Ruminantia Mese è lo speciale di Ruminantia dedicato ad articoli di approfondimento relativi all’allevamento dei ruminanti. Si tratta di una sorta di rivista nella rivista in cui, con una cadenza mensile, sono pubblicati articoli di carattere tecnico-scientifico scritti da esperti del settore. Gli articoli sono suddivisi in sei sezioni: editoriale, genetica, sanità, ambiente e management, nutrizione ed economia.

Con questa raccolta, andremo a scoprire quali sono stati gli argomenti trattati nella sezione Ambiente e Management nel corso del 2013.

Il “sesto senso” della veterinaria – Dicembre 2013

È iniziato in quest’ultimo tempo un, seppur tiepido per ora, dibattito in seno alla categoria del Veterinario Buiatra sull’impiego in allevamento di taluni sistemi più o meno sofisticati volti a semplificare e ancorché ad ottimizzare, alcune procedure e/o osservazioni fino ad ora di competenza del personale a vario titolo presente in allevamento. Alcuni di questi sistemi sono accreditati di fornire una “diagnosi” andandosi così potenzialmente a sostituire in parte o in toto all’operato del Veterinario… Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!

Il valore economico della gestione del parto nella vacca – Novembre 2013

Il periodo post-parto rappresenta un momento cruciale per la futura capacità riproduttiva della bovina da latte e la redditività dell’allevamento dipende soprattutto dall’efficienza riproduttiva delle bovine. Attualmente, a causa dei costi rilevanti, è dato poco rilievo alla gestione del parto e del vitello. Sono stati proposti diversi protocolli per la determinazione dell’esatto momento del parto, quali ad esempio il monitoraggio ecografico e il dosaggio di ormoni ed elettroliti in circolo e nel secreto mammario. Tuttavia, tali metodi consentono la determinazione dell’inizio della fase espulsiva con un’approssimazione di diverse ore e solo in seguito a frequente osservazione dell’animale. Il monitoraggio remoto del parto, invece, individua esattamente l’inizio della seconda fase del parto… Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!

Il Compost Barn – Ottobre 2013

Ogni volta che si vanno a visitare gli allevamenti di vacche da latte in Israele le due cose che non finiscono mai di stupirmi sono la loro “ pragrammaticità” e le lettiere dei loro allevamenti. La quasi totalità degli allevamenti israeliani ha adottato un tipo di lettiera chiamata “ compost barn” costituita solo da feci che via si accumulano  e vengono movimentate giornalmente con attrezzi come l’erpice per arieggiarle e quindi indirizzarle verso una fermentazione di tipo aerobico. Questo tipo di lettiera rappresenta un alternativa alla lettiera permanente su paglia e alle cuccette. Cerchiamo di capire le ragioni, analizzare i pro e contro di queste tre soluzioni e perché in Israele hanno optato per il compost barn… Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!

Ritorno al futuro – Agosto 2013

Ho iniziato a fare questo mestiere all’alba del nuovo millennio e dopo più di un decennio, con tutti i cambiamenti che le nuove tecnologie hanno determinato anche nell’ambito dell’allevamento della vacca da latte, oggi mi interrogo sul ruolo che il veterinario buiatra debba avere per affrontare la grande sfida che si chiama Futuro. Questa sfida per essere vinta comporta necessariamente un approccio nuovo alla professione ma sopratutto alla relazione con l’allevatore. Nel nuovo contesto professionale che si è venuto a delineare è fondamentale che il veterinario, per rimanere al passo coi tempi, si aggiorni sulle nuove tecniche e sui nuovi strumenti tecnologici utilizzabili in campo buiatrico, cercando di valutare le diverse situazioni con il buon senso… Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!

A cosa serve il “veterinario aziendale”? – Luglio 2013

Da un po’ di tempo a questa parte si fa un gran parlare della figura del veterinario “aziendale” e del ruolo che dovrebbe rivestire presso gli allevamenti. Oltre che dell’ istituzionalizzazione di questa figura professionale, a mio parere, si dovrebbe discutere delle sue competenze. Per chi si occupa di allevamenti da latte (ma la realtà dei fatti non cambia molto per gli allevamenti da carne con linea vacca-vitello), è di  rilevante importanza  l’interesse per una serie di attività che per molto tempo , a causa della poca padronanza o per timore (ad es. per quanto riguarda l’alimentazione), sono state affidate a veterinari specializzati o  ad altre figure professionali… Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!

