Introduzione

Già negli anni ’80, i report canadesi ed americani indicavano che il consumo pro capite complessivo di latte liquido stava diminuendo. La stessa tendenza al ribasso continua anche oggi in molti paesi, tra cui Canada, Stati Uniti e Svizzera. Una spiegazione è il crescente consumo di bevande a base vegetale disponibili sul mercato. Un sondaggio condotto sui consumatori di bevande di origine vegetale, che cercava di comprendere la progressiva diminuzione del consumo di prodotti lattiero-caseari, ha indicato che i consumatori di tali bevande ritenevano che questi prodotti aiutassero a ridurre gli impatti negativi delle produzioni animali sull’ambiente. Inoltre, c’era preoccupazione per i benefici relativi alla salute dovuti al consumo di latte, visto il suo contenuto di grassi saturi. Gli studi hanno mostrato effetti diversi dovuti al consumo dei grassi del latte sulla salute umana, e non sono state mostrate prove evidenti di un impatto negativo del consumo moderato di latte. Al contrario, il latte vaccino è un’ottima fonte di nutrienti essenziali. Se guardiamo il suo profilo aminoacidico, la qualità proteica del latte vaccino è superiore a quella delle bevande vegetali destinate al consumo umano. Un altro esempio è il contenuto naturale di vitamina B12, nota anche come cianocobalamina. In effetti, la vitamina B12 viene sintetizzata esclusivamente da batteri ed Archaea quando il cobalto non è limitante. I batteri e gli Archaea che vivono nel rumine sono in grado di sintetizzare la vitamina B12, che alla fine viene secreta nel latte. I prodotti di origine animale, in particolare quelli dei ruminanti, sono un’ottima fonte di vitamina B12, mentre i prodotti di origine vegetale, come le bevande a base di soia, non la contengono, a meno che non vengano fortificati con la forma sintetica di questa vitamina. L’uso della vitamina B12 sintetica per fortificare le bevande a base di soia potrebbe non offrire il beneficio percepito dal consumatore. Utilizzando un modello suino è stato visto che la forma naturale della vitamina B12, presente nel latte vaccino e nel formaggio cheddar, è più biodisponibile rispetto alla forma sintetica. Il ruolo principale della vitamina B12 per la salute umana è quello di prevenire l’anemia megaloblastica e la neuropatia. Secondo l’United States Department of Agriculture, un bicchiere di latte da 250 ml fornirebbe il 46% della dose giornaliera raccomandata (RDA) per gli esseri umani di età superiore ai 13 anni. Quindi, il latte è un alimento base di grande importanza nella dieta umana per soddisfare il fabbisogno giornaliero di vitamina B12. McCarthy et al. hanno concluso che l’industria lattiero-casearia dovrebbe compiere sforzi per educare i consumatori circa l’eccellente valore nutrizionale del latte vaccino. Il fatto che il latte vaccino contenga naturalmente vitamina B12 a differenza delle bevande vegetali è un buon esempio di informazione di cui i consumatori dovrebbero essere consapevoli.

Negli ultimi anni, un gruppo di ricerca canadese si è concentrato sul perfezionamento delle conoscenze relative alla concentrazione di vitamina B12 nel latte, in particolare su quali siano le cause che spiegano la sua importante variabilità all’interno di questo alimento.

È stato dimostrato che le concentrazioni di vitamina B12 nel latte variano notevolmente tra le mandrie e persino tra le vacche che si trovano all’interno della stessa mandria. Duplessi et al. hanno riferito che un bicchiere di latte da 250 ml proveniente da 100 allevamenti può fornire tra il 28 e il 61% della RDA per gli esseri umani di età superiore ai 13 anni, e che il 50% degli allevamenti non raggiungeva la soglia del 46%. Ricerche condotte in precedenza hanno riportato che questa enorme variabilità potrebbe essere in parte dovuta a caratteristiche degli animali, come numero dei parti e razza, stagione, produzione di latte, composizione della dieta, genetica dell’animale e microbiota ruminale. Questi studi volevano definire meglio quali fossero i fattori in grado di causare una significativa variazione della concentrazione di vitamina B12 nel latte, per poter offrire un prodotto con una concentrazione di vitamina costante ed elevata e per aumentare la percezione positiva dei consumatori sui benefici del consumo di latte alimentare. Sebbene in letteratura siano presenti risultati contrastanti, alcuni autori hanno riferito che la sintesi ruminale (ARS, Apparent Ruminal Synthesis) della vitamina B12 è correlata con alcuni indicatori della fermentazione ruminale. Poiché la vitamina B12 secreta nel latte è sintetizzata dai batteri ruminali, si potrebbe ipotizzare che gli indicatori della fermentazione ruminale possano essere utilizzati anche per stimare la concentrazione di questa vitamina nel latte. È stato visto che la tipologia di lettiera ha un impatto sul microbiota del latte ma, al momento, non ci sono dati che dimostrino l’impatto dei fattori ambientali che influiscono sul microbiota del latte e sulla concentrazione di vitamina B12.

