Origine
La Massese è un razza ovina Toscana che proviene dalla valle del Forno, nelle Alpi Apuane, in provincia di Massa Carrara, ed ha un’origine comune con altre razze del ceppo appenninico originarie dell’Appennino Tosco-Emiliano, un tempo considerate appartenenti ad un’unica grande popolazione ovina dalle caratteristiche morfologiche non sempre uniformi. Per definirle venivano utilizzati diversi nomi che dipendevano dalla località di allevamento piuttosto che dall’aspetto. La popolazione ovina Massese si distingueva già per la buona vocazione lattifera ed era pratica comune per i pastori delle zone limitrofe alla sua area di origine ed allevamento, utilizzare gli arieti Massesi per migliorare le produzioni di latte dei propri greggi. La selezione della Massese ha avuto inizio nel secolo scorso per esaltarne le doti di produzione di latte, senza però sottovalutare la produzione di carne e mantenendo al contempo le doti di robustezza e rusticità. Si tratta di una razza estremamente apprezzata: dalla zona di origine si è infatti diffusa in tutta la Toscana e successivamente in altre regioni. E’ stato quindi istituito il Libro Genealogico della razza, che è sottoposta ai controlli funzionali da parte dell’Associazione Italiana degli Allevatori. La razza dispone di un gregge in selezione presso il Centro Genetico di Ovinicoltura dell’Associazione Nazionale della Pastorizia di Asciano (SI).
Consistenza e diffusione
La razza Massese è diffusa soprattutto nelle regioni Toscana, Emilia-Romagna e nel centro Italia. Alla fine del secolo scorso, la popolazione complessiva era di 180.000 capi, il 66% in Toscana ed il 27% in Emilia-Romagna. Nel 2006 i capi erano 55.000. Ora la numerosità è in forte diminuzione: attualmente, con la consistenza elaborata al 31/12/2019, si contano 106 allevamenti iscritti al Libro Genealogico, con 326 arieti e 7890 pecore. La distribuzione per Regione dei capi iscritti è riportata nella seguente tabella:
Caratteri Morfologici
La Massese, essendo una “razza da latte“, deve possedere i caratteri morfologici adatti a questa attitudine e l’animale in piena lattazione non deve avere carne superflua; le ossa costali devono essere larghe e ben distanziate e l’aspetto generale deve evidenziare vigore. Di seguito sono riportate le caratteristiche morfologiche della razza:
Vello e cute: il vello è aperto o semi aperto, a bioccoli conici con lana corta piuttosto liscia, di colore grigio piombo r con parte apicale meno scura nelle femmine e quasi nera nel maschio. Sono accettati mantelli di colore nero, marrone e grigio chiaro. Non sono tollerati: depigmentazione, specie se localizzata nel palato, guance, aperture naturali e scroto; vello biancastro o rossiccio; punta della coda bianca; e diffusione di lana alla testa, agli arti e al ventre.
Testa: la testa è leggera, proporzionata, vigorosa, distinta, con profilo superiore quasi rettilineo nelle femmine mentre il maschio presenta un profilo leggermente montonino; gli occhi sono vivaci e piuttosto sporgenti, e le orecchie mobili, non troppo lunghe e sottili; le mascelle ed il musello sono larghi e le narici ampie; le corna, leggere e nere, sono sempre presenti e nel maschio sono seghettate e saldamente impiantate con andamento a spirale con apice rivolto anteriormente mentre nelle femmine le corna sono leggere e esili; l’attacco delle corna deve preferibilmente essere ravvicinato. Inoltre, la testa non deve presentare lana. Non è ammessa l’assenza di corna.
Collo: il collo deve essere piuttosto allungato e sottile, leggero e con poco vello.
Tronco: le spalle devono essere fuse con il collo e le scapole devono aderire perfettamente alle vertebre dorsali. Il petto è ampio e l’ampiezza contribuisce ad aumentare la capacità toracica. La linea dorso-lombare deve essere lunga e rettilinea. La groppa deve essere ben attaccata ai lombi, larga e leggermente inclinata posteriormente.
