Le questioni della sicurezza alimentare e del rispetto del principio di reciprocità, tornano al centro del dibattito europeo a seguito delle recenti rivelazioni contenute nel rapporto dalla DG SANTE relativamente all’audit effettuato dal 27 maggio al 14 giugno 2024 con lo scopo di valutare i controlli sui residui di sostanze farmacologicamente attive, pesticidi e contaminanti negli animali e nei prodotti di origine animale provenienti dal Brasile.

Le indagini hanno messo in luce alcune lacune nei sistemi di tracciabilità e controllo della carne bovina brasiliana importata in UE, suscitando interrogativi e preoccupazioni sull’adeguatezza delle misure di sicurezza attualmente in vigore.

Le criticità emerse dall’audit

Il rapporto chiarisce che, sebbene i controlli sui residui di sostanze farmacologicamente attive nei prodotti brasiliani destinati al nostro mercato siano complessivamente implementati in linea con i requisiti dell’UE, si evidenziano carenze significative nella rilevazione dell’uso di sostanze ormonali vietate in UE, in particolare dell’oestradiolo 17β, il cui impiego è proibito per scopi terapeutici e zoognostici.

Queste problematiche rappresentano un potenziale rischio per sicurezza alimentare e minano la fiducia dei consumatori europei nei confronti delle importazioni di carne bovina proveniente dal Brasile.

Queste criticità si rendono particolarmente rilevanti anche alla luce della recente conclusione positiva dei lavori sull’accordo Mercosur-UE, che prevede un ampliamento considerevole delle importazioni di carne bovina brasiliana, anche se, come dichiarato all’esito dei negoziati lo scorso 6 dicembre dalla Presidente Ursula von der Leyen “i nostri standard sanitari e alimentari europei rimangono intoccabili. Gli esportatori del Mercosur dovranno rispettare rigorosamente questi standard per accedere al mercato dell’UE. Questa è la realtà di un accordo che farà risparmiare alle aziende dell’UE 4 miliardi di euro di dazi all’esportazione all’anno.

La Questione Mercosur e le Clausole di Salvaguardia

L’accordo di libero scambio tra l’UE e i Paesi del Mercosur, che ad oggi aspetta solo l’approvazione finale del Consiglio e del Parlamento Europeo, nelle scorse settimane ha sollevato numerose perplessità.

Una delle principali preoccupazioni riguarda proprio la carne bovina proveniente dal Brasile, un Paese che ha mostrato difficoltà nell’implementazione di pratiche adeguate di tracciabilità e controllo.

Lo stesso Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, alla notizia della positiva conclusione dei negoziati aveva espresso profondo rammarico per l’accordo: “Non garantisce equità né protezione per il nostro modello agricolo. Siamo preoccupati per l’impatto delle importazioni di carne bovina, pollame e zucchero sul mercato europeo. Confidiamo che il Parlamento europeo valuti attentamente il testo per assicurare standard uniformi in termini di sicurezza alimentare e sostenibilità.

Come dichiarato dalla Presidente Ursula von der Leyen l’accordo Mercosur include delle clausole specifiche, definite “clausole specchio“, che dovrebbero garantire che i prodotti importati rispettino gli stessi standard di qualità e sicurezza dei prodotti europei.

Tuttavia, le carenze emerse nell’audit 2024 sollevano dubbi sulla reale capacità di monitorare e far rispettare questi standard a livello pratico, specialmente in un contesto di aumento delle importazioni di carne bovina. Le clausole di salvaguardia, che prevedono misure correttive in caso di non conformità, dovranno essere messe alla prova. La questione diventa ancora più urgente se consideriamo che la carne brasiliana è destinata a entrare in un mercato come quello europeo sempre più sensibile a temi come la sostenibilità, la salute pubblica e la protezione dei consumatori.

Interrogazioni al Parlamento Europeo

In risposta a quanto contenuto nel rapporto dell’audit condotto dalla DG SANTE, l’europarlamentare Alexander Bernhuber (PPE) ha presentato il 7 novembre scorso un’interrogazione prioritaria alla Commissione Europea, ponendo tre quesiti fondamentali:

  1. Quali misure intende adottare la Commissione per sanare le violazioni e le carenze qualitative riscontrate?
  2. Perché non è stato imposto un divieto preventivo sulle importazioni fino a quando il Brasile non dimostrerà di conformarsi pienamente agli standard UE?
  3. Come garantisce la Commissione che nessun residuo pericoloso della carne bovina brasiliana raggiunga i mercati europei?

La risposta della Commissione

Il Commissario Olivér Várhelyi, il 19 dicembre u.s. rispondendo a nome della Commissione Europea ha fornito rassicurazioni sulle azioni intraprese. Secondo quanto riportato nel documento:

  • Richiesta di misure correttive – Il Brasile è stato sollecitato a istituire un sistema efficace per verificare che i bovini trattati con oestradiolo 17β non siano destinati all’esportazione verso l’UE. In seguito al ricevimento del rapporto dell’audit, il Brasile ha presentato un piano d’azione e si è impegnato a sospendere le esportazioni di carne proveniente da bovine femmine fino all’implementazione di un sistema di garanzia adeguato.
  • Esclusione di rischi immediati – Al momento, non esistono prove che carne proveniente da animali trattati con oestradiolo 17β sia stata immessa nel mercato europeo. La Commissione ha espresso fiducia che il piano d’azione brasiliano, una volta attuato, risolverà le criticità individuate.
  • Monitoraggio e controlli continui – La Commissione monitora attentamente i progressi del Brasile nell’attuazione del piano e valuta i piani annuali di controllo dei residui presentati dal Paese sudamericano. Inoltre, le autorità veterinarie degli Stati membri effettuano controlli sui prodotti importati per verificarne la conformità alle norme di sicurezza alimentare dell’UE.

Prospettive e impatti

La vicenda pone in evidenza la necessità di rafforzare i meccanismi di vigilanza sulle importazioni alimentari, garantendo standard elevati di sicurezza per i consumatori europei. Resta da vedere se il piano d’azione brasiliano sarà sufficiente a ripristinare la fiducia dell’UE e ad assicurare il rispetto rigoroso delle norme comunitarie.

Questa situazione sottolinea l’importanza di mantenere un controllo stringente sui prodotti alimentari provenienti da Paesi terzi e di adottare misure tempestive per prevenire potenziali rischi per la salute pubblica.