Il protocollo gestionale per le capre da latte – Scheda tecnica n. 1

Perché è importante

Nella gestione routinaria di un gregge numerosi e variabili sono i fattori di cui l’allevatore deve tenere conto, e altrettanto numerosi sono gli interventi che devono essere messi in atto nelle diverse fasi del ciclo produttivo (da parto a parto). Ad ogni specifica fase del ciclo produttivo corrispondono determinati interventi gestionali e trattamenti sanitari, e per ogni fase è importante anche tenere in considerazione le specifiche esigenze alimentari, al fine di ottenere i migliori risultati produttivi, di ottimizzare il lavoro dell’allevatore e di garantire un buon livello di benessere ai nostri animali.

In corrispondenza di ogni cambio di fase, è quindi importante controllare i seguenti punti:

  • Principali azioni gestionali da svolgere;
  • Verifiche routinarie riguardanti alcuni parametri ambientali e di gestione alimentare dei foraggi e dei concentrati;
  • Principali azioni e controlli sanitari da effettuare;
  • Monitoraggio di indicatori di riferimento per valutare l’andamento e il grado di correttezza della gestione.

Le fasi gestionali

Nell’allevamento della capra da latte si possono distinguere 6 fasi del ciclo produttivo:

1) Inizio lattazione: dal parto al picco – 1° e 2° mese di lattazione;
2) Piena lattazione: dal picco alla piena – 3° e 5° mese di lattazione;
3) Riproduzione: dalla piena lattazione alla riproduzione – 6° e 7° mese di lattazione;
4) Fine lattazione: dalla riproduzione all’asciutta 8° e 10° mese di lattazione;
5) Gestazione 4° mese: 60 giorni dal parto;
6) Gestazione 5° mese: 30 giorni dal parto.

Ogni fase del ciclo corrisponde ad uno stato fisiologico distinto, che si caratterizza per specifici bisogni alimentari, gestionali e sanitari. Un buon livello di benessere del gregge e un buon risultato produttivo in termini di quantità e di qualità è dato dalla capacità di soddisfare le esigenze del gregge in tutte le diverse fasi. Errori o carenze gestionali compiuti in una fase si ripercuotono sulle fasi successive.

Indipendentemente dalla fase in cui si trovano gli animali, è sempre bene tenere a mente alcuni promemoria generali su vari aspetti ambientali e sulla gestione di fieni e concentrati.

Promemoria: aspetti ambientali

  • Spazio vitale sufficiente con possibili vie di fuga: riduce i fenomeni di competizione gerarchica. Minimo 1,5 m2 lettiera/capo (ottimale 2,0 m2), 5 m3/capo con sufficiente ricambio d’aria, presenza di nicchie di riposo e di fuga;
  • Fronte mangiatoia: minimo 35-40 cm/capo, da raddoppiare in caso di capre con corna;
  • Punti d’abbeverata sufficienti e puliti: per i capi adulti minimo un abbeveratoio ogni 20-25 capi (o nel caso di abbeveratoi collettivi, un fronte di accesso alla vasca di almeno 3 cm/capo); posizione ad un’altezza di 1,0 – 1,1 m con gradino (aiuta a mantenere le capre più pulite); temperatura dell’acqua tra 10°C e 25°C;
  • Lettiera ben impagliata e asciutta: per garantire il benessere e per la qualità igienica del latte, minimo 0,5 kg paglia/capo/giorno;
  • Paddock esterno: 2,5 m2/capo, fondamentale per il benessere animale delle caprette e delle adulte;
  • Assenza di odori anomali e intensi (odore d’ammoniaca) e di correnti d’aria sono indice di una corretta aerazione e di un corretto carico di animali;
  • Comportamento del gregge: tranquillità generale, ma con capre attente e non apatiche, utilizzo
    omogeneo dello spazio, corretto ciclo alimentare, di ruminazione e di riposo degli animali (in media sulle 24 ore: 8 ore di sonno, 8 ore di alimentazione (concentrate all’alba e al tramonto) e 8 ore di ruminazione;
  • Aspetto del pelo: se nella maggioranza dei capi il pelo del mantello non appare normale (lucido), ma è opaco, arricciato, arruffato e/o polveroso, è indice di uno stato generale di malessere con più possibili cause: disordini ruminali, parassitosi, carenza di oligoelementi, ecc;
  • Consistenza delle feci: corretta se sono distinguibili le “bagole caprine”, allerta se sono indistinte “tipo vacca”, e se contengono semi di cereali interi non digeriti (per esempio nel caso di razioni contenenti mais in granella);
  • Stato corporeo del gruppo (BCS): valori omogeni tra i capi valutati (gruppo), ma che variano rispetto alle diverse fasi del ciclo produttivo.

