Gli operatori delle filiere del latte e della carne di ruminanti attendono sempre con trepidazione l’uscita del rapporto ISPRA “Le emissioni di gas serra in Italia: obiettivi di riduzione e scenari emissivi futuri”.

Un settore come il nostro, accusato dall’opinione pubblica e dalle associazioni ambientaliste di essere il principale responsabile del surriscaldamento del pianeta, ha bisogno di questi dati per dialogare con chi ha l’onestà intellettuale di farlo, dando comunque il suo contributo anche in questo ambito come sta facendo nella gestione delle risorse idriche e l’antibiotico-resistenza.

ISPRA è l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Questa istituzione, insieme a 21 ARPA e APPA, fa parte anche del Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (SNPA).

Già nel 2020 abbiamo intervistato Marina Vitullo e Eleonora Di Cristofaro di ISPRA in concomitanza con l’uscita del National Inventory Report 2020. Ora lo abbiamo fatto di nuovo per discutere dei seguenti argomenti:

  1. Qual è il contributo dell’agricoltura italiana alla produzione dei gas climalteranti e come si è evoluto dal 1990 ad oggi?
  2. In particolare, le emissioni (sia enteriche che dalla gestione delle deiezioni) di gas serra e ammoniaca dei ruminanti domestici, ovvero bovini, bufalini, ovini e caprini, che peso hanno?
  3. Considerando che l’agricoltura ha prodotto nel 2021 poco meno dell’8% del totale dei GHG, e la zootecnia in particolare il 6%, è importante che facciamo la nostra parte, non dimenticando comunque che i trasporti, per lavoro e per diletto, e la produzione di energia hanno una responsabilità 10 volte superiore, ossia dell’80%.
  4. I ruminanti domestici incidono per circa il 5%, con una preponderanza del 4.1% dei bovini sia da latte che da carne.
  5. Gli allevamenti di ruminanti sono sempre inseriti all’interno di aziende agricole dove sono presenti alberi, prati permanenti e colture annuali che operano un’importante sottrazione del carbonio dall’aria.
  6. Forse il settore LULUCF, ossia uso del suolo, cambiamento di uso del suolo e selvicoltura, esercita un’azione di sequestro del carbonio molto importante che si può capire bene e quantificare ascoltando fino in fondo questa intervista.

Conclusioni

Come per la gestione delle risorse idriche e dell’antibiotico-resistenza, anche per la produzione di gas serra l’agricoltura e la zootecnia stanno facendo la loro parte. Per raggiungere gli obiettivi della neutralità è necessario che lo stato ponga fine alla cementificazione del suolo e agli incendi, e che metta in atto una politica decisa di transizione alle rinnovabili e di riduzione all’indispensabile dell’uso dei trasporti su gomma e utilizzo delle auto per il trasporto privato.