillante è stato quello dei formaggi duri in scaglie: un segmento che vale oltre 13 milioni di euro, e che in un anno ha visto crescere le vendite del 15,3% a valore e del 13,9% a volume, spiega Assolatte, anche grazie agli investimenti delle aziende casearie per ampliare l’offerta e aumentare la disponibilità a scaffale di questi prodotti.
Crescita a due cifre anche per i formaggi duri venduti in pezzi, aggiunge Assolatte: un segmento da oltre 142 milioni di euro, aumentato nell’ultimo anno del +11,8% a valore e del +13,8% a volume.
A completare lo scenario di mercato ci sono i bocconcini, un formato che “vale” oltre 37 milioni di euro e che, dice Assolatte, nell’anno finito ad agosto 2019, ha registrato un +0,1% a valore.
Assolatte ha voluto “disegnare” anche la mappa geografica dei fans dei formaggi duri. Ne è emerso che il mercato è fortemente concentrato nelle regioni del Nord-Ovest: quasi il 42% delle vendite di formaggi duri, sia a volume che a valore, si deve agli abitanti di Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Lombardia.
A grande distanza ci sono poi gli abitanti delle regioni dell’Italia centrale e della Sardegna, che contribuiscono per circa il 25% alle vendite totali di formaggi duri realizzate nella Gdo.
Un altro 20% circa va ai residenti nel Nord-Est, ossia tra Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna. Fanalino di coda è il Sud, dove vengono realizzate solo il 13% circa delle vendite di formaggi duri.
Fonte: Assolatte