Il progetto di certificazione ambientale di prodotto, avviato da AIFE/Filiera Italiana Foraggi, ha raggiunto una fase operativa significativa, segnando un passo importante nella promozione della sostenibilità nell’industria dei foraggi. L’Associazione, con sede a Ravenna, è responsabile di oltre il 90% della produzione nazionale di foraggi essiccati e disidratati, di cui il 60% è destinato all’esportazione. La sua iniziativa mira a valutare l’impatto ambientale di questa produzione attraverso il calcolo delle emissioni di carbonio e altri impatti, noto come “carbon footprint,” e alla successiva certificazione dei prodotti.

La certificazione ambientale di prodotto rappresenta un passo cruciale verso la sostenibilità ambientale, rispondendo alle crescenti preoccupazioni dei consumatori per la qualità, la sicurezza alimentare e l’impatto ambientale dei prodotti che finiscono sulle loro tavole. L’iniziativa di AIFE è stata preceduta dalla pubblicazione definitiva delle norme di prodotto presentate al Ministero dell’Ambiente e della Transizione Ecologica.

Gian Luca Bagnara, il presidente di AIFE, ha dichiarato: “Abbiamo selezionato un campione di 5 aziende associate che rappresentano i diversi processi produttivi nell’ambito dell’associazione. Abbiamo quindi avviato la fase operativa del progetto in collaborazione con Turtle srl, spin-off del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Bologna. Questa fase comprende la raccolta dei dati, la loro elaborazione e lo sviluppo di un modello LCA (valutazione del ciclo di vita). L’obiettivo finale è la pubblicazione del modello LCA nel mese di febbraio 2024 e la sua verifica da parte di un ente terzo indipendente, che porterà alla stesura della certificazione di prodotto.”

La certificazione di prodotto non solo dimostrerà il rispetto dei requisiti ambientali da parte delle aziende associate, ma includerà anche i crediti di carbonio ottenuti. Questi crediti potranno essere trasferiti alle successive coltivazioni cerealicole post-medica e alla biodiversità del terreno, contribuendo così alla sostenibilità a lungo termine delle operazioni agricole.

Il calcolo delle emissioni e degli impatti ambientali derivanti dal processo produttivo dei foraggi consentirà anche di valutare gli assorbimenti nel suolo dei due principali gas serra, il carbonio e l’azoto, con conseguente beneficio in termini di fertilità del terreno.

Il presidente Bagnara, citando Jacqueline McGlade, ex direttrice dell’Agenzia Ambientale Europea ha così concluso: “L’applicazione di strategie semplici potrebbe incrementare dell’1% l’ammontare di carbonio sequestrato nei primi 30 centimetri dei suoli agricoli. Questo potrebbe tradursi in un incremento di 31 miliardi di tonnellate, una cifra impressionante che corrisponde alla differenza tra il taglio complessivo delle emissioni pianificato a livello globale entro il 2030 e la quota massima ritenuta necessaria per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto all’era pre-industriale. AIFE/Filiera Italiana Foraggi si impegna a massimizzare il proprio contributo a questa importante causa, consapevole che il suolo agricolo rappresenta un serbatoio naturale di accumulo di carbonio fondamentale per il futuro del nostro pianeta.”

L’iniziativa di AIFE/Filiera Italiana Foraggi promette di promuovere una produzione più sostenibile e di sensibilizzare i consumatori sulla responsabilità ambientale delle aziende agricole, un obiettivo che potrebbe avere un impatto significativo sulla lotta contro il cambiamento climatico e sulla preservazione dell’ambiente.