In Italia, la situazione epidemiologica relativa alla Blue Tongue (febbre catarrale degli ovini) ha raggiunto livelli allarmanti, con 4.242 focolai registrati sul territorio nazionale oggi alle 12:20. Noi di Ruminantia abbiamo seguito costantemente l’evolversi della crisi sin dal suo inizio, fornendo aggiornamenti settimanali ai nostri lettori. Oggi, la gestione di questa emergenza sanitaria sta sollevando crescenti preoccupazioni a livello nazionale e internazionale, in particolare tra allevatori e veterinari, che si trovano ormai al limite delle loro capacità.

Nonostante un immobilismo generalizzato da parte delle autorità nazionali e transfrontaliere, ieri, durante la sessione plenaria del Parlamento europeo, sono arrivate dichiarazioni significative che potrebbero segnare un punto di svolta. L’eurodeputata socialista Cristina Maestre ha sottolineato l’urgenza della situazione e la necessità di un’azione decisa da parte dell’Unione europea, affermando che “gli allevatori non possono più aspettare” di fronte alla crisi sanitaria in corso.

Nel corso del dibattito, Maestre ha ricordato che l’epidemia di febbre catarrale ha ormai colpito ruminanti in tutto il continente, con una diffusione che si estende da nord a sud dell’Unione europea. “Abbiamo già migliaia di allevamenti colpiti,” ha dichiarato, “e i veterinari non possono farcela da soli.” Le sue parole hanno evidenziato non solo la gravità dell’emergenza sanitaria, ma anche le conseguenze economiche devastanti per il settore zootecnico e agroalimentare, già in forte sofferenza.

La deputata ha inoltre criticato l’immobilismo della Commissione europea, che continua a insistere sull’adozione di programmi volontari di eradicazione, senza però offrire soluzioni concrete o immediate. “Questa crisi è stata rilevata in primavera, e siamo ormai alla fine dell’autunno. È intollerabile che la Commissione continui a ignorare la gravità della situazione,” ha affermato Maestre, sottolineando l’urgenza di interventi che non possono più essere rimandati. Migliaia di capi di bestiame stanno morendo, e la crisi sta assumendo contorni sempre più drammatici anche sul piano economico, con ripercussioni sull’intera filiera agroalimentare.

In risposta a questa situazione critica, il gruppo socialista al Parlamento europeo ha avanzato richieste precise e mirate. Tra queste, una vaccinazione massiva e urgente, interamente finanziata dall’Unione europea, per contenere la diffusione del virus e proteggere gli allevamenti ancora indenni. Allo stesso tempo, i socialisti chiedono l’introduzione di aiuti compensativi diretti per allevatori e aziende colpite dall’epidemia, e l’attivazione di tutti i fondi e meccanismi previsti a livello comunitario per far fronte alle emergenze sanitarie di tale portata.

Maestre ha infine ricordato l’esistenza di una normativa europea sulla sorveglianza sanitaria che deve essere rispettata e cofinanziata, chiedendo alla Commissione di assumersi la sua parte di responsabilità. “Non possiamo attribuire tutto agli Stati membri,” ha sottolineato l’eurodeputata, “perché esiste una regolamentazione europea che deve essere applicata, e la Commissione deve agire nell’ambito delle competenze dell’Unione Europea per risolvere questa situazione.

Durante l’ultimo Consiglio AgriFish, Francia e Spagna hanno ribadito la loro preoccupazione per la diffusione concomitante di malattie epizootiche su larga scala, in particolare quelle trasmesse da vettori. Le due nazioni hanno sottolineato l’urgenza di garantire la disponibilità di vaccini sicuri ed efficaci, essenziali per limitare gli impatti sanitari ed economici di queste malattie. La proposta di un’azione coordinata a livello dell’Unione europea per migliorare la prontezza e la disponibilità dei vaccini, in particolare attraverso banche di antigeni o vaccini, è stata presentata come un passo fondamentale per garantire la sicurezza del commercio e proteggere il settore zootecnico.

La presa di posizione di Maestre, del gruppo socialista e le ultime determinazioni di Francia e Spagna al consiglio AgriFish potrebbero rappresentare una svolta cruciale nella gestione di questa crisi, spingendo verso un’azione più decisa da parte delle istituzioni europee. Per gli allevatori italiani, però, il tempo stringe: la febbre catarrale continua a diffondersi, e la necessità di interventi concreti è ormai inderogabile.

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