Giovedì 1 giugno 2023 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione riportante delle raccomandazioni per affrontare, in maniera coordinata su tutto il territorio UE, le minacce per la salute legate alla resistenza antimicrobica.
Nel testo, approvato con 525 voti a favore, 2 contrari e 33 astenuti, i deputati affermano che il successo nella lotta alla resistenza antimicrobica (AMR) richiede un approccio su tre fronti, ovvero l’uso prudente di antibiotici per l’uomo e gli animali, l’attuazione di buone misure di prevenzione e controllo delle infezioni e l’incentivazione di ricerca e sviluppo in nuovi principi attivi e sostanze alternative. I deputati hanno anche affermato che se le misure raccomandate agli Stati membri si rivelassero insufficienti, sarebbe necessaria un’ulteriore azione legislativa a livello dell’UE.
Seguono a queste considerazioni generali, una serie di indicazioni, di cui riportiamo quelle di maggior interesse per il settore zootecnico:
- gli Stati membri sono invitati a mettere in atto, pubblicizzare e attuare entro il 1º marzo 2024 un piano d’azione nazionale contro la resistenza antimicrobica;
- la Commissione è invitata a valutare le malattie animali causate da batteri resistenti agli antimicrobici sulla base dei pareri dell’EFSA, onde accertare l’eventuale necessità di elencare tali malattie nel regolamento (UE) 2016/429 al fine di classificarle perché siano oggetto di misure regolamentari di sorveglianza o controllo o di altre misure di gestione;
- la Commissione e gli Stati membri sono invitate ad adottare misure per migliorare la salute e il benessere degli animali destinati alla produzione alimentare al fine di ridurre l’insorgenza e la diffusione di malattie infettive negli allevamenti e a ridurre di conseguenza la necessità del ricorso agli antimicrobici.
In particolare le azioni concrete richieste sono:
- supporto da parte di veterinari e altri attori pertinenti nel prestare consulenza agli allevatori sulle misure di prevenzione e di controllo delle malattie infettive, anche con metodi alternativi che sostengono l’introduzione del divieto dell’uso profilattico degli antimicrobici nella produzione alimentare previsto dall’ultima revisione della legislazione sui medicinali veterinari;
- favorire la scelta di farmaci che l’OMS ha indicato come “i meno importanti” per la salute umana e limitando l’uso di quelli classificati come “estremamente importanti e della massima priorità”;
- adottare nelle aziende agricole, misure di biosicurezza e di prevenzione e controllo delle infezioni;
- favorire un cambiamento culturale nel settore agricolo mediante l’istruzione e l’agevolazione della condivisione delle conoscenze e delle migliori pratiche;
- utilizzare i sostegni messi a disposizione con la PAC per attuare misure di prevenzione delle malattie infettive che vadano oltre i requisiti minimi di legge dell’UE;
- promuovere il ricorso alla vaccinazione e ad alternative per contribuire a prevenire determinate malattie ed evitare l’uso non necessario degli antimicrobici;
- promuovere lo sviluppo e l’utilizzo di additivi per mangimi innovativi come pure interventi nutrizionali per mantenere e migliorare lo stato di salute del bestiame e prevenire le malattie e la necessità dell’uso di antimicrobici;
- migliorare la salute degli animali attraverso l’attuazione di programmi di biosicurezza, bioprotezione, vaccinazione e buone pratiche zootecniche;
- definire strategie per migliorare l’igiene e la gestione delle acque reflue nella produzione alimentare, nella gestione dei rifiuti animali e nel trattamento delle acque reflue;
- elaborare misure settoriali mirate non appena saranno disponibili dati sull’uso degli antimicrobici per specie di animali destinati alla produzione di alimenti a norma dell’articolo 57 del regolamento (UE) 2019/6;
- sviluppare un pretrattamento mirato dei rifiuti in tutta l’azienda agricola fino al macello, al fine di eliminare i microrganismi responsabili della resistenza antimicrobica e ridurre gli antimicrobici prima dello scarico nell’ambiente o nei sistemi fognari generali;
- migliorare la disponibilità e l’efficienza economica degli strumenti diagnostici;
- ridurre l’uso di quegli antibiotici che, in base ai dati scientifici, dovrebbero essere utilizzati come ultima risorsa nella medicina umana;