Come il mio latte determina la resa casearia – Giugno 2o13

La resa casearia è la quantità di formaggio (in kg) che si ottiene da 100 kg di latte. Molteplici sono i fattori che la influenzano; tra questi, la tecnologia di trasformazione riveste il ruolo principale, ma non di meno risulta essere importante la qualità del latte. Infatti, il grasso e la caseina forniscono un contributo importante nel determinare la resa in formaggio del nostro latte. Tuttavia, se entrambi sono importanti, la loro azione è, invece assai differente… Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!

La gestione riproduttiva dell’allevamento della bufala da latte – Maggio 2013

È opinione comune che il consumo maggiore della mozzarella di bufala campana è concentrato prevalentemente nella stagione primavera-estate, ma questo trend è in netta contrapposizione con la stagionalità dei parti di questa specie. Difatti la bufala è una specie poliestrale stagionale a fotoperiodo negativo, ossia concentra i parti nel periodo autunno-inverno. Per ovviare a questa problematica si adotta una tecnica di gestione aziendale nota come: DESTAGIONALIZZAZIONE DEI PARTI. Questa tecnica prevede l’interruzione della promiscuità sessuale (il toro viene messo fuori dalla mandria) nei mesi di settembre-ottobre e la suo reinserimento  in gruppo nei mesi di febbraio-marzo… Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!

Il punto crioscopico del latte – Aprile 2013

Il punto crioscopico o punto di congelamento del latte è un parametro che nasce nel lontano 1923, quando Hortvet definì quale era il punto di congelamento (PC) di un latte “genuino”.
Da allora diversi studi sono stati compiuti, le misurazioni sono diventate più precise e il latte stesso e la mungitura sono cambiati. Attualmente il PC lo si misura in gradi centigradi e lo si ritiene nella norma tra –0,525 e –0,530 °C. La legge stabilisce un limite a –0,520 °C; un latte che congeli a temperature superiori, per esempio a –0,517, è indice di un latte “annacquato” e ciò pone problemi alla sua commercializzazione; va tuttavia precisato che non comporta rischi per la salute… Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!

Veterinario Aziendale – Marzo 2013

Il V.A. è stato invocato nel testo del Decreto Legislativo n.117 del 27-5-2005, all’art.3 comma 1 che prospetta la definizione “di un sistema di reti di sorveglianza”, e poi al comma 3: “inclusi gli obblighi a carico degli operatori del settore alimentare e degli allevatori, che possono avvalersi per la loro esecuzione di un veterinario aziendale”,  con riferimento inequivocabile a questa figura. Il termine veterinario aziendale è solitamente in uso nella dialettica professionale, e richiama il buiatra pratico l.p. chiamato ad intervenire per lo svolgimento della zooiatria negli allevamenti, e identifica una attività ben definita nelle mansioni e compiti, nel contesto del quale ruolo sono  compresi tutti gli interventi professionali come la sfera clinica, chirurgica, riproduttiva, la pronta reperibilità, ecc… Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!

Il pastone di mais – Febbraio 2013

Nelle zone vocate all’allevamento della vacca da latte, questa attività è quasi sempre associata alla coltivazione del mais, che nelle sue diverse forme (insilato, granella o pastone), rappresenta più del 50% dell’alimento quotidianamente consumato. Fino agli anni 60, l’unica tecnica di conservazione di questo cereale era l’essicazione, che determinava l’utilizzo della sola granella. Solo in alcuni casi durante il periodo estivo, si ricorreva alla somministrazione del foraggio fresco, il cosiddetto melghino. A partire dagli anni 60 anche in Italia ha iniziato a diffondersi la tecnica dell’insilamento, che ha permesso di ottenere un prodotto ricco in fibra, ma anche di energia, utilizzabile tutto l’anno… Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!

Perché fare embryo-transfer – Gennaio 2013

Un mese fa è nata Bea, la nostra prima vitella ottenuta mediante la tecnica dell’ E.T.. Il nostro approccio all’E.T. non è stato casuale. E’ nato dall’esigenza di dare ai nostri allevatori uno strumento accessorio che consentisse loro di ottimizzare lo sforzo di selezione genetica. Quante volte riformando un’ottima bovina a fine carriera abbiamo avuto il rimpianto di non avere ottenuto da lei abbastanza figlie? L’E.T. può aiutarci amplificando il potenziale genetico di una bovina, moltiplicandone il numero di figli… Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!

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