Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-02642
presentato da
VIVIANI Lorenzo
testo di
Martedì 30 luglio 2019, seduta n. 218

VIVIANI, BUBISUTTI, COIN, GASTALDI, CANTALAMESSA, GOLINELLI, LIUNI, LOLINI, LO MONTE e LOSS. – Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

la filiera del latte e della mozzarella di bufala dop e non-dop è da tutti riconosciuta come un comparto produttivo strategico per l’unicità del patrimonio zootecnico della bufala mediterranea italiana e per l’alta qualità delle produzioni, sia del latte che della mozzarella. La regione Campania produce l’80 per cento della mozzarella di bufala a marchio Dop;

nella provincia di Caserta viene allevato il 60 per cento del bestiame bufalino nazionale, con un impegno occupazionale diretto di oltre 30.000 addetti, oltre tutto l’indotto. La mozzarella di bufala campana Dop, genera un giro di affari di 1.218 milioni di euro, mentre per il calcolo della produzione lorda vendibile, accanto alla mozzarella Dop certificata occorre aggiungere quella non-dop per un totale che arriva a circa 2 miliardi di euro;

nel 2018 si è toccato un record storico per la mozzarella di bufala Dop ovvero 50 milioni di prodotti in un anno che confermano un trend di crescita ormai consolidato;

i sindaci del casertano, per rendere note le criticità della filiera bufalina, stanno chiedendo interventi legati alle malattie che colpiscono i capi da brucellosi e Tbc e auspicano che venga adottato un piano triennale per il controllo delle malattie della bufala mediterranea italiana, in quanto queste problematiche vanno ad incidere fortemente sul settore e sulla sua produttività;

tutti i protagonisti del settore bufalino, infatti, sono fortemente preoccupati per l’incidenza che i capi malati e abbattuti, notevolmente aumentati negli ultimi tempi, possano avere sia sul patrimonio zootecnico della bufala mediterranea italiana sia sulla produzione della mozzarella di bufala, mettendo in serio pericolo gli allevamenti;

per rilevare quanto il settore sia fortemente a rischio si deve evidenziare che nel 2018 i capi malati ed abbattuti, nella sola provincia di Caserta, sono stati circa 13.000 e oltre 10.000 nei primi mesi del 2019, con evidenti danni economico-produttivi per il comparto bufalino –:

se intenda prevedere, per quanto di competenza, iniziative volte ad una maggiore protezione del patrimonio zootecnico nazionale e alla tutela degli operatori e dei consumatori e ad un’efficace lotta alla contraffazione ed alla frode in commercio nel settore bufalino, anche al fine di contenere le patologie che colpiscono il bestiame bufalino, effettuando controlli incrociati sul latte e sulla mozzarella di bufala campana Dop e su tutti i prodotti lattiero-caseari bufalini.