Poiché la vitamina B12 viene sintetizzata solamente dai batteri, abbiamo ipotizzato che qualsiasi fattore ambientale in grado di modificare il microbiota del latte potrebbe avere un impatto anche sulla concentrazione di vitamina B12 nel latte.

Nel tentativo dei ricercatori di perfezionare le conoscenze sui fattori che influenzano le concentrazioni di vitamina B12 presenti nel latte, il primo obiettivo di questo studio era quello di valutare l’impatto degli indicatori della fermentazione ruminale (Studio 1). È stato poi intrapreso un secondo lavoro di ricerca per valutare l’impatto della lettiera, costituita da materiale solido riciclato (RMS) e da paglia, sulle concentrazioni di vitamina B12 nel latte di massa (Studio 2).

Abstract

Il latte è un’ottima fonte di vitamina B12 per l’uomo. Pertanto, riuscire a garantire una concentrazione elevata e costante di questa vitamina aumenterebbe la percezione del latte da parte dei consumatori come alimento salutare. Lo scopo di questo articolo era quello di raccogliere ulteriori informazioni sui fattori che potrebbero spiegare i cambiamenti della concentrazione di vitamina B12 nel latte vaccino tramite due studi osservazionali: (1) il primo esplorava la correlazione esistente tra la vitamina B12 del latte e le condizioni del rumine, come il pH e le concentrazioni di acidi grassi volatili; e (2) il secondo esaminava l‘impatto della lettiera sulle concentrazioni di B12 nel latte di massa. Per lo studio 1, sono stati raccolti in totale 72 campioni di latte e di liquido ruminale da 45 vacche Frisone dotate di fistola ruminale in un arco di tempo compreso tra i 10 e i 392 giorni di lattazione. Per lo studio 2, sono stati raccolti campioni dal latte di massa provenienti da 83 allevamenti commerciali; 26 allevamenti utilizzavano una lettiera costituita da materiale solido riciclato (RMS) e 57 lettiere di paglia. I campioni di latte sono stati analizzati per individuare i valori di B12 utilizzando il dosaggio radioimmunologico. Utilizzando l’analisi di regressione dei componenti principali, abbiamo osservato che il pH ruminale e il rapporto acetato:propionato delle vacche che ricevevano la razione nella fase iniziale della lattazione erano correlati positivamente con la presenza di B12 nel latte. La lettiera non ha influito sulla B12 contenuta nel latte di massa, con una media di 4276 pg/mL. In conclusione, poiché la B12 viene sintetizzata dai batteri ruminali, l’ottimizzazione delle condizioni ruminali ha avuto un effetto positivo sul contenuto di B12 del latte, mentre la gestione della lettiera non ha influito in alcun modo.

 

Refining Knowledge of Factors Affecting Vitamin B12 Concentration in Bovine Milk

Mélissa Duplessis 1,2,*, Annie Fréchette 2,3, William Poisson 4, Lya Blais 5 and Jennifer Ronholm 2,6,7.

  1. Agriculture et Agroalimentaire Canada, Centre de Recherche et Développement de Sherbrooke, 2000 rue College, Sherbrooke, QC J1M 0C8, Canada.
  2. Regroupement FRQ-NT Op+Lait, 3200 rue Sicotte, Saint-Hyacinthe, QC J2S 2M2, Canada; annie.frechette.2@umontreal.ca
  3. Département de Pathologie et Microbiologie, Faculté de Médecine Vétérinaire, Université de Montréal, 3200 rue Sicotte, Saint-Hyacinthe, QC J2S 2M2, Canada
  4. Département des Sciences Animales, Université Laval, 2425 rue de l’Agriculture, Québec, QC G1V 0A6, Canada; william.poisson.1@ulaval.ca
  5. Département de Microbiologie et D’infectiologie, Université de Sherbrooke, 2500 Boul. De l’Université, Sherbrooke, QC J1K 2R1, Canada; lya.blais@usherbrooke.ca
  6. Department of Food Science and Agricultural Chemistry, Faculty of Agricultural and Environmental Sciences, Macdonald Campus, McGill University, 21111 Lakeshore, Sainte-Anne-de-Bellevue, QC H9X 3V9, Canada; jennifer.ronholm@mcgill.ca
  7. Department of Animal Science, Faculty of Agricultural and Environmental Sciences, Macdonald Campus, McGill University, 21111 Lakeshore, Sainte-Anne-de-Bellevue, QC H9X 3V9, Canada

* Correspondence: melissa.duplessis@canada.ca

Citation: Duplessis, M.; Fréchette, A.; Poisson, W.; Blais, L.; Ronholm, J. Refining Knowledge of Factors Affecting Vitamin B12 Concentration in Bovine Milk.

Animals 2021, 11, 532. https://doi.org/10.3390/ani11020532

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© Her Majesty the Queen in Right of Canada as represented by the Minister of Agriculture and Agri-Food, 2021 and © authors Fréchette, Poisson, Blais and Ronholm, 2021.