Mammella: la mammella deve essere ben attaccata sotto il ventre nella parte anteriore; posteriormente, deve avere un attacco molto largo, in linea con le natiche o leggermente sporgente, e non deve mai superare in profondità i garretti. Vista posteriormente la mammella deve presentare un solco mediano, legame sospensorio, che sopporta tutto il peso della mammella per assicurarne la durata. La mammella, povera di tessuto connettivo ed adiposo, presenta un’evidente rete venosa; la pelle è molto fine ed elastica, priva di peli. I capezzoli devono essere di giuste dimensioni, inseriti bassi.
Arti: appiombi perfetti per appoggiare i piedi forti, quelli posteriori devono essere ben distanziati tra loro, in appiombo, con ossa robuste; il garretto è forte e asciutto.
Caratteri produttivi
La razza Massese ha una spiccata e preminente attitudine alla produzione di latte, con una produzione media di 150 litri in 5 mesi di lattazione. Il latte è composto in media dal 6,9% di grasso e dal 6,0% di proteine: viene utilizzato prevalentemente per la caseificazione del formaggio pecorino, consumato fresco o dopo breve stagionatura, che è molto richiesto dal mercato.
La produzione di carne deriva principalmente dagli agnelli da latte, macellati ad un’età di circa 20-25 giorni con un peso di 10-15 kg. Il peso degli agnelli alla nascita è di 4-4,5 kg, a 30 giorni è di 12,5-13,5 kg e ad 1 anno è di 45-65 kg (rispettivamente femmine e maschi). La carne ha caratteristiche organolettiche apprezzate dal consumatore.
Gli allevatori ricercano una maggiore uniformità a livello morfologico, soprattutto per quanto riguarda la conformazione della mammella, come anche per un miglioramento dei caratteri produttivi.
Caratteri riproduttivi
La pecora Massese è dotata di buona fecondità e discreta prolificità. Solitamente si ottengono 3 parti ogni 2 anni, con un tasso di gemellarità del 20% circa. L’età media al primo parto è attorno ai 15-18 mesi. La concentrazione maggiore dei parti avviene nelle stagioni autunno e primavera, anche se la maggioranza delle femmine presenta cicli estrali durante buona parte dell’anno.
Sistema di allevamento, prospettive e diffusione
Il sistema di allevamento della Massese è prevalentemente stanziale: pascolo naturale ed integrazioni costituite soprattutto da fieno ed in piccola parte da concentrati. La consistenza dei greggi varia in funzione delle dotazioni tecniche delle singole aziende.
Prospettive
Le prospettive future prevedono l’ottenimento di una razza lattifera ad alta produzione, adattabile a diversi tipi di allevamento. Non vi sono particolari problemi di allevamento ma la presenza delle pecora Sarda nel suo areale ne ha condizionato la espansione.
Miglioramento genetico
La selezione dei riproduttori di razza Massese è garantita dall’allevamento nucleo presente al Centro genetico dell’Associazione Nazionale della Pastorizia, ad Asciano (SI). Questo ha come obbiettivo la selezione di soggetti aventi le caratteristiche di razza previste dalle Norme Tecniche, con attitudine ad elevate e costanti produzioni di latte con alti titoli di grassi e proteine. L’allevamento è costituito da capi di alto valore genetico altamente resistenti alla Scrapie, Ogni anno si mettono in vendita giovani capi in esubero rispetto alle esigenze interne del Centro o la cui presenza non sia più prevista dal protocollo di selezione della razza.
Indice di selezione genetica
L’indice di selezione per i riproduttori della razza ovina Massese è una stima Blup Animal model per più caratteri: latte, grasso e proteine percentuali, e cellule somatiche (linear score). Questo ha il pregio di indicizzare simultaneamente i riproduttori di entrambi i sessi; il risultato che si ottiene dall’elaborazione non è il vero valore genetico degli animali ma la sua stima, e come tale è soggetto a variazioni. Questa metodologia consente di ottenere la stima del valore riproduttivo poichè tiene conto sia del valore genetico delle pecore, con cui gli arieti sono stati accoppiati, che degli effetti della selezione; infine, elabora l’accuratezza utilizzando tutte le parentele conosciute.
Trend genetico 2020
Mediamente negli ultimi 10 anni il trend è 1,8 per gli arieti e 1,5 per le pecore, con punte di oltre 3 per gli arieti (negli ultimi anni), utilizzando i primi 90 giorni di lattazione, come previsto dal protocollo di selezione.