Promemoria: raccomandazioni per la gestione dei fieni

  • I fieni di graminacee possono essere messi a libera disposizione (garanzia di una buona funzionalità ruminale per effetto tampone e meccanico). Attenzione ai fieni di medica: la capra predilige le foglie rispetto ai fusti (scarto a volte elevato), si può creare un deficit in termini di ruminazione. Per la medica prediligere una distribuzione controllata/dosata per gestire al meglio il razionamento;
  • Distribuire al mattino il fieno di miglior qualità e appetibilità, alla sera il fieno di minor qualità;
  • Somministrare il fieno prima della distribuzione dei concentrati;
  • Verificare quotidianamente il fieno effettivamente ingerito (ingerito = distribuito meno scarto): la presenza in mangiatoia di una minima quantità di scarto è garanzia che la capra ha soddisfatto completamente il suo appetito;
  • Distribuire il foraggio 3-4 volte al giorno per stimolare l’appetito e aumentare la capacità di ingestione;
  • Il fieno con muffa o caldo o di colore rosso-brunastro non deve essere distribuito e non deve essere aggiunto alla lettiera, al fine di evitare intossicazioni e/o mastiti o ulteriori complicazioni sanitarie.

Promemoria: raccomandazioni per la gestione dei concentrati

  • Frazionare gli apporti di concentrati in più pasti al giorno, distribuendone al massimo 0,4 kg/capo/pasto;
  • Distribuire i concentrati al massimo 4 volte al giorno, in quanto un maggior numero di distribuzioni può creare dello stress al gregge per riduzione dei tempi di riposo e di ruminazione;
  • La distribuzione del concentrato deve avvenire dopo la distribuzione del fieno;
  • In caso di eccessiva ingestione (frenesia alimentare), può essere utile distribuire i concentrati, come ad esempio il mais in granella, in mangiatoia sopra al fieno (rallentamento dell’ingestione);
  • La distribuzione dell’alimento deve essere omogenea e ben ripartita: a ciascun capo deve essere garantito un corretto accesso e un sufficiente spazio individuale in mangiatoia;
  • L’aumento o il cambio dei concentrati deve avvenire in modo progressivo (massimo 0,25 kg/settimana/capo), con verifica periodica delle quantità di concentrati distribuiti (pesate);
  • Buona norma è mettere a disposizione del bicarbonato di sodio (sale tampone), al fine di garantire il benessere ruminale e prevenire quindi forme di acidosi e/o sub-acidosi ruminale.

Gli indicatori delle fasi – Scheda tecnica n. 2

Perché è importante

Per essere certi che le condizioni nutrizionali, sanitarie e di benessere delle nostre capre siano ottimali possiamo utilizzare una serie di indicatori, i cui valori cambiano a seconda della fase del ciclo produttivo in cui ci si trova. Il monitoraggio di questi indicatori permette quindi di segnalare rapidamente eventuali scostamenti tra i valori misurati e quelli ideali, raccomandati per una determinata fase. In questo modo, l’allevatore avrà modo di evidenziare precocemente la presenza di eventuali problemi, e potrà quindi rimediare opportunamente in tempi brevi, prima che i problemi si aggravino e si ripercuotano negativamente sul benessere e sulla produttività del gregge.

Quali sono gli indicatori?

I principali indicatori dello stato corporeo, produttivo e sanitario che possono essere utilizzati per il monitoraggio del gregge, soprattutto durante i delicati momenti di transizione tra una fase e l’altra del ciclo produttivo, sono:

1. Andamento dei valori di riferimento del BCS lombare
2. Andamento della produzione di latte (kg latte/capo/giorno)
3. Andamento percentuale del grasso e delle proteine e del contenuto di urea nel latte di massa
4. Cellule somatiche nel latte di massa
5. Stafilococco coagulasi positivo (Staphylococcus aureus) nel latte di massa

Vengono di seguito presentate delle tabelle riassuntive di tali indici, che verranno poi ripresi nelle schede dedicate ad ogni specifico cambio di fase (prossime pubblicazioni su Ruminantia).

