L’influenza aviaria, causata da ceppi di virus influenzali che colpiscono gli uccelli, solleva preoccupazioni sulla salute umana e animale.
Sebbene il rischio di trasmissione diretta agli esseri umani sia basso, alcuni ceppi possono causare gravi malattie, con potenziale pericolo per la salute pubblica.
Negli ultimi mesi sono stati scoperti in Texas virus dell’aviaria in allevamenti di bovini che possono essere colpiti, sebbene in misura minore rispetto agli uccelli. La presenza del virus nel latte di questi animali ha sollevato non poche perplessità sulla possibilità della trasmissione all’uomo.
I virus dell’influenza si legano bene a determinati carboidrati di superficie cellulare chiamati acidi sialici, che variano a seconda della specie. I virus aviari si attaccano agli acidi sialici dell’anatra e del pollo, mentre i virus dell’influenza umana si attaccano ad alcuni acidi sialici dei mammiferi.
Nell’articolo di ruminantia “Influenza Aviaria: scoperto un recettore chiave nella mammella delle bovine” si riporta che ricercatori danesi hanno trovato recettori di tipo anatra e di tipo umano nella ghiandola mammaria di una vacca da latte, che potrebbero renderla un bersaglio naturale per il virus degli uccelli (Vedi fig. 1).
Le vacche potrebbero quindi diventare “recipienti di miscelazione” dell’influenza creando nuovi ceppi umani pericolosi quando i virus dell’influenza aviaria e dei mammiferi che infettano simultaneamente un animale si scambiano geni.
Per approfondire questo tema complesso e dare risposte ai quesiti che ne derivano, abbiamo intervistato il Dott. Alessio Lorusso, esperto in virologia dell’IZS Abruzzo e Molise. Nella nostra videointervista, il professor Lorusso ci aiuterà a comprendere:
- Come si è diffuso il virus dell’influenza aviaria tra i bovini?
- Quali sono i rischi per la salute umana?
- Esistono misure di prevenzione efficaci?
- Cosa ci riserva il futuro in relazione a questa nuova minaccia?
Buona visione!