Protocollo gestionale: l’inizio della lattazione – Scheda tecnica n. 3

Perché è importante

La fase di inizio lattazione è quella che va dal parto al picco di lattazione, raggiunto fra i 15 e i 60 giorni dall’inizio della mungitura, ed è una fase critica da un punto di vista gestionale. In questa fase la capacità d’ingestione è ancora limitata, ma i fabbisogni nutrizionali sono in forte crescita per l’aumento della produzione di latte; si crea quindi un deficit nutrizionale, che per i fabbisogni energetici è sopperito dalla mobilizzazione delle riserve corporee, con il rischio di uno scadimento delle condizioni corporee.

Le strategie gestionali

Di seguito sono riportate una serie di indicazioni gestionali da effettuare in questa fase di allevamento:

  • Dopo il parto, inserire le primipare nel gregge;
  • Registrare data parto, madre e padre (monta naturale/inseminazione artificiale), nati morti o malformati, parti difficoltosi;
  • Identificare i nati scelti per allevamento (rimonta, vendita) con marche auricolari (Tip Tag);
  • Pesare i capretti alla nascita (campione);
  • Verificare nei nati la presenza di tare morfo-genetiche: doppi capezzoli, capezzoli accessori, ernia ombelicale, malformazioni facciali e di dentizione, ecc.;
  • Verificare la concentrazione, la T ̊ di scioglimento e la T ̊ di distribuzione del latte in polvere;
  • Attenzione alla qualità chimica e batteriologica dell’acqua;
  • Inizio conferimento/trasformazione del latte 5 giorni dopo il parto (vedere norma);
  • Creare lotti in funzione dell’ordine di mungitura: 1 ̊ primipare, 2 ̊ pluripare, 3 ̊ capi con problemi sanitari;
  • Analisi chimica e batteriologica del latte di massa e/o individuale.

Le strategie alimentari

L’obiettivo alimentare di questa fase di allevamento consiste nel coprire rapidamente i fabbisogni proteici, facendo però attenzione a non trascurare i fabbisogni energetici, per non eccedere nella mobilizzazione delle riserve adipose. Se il BCS è corretto, la razione deve privilegiare gli apporti proteici rispetto a quelli energetici. Lo scopo finale è quello di massimizzare la produzione al picco per mantenere alta e persistente la curva produttiva.

Gli accorgimenti per raggiungere questi obiettivi sono:

  • Utilizzare fieno di prato polifita di secondo taglio di buona qualità e appetibile (UFL >0,70). Minimo 2,0 kg capo/giorno di fieno ingerito;
  • Introdurre il fieno di medica gradualmente a partire dai 10 giorni dopo il parto;
  • La quantità dei concentrati deve crescere di circa 200–250 grammi/capo/settimana, proporzionalmente alla capacità d’ingestione, con il massimo raggiunto circa 5 settimane dopo il parto (30-35 giorni) (40-50% della sostanza secca ingerita). La quantità è in funzione della qualità dei foraggi e del livello genetico-produttivo del gregge:

– produzioni >1.000 kg latte/capo/anno: 1,2-1,4 kg in 3 pasti con fieni di alta qualità;
– produzioni di 900 kg latte: 1,0-1,2 kg in 3 pasti con fieni di buona qualità.