Ulteriori raccomandazioni riportate nella risoluzione sono:
- la Commissione presenti una proposta di revisione della legislazione dell’UE sul benessere degli animali da allevamento, fondata sulle raccomandazioni dell’EFSA, dal momento che, come riconosciuto nella strategia dell’UE “Dal produttore al consumatore”, un migliore benessere contribuisce a rafforzare il sistema di immunitario degli animali;
- gli Stati membri attuino buone pratiche di gestione del letame basate su dati concreti e buone prassi di gestione dei fanghi di depurazione, che tengano conto della loro applicazione in agricoltura, al fine di ridurre l’esposizione ambientale a sostanze con proprietà antimicrobiche e ai determinanti della resistenza antimicrobica;
- venga ottimizzato il sistema di monitoraggio e valutazione degli antimicrobici utilizzati nella protezione fitosanitaria a livello regionale e nazionale, sulla base delle raccomandazioni dell’UNEP;
- si predispongano programmi per la raccolta e lo smaltimento sicuro degli antimicrobici inutilizzati, scaduti e residui provenienti dalla collettività, dagli ospedali e dalle strutture di assistenza di lunga degenza, dalle aziende agricole, dai fornitori di medicinali veterinari e dalle strutture di produzione, e di garantire che i cittadini possano utilizzare tali impianti di smaltimento tramite una struttura sanitaria locale;
- gli Stati membri e la Commissione collaborino per garantire un’attuazione coerente del regolamento (CE) n. 2019/6, in modo tale da tenere conto delle differenze tra gli Stati membri nell’uso veterinario degli antimicrobici, allo scopo di assicurare che i veterinari non siano costretti a utilizzare un numero di antibiotici superiore a quello che ritengono necessario per la cura di un animale e che non limiti indebitamente l’uso più frequente di contromisure mediche, come i vaccini;
- gli Stati membri analizzino il rischio di sviluppo della resistenza agli antimicrobici umani e veterinari derivante dall’uso di prodotti fitosanitari o biocidi, sulla base di evidenze scientifiche, nell’ambito della valutazione della sicurezza e del processo decisionale su tali prodotti e, se necessario, in consultazione con le parti interessate, ad applicare condizioni o restrizioni d’uso adeguate per i prodotti in questione;
- la Commissione adotti misure adeguate per contribuire al conseguimento dell’obiettivo della strategia “Dal produttore al consumatore” e del piano d’azione per l’inquinamento zero di ridurre del 50 % le vendite complessive nell’UE di antimicrobici utilizzati per gli animali di allevamento e nell’acquacoltura entro il 2030; sottolinea la necessità di tenere conto dei progressi già compiuti a livello degli Stati membri e di garantire il benessere degli animali, mentre gli agricoltori dovrebbero essere sostenuti nell’attuazione delle misure predisposte;
- gli Stati membri garantiscano, in collaborazione con gli istituti di istruzione superiore e professionale e con i portatori di interessi, che i programmi di istruzione continua basati su dati concreti a livello nazionale – anche ma non solo nei settori della medicina, dell’infermieristica, della farmacia, dell’odontoiatria, della medicina veterinaria, delle scuole agrarie e delle scienze agronomiche – includano una formazione intersettoriale obbligatoria in materia di resistenza antimicrobica, prevenzione e controllo delle infezioni, rischi ambientali, biosicurezza e alternative agli antibiotici nonché sulla stewardship antimicrobica, tra cui l’uso prudente degli antimicrobici e le incidenze sulla riduzione della necessità di antibiotici, se del caso;
- si svolgano campagne di sensibilizzazione e comunicazione oltre ai programmi di formazione;
- la Commissione e gli Stati membri continuino a garantire risorse sufficienti per sostenere le attività di ricerca e sviluppo per fronteggiare la resistenza antimicrobica, la condivisione dei dati della ricerca e l’innovazione tecnologica;
- si favorisca la cooperazione tra gli Stati e si sostenga lo sviluppo e l’attuazione, da parte dei paesi extra-UE, delle norme promosse dagli organismi internazionali di normazione.
Per approfondimenti è possibile consultare il testo completo della risoluzione cliccando QUI!