1. Andamento dei valori di BCS lombare per le diverse fasi del ciclo:

Il corretto andamento ed equilibrio tra la fase di ricostituzione delle riserve adipose e la fase di consumo rappresentano gli elementi chiave per assicurare un corretto livello di benessere del gregge e, conseguentemente, delle adeguate produzioni.

2. Andamento della produzione (kg latte/capo/giorno) per le diverse fasi della lattazione:

L’andamento delle produzioni varia in funzione della fase del ciclo, ma anche del livello produttivo dell’azienda: da aziende intensive, che fanno ampio ricorso all’uso di concentrati, ci si aspetta un livello produttivo maggiore che nelle aziende estensive o semi-estensive, che fanno uso del pascolo.

*Livello produttivo medio: aziende semi intensive che utilizzano anche il pascolo, con un’integrazione di concentrati non elevata di circa 0,8 kg/capo/giorno.
**Livello produttivo basso: aziende semi estensive che utilizzano il pascolo e l’alpeggio, anche con capi di razza autoctona e con una integrazione di concentrati limitata < 0,8 kg/capo/giorno.

3. Andamento percentuale del grasso e delle proteine e del contenuto di urea nel latte di massa per le diverse fasi del ciclo produttivo:

Gli andamenti di questi parametri sono importanti indicatori per monitorare la gestione alimentare del gregge. Valori fuori soglia rappresentano indici di possibili dismetabolie ruminali.

*Rapporto % grassi/proteine: deve essere maggiore di 1, fisiologicamente la % del grasso è sempre superiore a quella della proteina. Valori inferiori a 1, soprattutto se costanti per gran parte della lattazione, sono un indice di una probabile dismetabolia ruminale con forme croniche di acidosi/subacidosi ruminale (eccesso di concentrati rispetto ai foraggi, eccesso di concentrati distribuiti a pasto).
**Urea: la quantità rilevata nel latte di massa è utilizzabile quale indicatore per valutare il corretto equilibrio tra gli apporti proteici ed energetici della razione. Attenzione soprattutto ai valori superiori a 35 mg/dl: razione eccessivamente squilibrata per un eccesso proteico non bilanciato da un corretto apporto energetico dato da cereali e oleaginose: spreco di proteine a costo elevato, affaticamento del fegato e rischio di alcalosi ruminale cronica.

4. Cellule somatiche nel latte di massa:

Nel valutare le soglie è importante tener conto dello stadio di lattazione. Infatti, è nella prima fase della lattazione che questo dato assume una forte rilevanza, soprattutto per i valori più elevati, indicando una criticità e l’opportunità di intervenire tempestivamente. Dalla riproduzione in poi si verifica un naturale e fisiologico aumento dei valori cellulari, che saranno da tre a quattro volte maggiori rispetto a quelli di inizio lattazione, perdendo così significato dal punto di vista diagnostico.

5. Stafilococco coagulasi positivo (Staphylococcus aureus) nel latte di massa:

Lo Stafilococco coagulasi positivo è tra i maggior responsabili delle mastiti cliniche e subcliniche, in quanto presenta un’elevata capacità di contagio soprattutto attraverso la mungitura meccanica. Rappresenta quindi un fattore di criticità in termini di sanità ed efficienza produttiva della mammella, ma soprattutto in termini di sicurezza alimentare. Alcuni ceppi, se presenti su matrici a rischio come i formaggi persamici freschi ottenuti da latte crudo, possono svilupparsi oltre i valori limite di sicurezza e di legge (≥100.000 UFC/ml) e produrre tossine responsabili di gravi tossinfezioni. È quindi fondamentale operare un monitoraggio periodico sul latte di massa, al fine di ridurre il rischio della presenza di Staphylococcus aureus nella mammella, nel latte e nei formaggi. Effettuare almeno tre campionamenti sul latte di massa durante la lattazione: inizio, metà e fine lattazione.

Scopri di più sul progetto DEMOCAPRA. Anche Ruminantia ha parlato del progetto in questo breve articolo.

DEMOCAPRA (2020) Schede tecniche DEMOCAPRA. Università degli Studi di Milano & Associazione Regionale Allevatori della Lombardia, Milano.