Indicazioni sanitarie

  • Circa 30 minuti dopo il parto accertarsi con ispezione vaginale (guanti e gel) che non ci siano altri capretti;
  • Controllare eventuali ritenzioni placentari e, se presenti, segnalarle al veterinario aziendale;
  • Registrare i capretti morti al parto e la mortalità neonatale;
  • Effettuare la prima somministrazione di colostro ai capretti entro due ore dalla nascita (min. 200
    ml nelle prime 2 ore, 200 ml/kg di peso vivo entro 12 ore di vita;
  • Effettuare l’eventuale rimozione degli abbozzi cornuali nel periodo più appropriato, in funzione del peso alla nascita dei capretti, e comunque non oltre le due settimane di età (vedi scheda “La rimozione degli abbozzi cornuali”);
  • Nei primi 15-20 giorni di lattazione effettuare un prelievo di latte individuale dei capi trattati
    all’asciutta per lo Stafilococco coagulasi positivo da ciascuna emi-mammella, per batteriologico;
  • Individuare i capi con valori di stafilococco coagulasi positivo >100 UFC/ml, sui quali effettuare esami batteriologici individuali. Separazione/eliminazione dei capi infetti per evitare il contagio;
  • Effettuare primo prelievo feci per verifica coccidi dei capretti a 30 giorni dalla nascita. Secondo prelievo allo svezzamento a 60 giorni dalla nascita ed eventuale trattamento da concordare con
    il Veterinario aziendale.

Quali sono gli indicatori?

Per capire se tutto sta procedendo correttamente, è necessario tenere sotto controllo una serie di indicatori, i cui valori di riferimento sono di seguito riportati:

  • Peso caprette alla nascita: 4,5 kg capretto singolo, 4,0 kg/capretto in caso di parto gemellare, 3,5 kg/capretto in caso di parto trigemino. Valori <3,0 kg/capretto alla nascita sono da considerarsi critici. Peso ottimale ad un mese di età: >9 kg; a due mesi di età (svezzamento) >16 kg;
  • Valori ottimali di BCS lombare al parto: 2,50–2,75; al picco: 2,00–2,25 in quanto fino al picco di lattazione vi è un elevato consumo di riserve corporee. È tollerato un valore di 1,75 per i capi con produzione molto elevata;
  • Valore ottimale di urea nel latte di massa: 35 mg/dl (metodo: pHmetria differenziale). Se valori ≥40 mg/dl: squilibrio alimentare per eccesso apporti proteici rispetto agli apporti energetici;
  • Valori minimi di grasso e proteina nel latte di massa: grasso 3,50% – proteina 3,30%. Il rapporto grasso/proteina deve essere ≥1,06; se è più basso, vi è una probabile carenza di fibra;
  • Livello produttivo medio al picco (kg latte/capo/giorno):

  • Valore ottimale di cellule somatiche nel latte di massa e individuale: <750.000 (cellule/ml); se <1.000.000 cellule/ml → mammelle probabilmente sane; se >1.500.000 cellule/ml → probabile stato infiammatorio della mammella → individuare i capi con valori di Stafilococco coagulasi positivo >100 UFC/ml (campioni sterili individuali). Separare/eliminare i capi infetti per evitare il contagio.

Protocollo gestionale: dal picco alla piena lattazione – Scheda tecnica n. 4 

Perché è importante

Passando dal picco alla piena lattazione si entra in una fase di allevamento meno stressante e di stabilizzazione sia per il gregge che per l’allevatore. Il consumo delle riserve corporee giunge al termine, così come la perdita di peso delle capre, che complessivamente si attesta intorno ai 6-7 kg. I fabbisogni alimentari sono simili a quelli di inizio lattazione, ma con un livello di ingestione che ha raggiunto il massimo per poi iniziare a decrescere, così come avviene anche per la curva di lattazione. In questa fase, la produzione dipende da come è iniziata la lattazione, dal livello raggiunto al picco e dalla capacità di soddisfare interamente non solo i fabbisogni proteici, ma anche e soprattutto quelli energetici, quest’ultimi attraverso l’esaurimento delle riserve adipose.

Le strategie gestionali

Di seguito sono riportate una serie di indicazioni gestionali da effettuare in questa fase di allevamento:

  • Effettuare la marcatura definitiva delle rimonte e verificare nuovamente la presenza di tare morfo-genetiche;
  • Pesare un campione di capretti da vita all’età di 3 e 4 mesi, per verificare la corretta crescita.
  • Effettuare il pareggio degli unghioni (Fig. 1);
  • Effettuare un’analisi chimica (mensile) e batteriologica (quindicinale) sul latte di massa;
  • Se riproduzione destagionalizzata (IA/MN da marzo a luglio e parti da agosto a dicembre): inizio Giorni Corti (60 giorno dal parto) e fine Giorni Lunghi (150 giorni dal parto).