Risponde il Sottosegretario On. Alessandra Pesce

Signor Presidente, Onorevoli Deputati,
rilevo in premessa che le questioni rappresentate dagli onorevoli interroganti derivano principalmente da problematiche di natura igienico sanitaria attinenti al Ministero della salute.
Al riguardo informo che il predetto Dicastero, relativamente alle azioni volte ad una maggiore protezione del patrimonio zootecnico e, in particolare, per il contenimento delle patologie che colpiscono i capi di bestiame bufalino, ha già attivato un “Tavolo per il miglioramento dello stato di salute e per la salvaguardia del patrimonio della Bufala mediterranea nel comparto agroalimentare e zootecnico della Regione Campania“, convocato per il 1° agosto.
All’incontro, accanto al Ministero della salute (che ha coinvolto anche i relativi Centri Nazionali di Riferimento per la Brucellosi ed il Centro di referenza nazionale sull’igiene e le tecnologie dell’allevamento e delle produzioni bufaline), parteciperà anche il MIPAAFT che ha interessato le Associazioni di allevatori e trasformatori della mozzarella di bufala campana DOP, la Regione Campania (con i sindaci dei Comuni selezionati in base alla presenza e all’entità dei focolai registrati negli anni 2018/2019) e l’Università Federico II di Napoli.
In tale occasione verranno tra l’altro vagliate proposte operative, a medio e lungo termine, per l’eradicazione di brucellosi e tubercolosi.
Ciò posto, mi preme rilevare che la tutela dei nostri prodotti agroalimentari, compresa la mozzarella di bufala, è una delle priorità che il Governo intende perseguire non solo, a vantaggio del comparto produttivo, ma anche dei consumatori che, attraverso un’etichettatura corretta e trasparente, possono operare una scelta consapevole.
In tale direzione, considerando che il contrasto alle frodi e all’italian sounding rappresenta uno degli strumenti che ci consentono di raggiungere il nostro obiettivo, abbiamo potenziato il sistema dei controlli anche nel settore in questione.
L’autorevolezza delle ispezioni ministeriali è riconosciuta a livello globale, tant’è che l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), Organo tecnico di controllo del Ministero, istituzionalmente preposto alla prevenzione e repressione degli illeciti nei diversi settori del comparto agroalimentare, si è confermato il punto di riferimento dei controlli sul food a livello italiano e internazionale.
I controlli, eseguiti in tutte le fasi della filiera rappresentano, per quanto di competenza, uno degli strumenti principali attraverso cui intervenire, a tutela della qualità e del consumatore, mediante verifiche analitiche e di tracciabilità, sia delle materie prime che dei prodotti finiti.
Una particolare attenzione è stata riservata ai prodotti che più ci rappresentano nel mondo (tra cui quelli a marchio DOP, come la mozzarella di bufala campana) la cui produzione, legata al territorio, raffigura anche un’attrattiva per il settore turistico, con importanti ricadute sull’economia locale. Lo sviluppo del territorio, dunque, è sempre più connesso alle sue tipicità.
Nel corso del 2018 e dei primi sei mesi di quest’anno, l’Ispettorato ha eseguito quasi 1.300 controlli ed esaminato oltre 800 prodotti; i principali illeciti riscontrati hanno riguardato prevalentemente l’aggiunta di latte vaccino, l’usurpazione o evocazione di una denominazione protetta e la violazione delle norme sulla tracciabilità e l’etichettatura.
Ricordo poi che, in materia di tutela di DOP, IGP e STG, l’Ispettorato è l’Autorità incaricata di adottare le misure per prevenire o far cessare l’uso illegale delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette, prodotte o commercializzate in Italia (protezione ex-officio).
Riguardo al settore lattiero caseario bufalino rilevo che, negli ultimi anni, sono state adottate specifiche misure tese a potenziare gli strumenti per prevenire le frodi ed effettuare un efficace contrasto alla contraffazione. In particolare, con il decreto ministeriale 9 settembre 2014, sono state poste le modalità attuative per la rilevazione della produzione e tracciabilità del latte di bufala e relativi prodotti trasformati, nonché per la trasmissione dei dati alla piattaforma informatica “Tracciabilità della filiera bufalina” che prevede la comunicazione telematica dei dati relativi al latte prodotto e scambiato da allevatori, intermediari e trasformatori.
La consultazione di tale piattaforma informatica consente di eseguire “controlli incrociati” e di mettere in evidenza anche le movimentazioni di latte provenienti da aree non comprese nella zona di produzione della DOP e di verificarne la corretta destinazione ed utilizzazione.
Per potenziare e rendere più efficaci gli accertamenti nel comparto agroalimentare, l’ICQRF collabora con gli altri Organi di controllo, quali il Comando Carabinieri per la tutela della salute (NAS), i Nuclei di polizia tributaria della Guardia di Finanza, il Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare Carabinieri, il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari, le Capitanerie di Porto e l’AGEA ed ha da tempo instaurato un rapporto di collaborazione con l’Agenzia delle Dogane, per il monitoraggio dei flussi di introduzione dei prodotti agroalimentari sul territorio nazionale.
Peraltro, ogni anno viene formalizzata la collaborazione tra ICQRF ed il Consorzio di tutela del formaggio mozzarella di bufala campana mediante l’approvazione di un Programma di vigilanza per i controlli nel settore. Per il 2019, è previsto che Consorzio di tutela esegua 300 controlli, con il prelievo di 250 campioni analizzati dai laboratori dell’ICQRF.
Rilevo inoltre che, dall’ottobre 2016, con il Ministero della salute, l’Ispettorato fa parte del Food Fraud Network (FFN), rete europea di pubbliche amministrazioni volta a garantire l’assistenza transfrontaliera e la cooperazione fra Stati membri sulle questioni che riguardano pratiche potenzialmente ingannevoli e fraudolente nel settore degli alimenti e dei mangimi.
Assicuro che è intenzione del Governo affrontare l’emergenza che sta colpendo il settore al fine di risolvere efficacemente, e in tempi brevi, le problematiche segnalate.

 

Fonte: Camera dei Deputati