Le strategie alimentari

L’obiettivo alimentare di questa fase di allevamento consiste nel coprire interamente i fabbisogni con gli apporti alimentari, mantenendo elevata la curva del latte senza diminuire i tassi di grasso e di proteine. I fabbisogni sono direttamente proporzionali al livello produttivo raggiunto, dovuto in gran parte alla qualità genetica.

Gli accorgimenti per raggiungere questi obiettivi sono:

  • Somministrare fieni di ottima qualità (UFL>0,70), al fine di ottenere una buona produttività e continuità di crescita per le capre primipare;
  • Mantenere invariata la quantità di concentrati rispetto alla fase precedente (40-50% della sostanza secca ingerita);
  • Equilibrare gli apporti energetici e proteici della razione.

Indicazioni sanitarie

  • Prelevare le feci degli adulti e delle novelle per verificare la presenza di parassiti gastrointestinali;
  • Effettuare eventuale richiamo vaccinazione per clostridiosi su tutto il gregge;
  • Effettuare eventuale vaccinazione per le malattie abortive (massimo 30 giorni prima delle monte): Chlamydia, Salmonella e Febbre Q.

Quali sono gli indicatori?

  • Peso caprette a 3 mesi: 20 kg; a 4 mesi: 24 kg;
  • Valori ottimali di BCS lombare al picco: 2,00–2,25. In questa fase il valore minimo di BCS tollerato è 1,75 per i capi a più alta produzione. Al di sotto di questa soglia non si riesce a mantenere un buon livello produttivo e vi è un rischio concreto di compromettere la successiva fase riproduttiva. Si tollera una diminuzione massima di 0,75 punti rispetto al BCS rilevato al parto. Il BCS non deve essere inferiore al valore rilevato al picco;
  • Valori ottimali di urea nel latte di massa: 25–35 mg/dl (metodo: pHmetria differenziale). Attenzione a valori ≥40 mg/dl;
  • Valori minimi di grasso e proteine nel latte di massa: grasso 3,35% – proteine 3,15%. Il rapporto grasso/proteine deve essere ≥1,06. Valori <1: criticità per probabili dismetabolie ruminali in corso (carenza di fibra nella razione). Occorre fare attenzione alle alte temperature, che incidono negativamente sull’appetito e sul livello di ingestione del fieno, causando uno squilibrio a favore dei concentrati nel rapporto con i foraggi. Si determina quindi una carenza di fibra, con rischio di sub- acidosi ruminale e conseguente diminuzione della percentuale di grasso nella razione;
  • La quantità di latte in questa fase è correlata alla quantità ottenuta al picco;
  • Livello produttivo medio (kg latte capo/giorno):

  • Valore ottimale di cellule somatiche nel latte di massa e individuale: <750.000 (cellule/ml); se <1.000.000 cellule/ml mammelle probabilmente sane; se >1.500.000 cellule/ml probabile stato infiammatorio della mammella controllare l’impianto e la modalità di mungitura e/o la presenza di capi problema per infezioni batteriche in mammella;
  • Effettuare secondo controllo per Stafilococco coagulasi positivo nel latte di massa;
  • Con valori di Stafilococco coagulasi positivo >100 è importante individuare i capi problema per evitare il contagio. Effettuare batteriologici individuali e, se necessario, separare/eliminare i capi infetti.

Scopri di più sul progetto DEMOCAPRA. Anche Ruminantia ha parlato del progetto in questo breve articolo.

DEMOCAPRA (2020) Schede tecniche DEMOCAPRA. Università degli Studi di Milano & Associazione Regionale Allevatori della Lombardia, Milano.